Economia
Immobiliare, Del Vecchio, le Coop e Caltagirone: business da oltre 3 miliardi
Da Del Vecchio a Caltagirone. Dalle Coop a Catella. E da Prelios, i Cabassi, Sator, e i big del credito Intesa e UniCredit: chi controlla l'immobiliare italiano
Vi ricordate l’estate dei “furbetti del quartierino”, quando un gruppo di immobiliaristi sembrava in grado di scalare banche e “salotti buoni” della finanza italiana, da Bnl a Rcs, grazie alla liquidità di cui disponevano e con la quale potevano fare scorribande in borsa? Bene, si tratta di una foto sempre più sbiadita di un settore che la crisi del 2008-2009 prima e del debito sovrano poi (nel 2011) ha profondamente rivoluzionato, con l’emergere di nuovi protagonisti e l’eclissi di volti noti.
Ad oggi il più importante tra gli investitori individuali collegati al mattone è certamente Leonardo Del Vecchio: ceduto dieci anni or sono il suo 35% di Beni Stabili (in cui era entrato) ai francesi di Fonciére des Régions, che poi con un’Opa salirono al 52,4%, in cambio di una partecipazione del 28,5% con la quale l’imprenditore di Agordo controlla il colosso immobiliare transalpino, Del Vecchio ha poi accompagnato alla porta, nel 2015, Aldo Mazzocco, dopo 15 anni di onorata carriera.
Mazzocco si è poi consolato andando ad occuparsi degli immobili prima di Cdp poi di Generali Real Estate, ma Del Vecchio non si è mai pentito della scelta, visto che il valore di Fonciére des Régions, che da qui a fine anno incorporerà Beni Stabili (1,65 miliardi di capitalizzazione in borsa), è cresciuto sino agli attuali 6,7 miliardi di euro, facendo salire il valore della quota di Del Vecchio ad oltre 1,9 miliardi ed incoronando il patron di Luxottica nuovo “re” degli immobiliaristi tricolori.

Decisamente più staccato il secondo maggior gruppo immobiliare italiano, Igd Real Estate, che fa capo a Coop Adriatica e a Unicoop Tirreno. Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Claudio Albertini sin dal 2009 dopo una carriera ultraventennale all’interno del gruppo Unipol, è concentrato nel settore immobiliare retail e in particolare nei centri commerciali di medie-grandi dimensioni (ipermercati, superstore e gallerie commerciali), con un portafoglio focalizzato su Italia e Romania.
Prima società immobiliare italiana ad aderire al regime delle Siiq (Società di investimento immobiliare quotata), attualmente Igd Real Estate capitalizza poco più di 860 milioni, ossia la metà di Beni Stabili e una frazione del polo Fonciére des Régions-Beni Stabili controllato da Del Vecchio. Ancora più contenuto è il valore di un altro ex “re di denari” della borsa italiana ed immobiliarista per eccellenza, Francesco Gaetano Caltagirone, socio di maggioranza di Cementir, dell'omonimo gruppo editoriale e anche vicepresidente delle Assicurazioni Generali.
Se il patrimonio personale complessivo dell’imprenditore di origini siciliane è stimato pari a 2,7 miliardi (poco più di un decimo dei 23,1 miliardi che è stimato valere il patrimonio di Leonardo Del Vecchio), la parte immobiliare, rappresentata dalla holding quotata Caltagirone, “pesa” meno di 350 milioni di euro in termini di capitalizzazione, nonostante un fatturato che nel 2017 ha raggiunto gli 1,5 miliardi di euro (in crescita del 17,4% sul 2016) e 249 milioni di Ebitda (risultato operativo lordo).
Francesco Gaetano Caltagirone oltre al 54,26% della holding omonima (un altro 33,34% è in mano al fratello, Edoardo Caltagirone), controlla l’82% di Vianini, altra società immobiliare la cui capitalizzazione non arriva però a 40 milioni di euro, sicché il peso complessivo delle sue attività immobiliari non arriva a 400 milioni di euro di capitalizzazione, ossia meno della metà di quella di Igd Real Estate.

Poco distante da Caltagirone si trova invece Coima Res (306 milioni di capitalizzazione), società fondata e diretta da Manfredi Catella che ha però come socio di riferimento Qatar Holding col 40,131%. Catella, imprenditore-immobiliarista con oltre 25 anni di esperienza nel settore con precedenti esperienze in Heitman, Jp Morgan e Hines, è un figlio d’arte (suo padre Riccardo fondò nel 1974 Coima), è partito lavorando a fianco dei grandi immobiliaristi milanesi del recente passato come Salvatore Ligresti, ma ha poi saputo coinvolgere gli investitori arabi per sostenere il progetto che ha cambiato il volto a Porta Nuova (area che comprende Porta Garibaldi, l’ex Varesine e Isola).
(Segue...)