Inflazione Usa peggio delle stime, le Borse accusano il colpo: Milano e WS ko - Affaritaliani.it

Economia

Inflazione Usa peggio delle stime, le Borse accusano il colpo: Milano e WS ko

Negli Usa prezzi al consumo al 8,3% ad agosto contro il previsto 8,1%; il dato core (al netto di energia e alimentari) accelera al 6,3% dal 5,9% di luglio

L'inflazione Usa frena meno delle attese, mercati a picco. Milano ko. Wall Street apre in profondo rosso 

Il tasso d'inflazione negli Stati Uniti frena, ma meno del previsto: ad agosto il rialzo dei prezzi ha rallentato all'8,3% dall'8,5% del mese precedente anche se sopra le previsioni di mercato che davano il tasso all'8,1%: si tratta della seconda diminuzione consecutiva oltre a essere la lettura più bassa in quattro mesi. L'indice energetico è aumentato del 23,8%, sotto il 32,9% di luglio, mentre i prezzi alimentari sono aumentati all'11,4%, il maggior incremento in 12 mesi dal maggio 1979. Rispetto al mese precedente, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% (ferma a luglio), a fronte di previsioni di un calo dello 0,1% di calo. 

Inflazione Usa, l'effetto su Borse europee e Wall Street 

Il dato inflazionistico, che fa peggio delle stime degli analisti, manda ko sia le Borse europee che Wall Street. In particolare, Piazza Affari che viaggiava in aumento dell'1% fino a poco prima della pubblicazione del dato, ha tirato il freno a mano e ha girato in negativo, arrivando fino a -0,2%. Discorso analogo per le altre piazze continentali, con Parigi a -0,24%, Francoforte -0,32%, Madrid -0,64% e Amsterdam -0,56%.

Ma anche Wall Street apre in rosso: dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones cede 531,15 punti (-1,64%), lo S&P 500 perde 83,68 punti (-2,04%), il Nasdaq Composite è in calo di 338,24 punti (-2,76%). Il petrolio Wti al Nymex perde lo 0,31% a 87,51 dollari al barile. 

Per gli analisti questi dati, sottolinea l'agenzia di stampa Radiocor, non faranno altro che confermare la linea aggressiva della Fed per contrastare l'inflazione: tra una settimana, la Banca centrale alzera' molto probabilmente i tassi d'interesse di 75 punti base per la terza volta consecutiva. Addirittura, i future sui Fed Funds (che indicano le possibilita' che il mercato attribuisce a una mossa di politica monetaria) attribuiscono ora un 20% di possibilita' a un rialzo dei tassi di un punto percentuale. 

Infine, la corsa inflazionistica si riflette anche sullo spread: il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco si attesta la momento in area 236 punti base dai 230 punti della vigilia, livello confermato in avvio di seduta. Torna ad affacciarsi sulla soglia del 4% il rendimento del BTp decennale benchmark, che vale al momento il 4,01%, dal 3,98% dell'avvio e dal 3,94% della chiusura di ieri.