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Economia
Infrastrutture, De Micheli: "Recovery Fund? Velocizzazione, intermodalità, sicurezza e sostenibilità"

Infrastrutture, sono 4 le priorità d’azione per trainare la ripresa del Paese nel 2021.

"Velocizzazione del trasporto ferroviario, intermodalità tra tutti i sistemi di trasporto, sicurezza e attenzione a sostenibilità ambientale e sociale sono i criteri alla base progetti in materia di infrastrutture entreranno nel Recovery Plan". Lo ha dichiarato Paola De Micheli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. L'occasione è stata data dal capitolo Infrastrutture del Programma Italia 2021 di PwC.

"Abbiamo presentato un elenco di progetti che si dividono in due categorie: i nuovi progetti e la continuità sui progetti in corso.

Il criterio principale di scelta è quello di garantire la velocizzazione in tutta Italia – Nord, Sud, Est, Ovest – del trasporto ferroviario, persone e merci.

Il secondo criterio è l’intermodalità tra tutti i sistemi di trasporto: porti, aeroporti, ferrovie e strade. Il terzo criterio è la sicurezza che riguarda ovviamente tutti i sistemi di trasporto, ma in particolar modo, per la storia che abbiamo le spalle, tutta la parte relativa al trasporto stradale.

Sulla base di questi criteri – che sono tutti attraversati dalla sostenibilità ambientale e sociale – possiamo presentare un piano a cui aggiungiamo tutta la parte idrica, perché abbiamo la delega su tutta la parte relativa alle dighe, e la parte della qualità dell'abitare – un grande progetto, che abbiamo già finanziato con 850 milioni e il cui decreto è in fase di pubblicazione, che darà la possibilità alle città sopra i 60.000 abitanti di integrare il numero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di modificare la condizione urbanistica di pezzi interi dei quartieri.

Queste sono le linee guida dei nostri progetti. Ovviamente poi, cluster per cluster, valuteremo insieme agli Affari Europei, al Ministero dell'Economia e, più in generale, insieme al Consiglio dei Ministri la cosiddetta eleggibilità delle misure, cioè la conformità totale alle richieste dell’Europa e alla nostra progettualità. Ma questi sono criteri che già di per sé stanno dentro alle richieste dell'Europa e ai criteri di finanziamento europei", ha approfondito Paola De Micheli.

Le infrastrutture rappresentano uno dei fattori critici di successo su cui focalizzare le politiche di governo, le risorse finanziarie disponibili e le migliori capacità imprenditoriali per avviare un grande programma di investimenti in grado di rilanciare nel breve termine l’occupazione e uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo.

Il settore delle infrastrutture, grazie al suo effetto moltiplicatore su indotto generato e livello occupazionale attivato, rappresenta uno dei settori chiave su cui investire. La disponibilità di fonti pubbliche e private, europee e nazionali, può essere l’elemento trigger, ma cogliere questa opportunità passa per la definizione di una strategia di medio lungo termine e la costruzione di una solida pipeline di progetti.

Il nostro sistema infrastrutturale, realizzato su di un territorio ad alta complessità, dove la gestione delle problematiche connesse al dissesto idrogeologico rappresenta una priorità assoluta, che vede la presenza di più di 30.000 opere d’arte principali quali ponti, viadotti e gallerie con un’età media superiore ai 40 anni, necessita di un upgrade fisico e tecnologico che non può attendere. L'avvio di un grande programma di investimenti in infrastrutture nel nostro Paese, il più importante dai tempi della ricostruzione post bellica, rappresenta quindi l'intervento chiave per trainare la fase di ripresa.

In questo contesto sono state ascoltate le esigenze di aziende, istituzioni e principali operatori del Paese, identificando 4 priorità d’azione volte a sbloccare il potenziale di un settore strategico che può e dovrà essere motore della ripresa economica e sociale del Paese: investimenti con risorse pubbliche e private, sostenibilità, digitalizzazione e player resilienti.

Guido Sirolli, Partner PwC Italia Engineering and Construction Country Leader, ha così riassunto tali priorità d’intervento: “L’insieme integrato di interventi di sviluppo infrastrutturale deve essere posto a sistema, per cogliere e valorizzare sinergie e complementarietà e per ottenere un effetto moltiplicativo delle risorse, soprattutto finanziarie. Sfruttare a pieno il potenziale della rivoluzione digitale rappresenta inoltre il principale ambito sul quale investire per tutti gli attori del comparto, per essere in grado di cogliere le opportunità connesse allo sviluppo del piano di investimenti infrastrutturali per il rilancio del Paese e affrontare le complesse sfide economico e sociali ad esso connesse. L’oggettiva difficoltà a livello globale di contenere il fenomeno pandemico che in queste ore, anche in Italia, ha mostrato un’accelerazione preoccupante, ci costringerà a rivedere i piani di sviluppo per il 2021 per cercare di contenere questa grave crisi sanitaria, sociale e purtroppo anche economica. Dovremmo quindi coniugare l’impatto di un nuovo rallentamento delle attività economiche per il distanziamento sociale con l’esigenza comunque di realizzare un imponente piano di investimento infrastrutturale che attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e un nuovo approccio alla gestione dei cantieri ne consentano l’immediata attivazione nel rispetto dei mutati standard di sicurezza, per trainare la ripresa del Sistema Paese e del suo PIL”.

