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Economia
Inflazione, i rincari arriveranno al 10%. "Su i tassi? Sarebbe recessione"

Tassa occulta sui redditi più bassi, mazzata da 2400 euro a famiglia

La folle corsa dell'inflazione non si ferma. Anzi, potrebbe essere solo all'inizio. Accelera la riduzione annuale della capacità di spesa: +5,6% una tassa occulta che punisce soprattutto i redditi più bassi, spiega la Stampa. Nel primo semestre del 2022 una famiglia con un figlio ha perso 2400 euro all’anno. "Nei numeri non vediamo segnali di rallentamento. Anzi: non mi stupirei se, andando avanti, sfiorasse la doppia cifra. Credo che, oltre alle banche centrali, qualcosa lo possa fare il governo. Bene ha fatto a calmierare bollette e carburanti, ma dovrebbe mirare i propri interventi per dare sollievo alla parte più povera della popolazione", dice Carlo Cottarelli in un'intervista a La Stampa.

"L’aumento del prezzo delle materie prime non è dovuto a un embargo sul petrolio come negli anni 70, ma a un aumento della domanda globale rispetto all’offerta", spiega ancora Cottarelli. "Un fenomeno indotto stampando moneta per risollevare l’economia dopo il covid. Si è ripresa, ma con due effetti collaterali: l’aumento di prezzi e il razionamento di alcuni prodotti".

Uscirne non sarà semplice, dice sempre Cottarelli a La Stampa: "Quando si arriva a questi livelli di inflazione, in genere bisogna aumentare i tassi parecchio ma questo causa una frenata dell’economia. È quanto accaduto più di 40 anni fa, dopo il secondo shock petrolifero. La Federal Reserve aumentò i tassi e ci fu una recessione globale. Ora penso che tra inflazione e recessione, sceglieranno la prima. E se le banche centrali saranno prudenti il carovita andrà avanti".

Padoan: "L'inflazione durerà a lungo"

Anche Pier Carlo Padoan non vede nulla di buono nei prossimi mesi. "La guerra in Ucraina ha innescato un meccanismo che si sta autoalimentando e così l’inflazione, che tanto a lungo si è sperato che fosse temporanea, sta diventando una componente strutturale delle nostre economie", dice l'ex ministro a Repubblica. "Anche se il conflitto finisse domani, e purtroppo non ci sono segnali perché ciò accada la situazione è talmente deteriorata che rimettere in carreggiata i mercati dell’energia richiederà molto tempo. Questa è un’inflazione da offerta, insomma da maggiori costi dell’energia e delle materie prime, e come tale per definizione più dura da superare.

 

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