Il COVID ha colpito l’intera filiera. Con il traffico aereo a -70%, non siamo più in condizione di auto finanziare gli investimenti. Bruceremo 180 milioni di cassa. Tra Malpensa e Linate, diamo lavoro a 30 mila persone. Circa il 50% di loro o ha perso il lavoro o è in cassa integrazione. Per un ritorno ai volumi pre COVID, dovremo attendere il 2024 o il 2025. Finalmente c’è la consapevolezza che la crisi colpisce l’intero sistema aeroportuale. Non condivido, però, il fatto che le società private non possano accedere al Recovery Fund. È un’occasione persa se non si includono gli aeroporti. Gli unici investimenti che possiamo permetterci sono in materia di sicurezza, manutenzione e compliance normativa. Dovremo rinunciare agli investimenti in pipeline virtuosi per la riconversione ecologica, la digitalizzazione e il controllo dei flussi passeggeri. Il rischio è che gli aeroporti tornino indietro. Chiediamo risorse per investire virtuosamente e per stare al passo con il mondo in maniera sostenibile”, ha dichiarato Armando Brunini, CEO SEA Aeroporti di Milano.

Tommaso Sabato, Direttore CDP Infrastrutture e Pubblica Amministrazione, ha concluso: “CDP ha mobilitato 25 mld sulle infrastrutture nel triennio ‘19-’21, obiettivo pienamente raggiungibile nonostante il COVID. Abbiamo deciso di lavorare con il territorio. La nostra prerogativa sono tempi più veloci e una qualità maggiore per garantire opere innovative. Nell’anima di CDP c’è la volontà di concentrarsi sulle opere piccole, quotidiane, per tutti. Con il Recovery Fund arriveranno moltissimi soldi. Noi gestiamo anche fondi terzi e li facciamo arrivare al singolo ente per costruire la singola opera. Lo sforzo sarà creare un’architettura che vada a centralizzare ma con presidi territoriali, per raggiungere tutte le comunità”.

Investimenti in infrastrutture: le ingenti risorse pubbliche e private

Il rilancio dell’economia richiede da parte dei policy maker nazionali una rapida individuazione ed attuazione delle riforme necessarie per veicolare le risorse finanziarie su investimenti infrastrutturali allineati agli obiettivi di policy nazionali ed europei (e.g. modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione e resilienza, sostenibilità).

Sarà di fondamentale importanza effettuare una corretta pianificazione finanziaria definendo le fonti pubbliche  e  quelle  private  attivabili  e  sbloccarle  in  maniera  tempestiva,  attraverso  la definizione di eligible project che valorizzino valori quali sostenibilità, sicurezza e innovazione digitale.  In  questo  contesto  si  inserisce  la  grande  opportunità  dell’utilizzo  delle  risorse  delle Recovery fund, di cui l’Italia è principale beneficiario con circa 209 mld euro. La maggior parte dei  fondi  dovrà  essere  speso  entro  il  2026  e  ciò  richiederà  la  definizione  di  chiare  priorità d’intervento e una necessaria modifica dei processi di approvazione e realizzazione delle opere, che in Italia hanno in generale tempi molto più lunghi.

Rinascimento italiano: il settore delle infrastrutture, player forti e resilienti

La continua riduzione del mercato interno e la contestuale riduzione delle marginalità anche per effetto della competizione e di una esigua ed incerta pipeline di grandi progetti infrastrutturali, ha contribuito al collasso di storici player nazionali, alla perdita di competitività del settore e ha causato una crisi che ormai si protrae da più di un decennio.

Il   COVID-19   ha   accelerato   situazioni   di   difficoltà   del   settore   innescando   la   necessità   di trasformazione nonché di aggregazioni per beneficiare di economie di scala e sinergie di mercato, nonchè per incrementare dimensione e resilienza delle imprese italiane attive nel settore delle costruzioni in Italia. Il lancio di un importante programma di investimenti infrastrutturali e gli interventi  di  sostegno  e  finanziamento  del  sistema  finanziario  rappresentano  una  grande opportunità che i player di settore dovranno saper cogliere. La realizzazione di un programma di investimento  per  i  prossimi  5  anni,  pari  a  2  volte  quello  che  l’Italia  ha  realizzato  nell’ultimo dovrà essere trasformata in opportunità di sviluppo e lavoro qualificato per il sistema delle imprese italiane, che dovranno dimostrare flessibilità, resilienza e prontezza nel mettere rapidamente in campo la capacità produttiva richiesta.

Infrastrutture in Italia: progetti sostenibili lungo l’intero ciclo di vita

Nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha stabilito i 17 obiettivi globali dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDG). Per perseguire tali obiettivi, le infrastrutture, opere fondamentali per lo sviluppo e per la competitività del sistema Paese, necessitano di essere concepite, progettate e realizzate in un'ottica olistica e sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, sociale e ambientale, garantendo un beneficio per la comunità, una valorizzazione del territorio e una maggiore competitività per le imprese locali. La definizione di progetti sostenibili lungo l'intero life cycle, non può prescindere dal coinvolgimento di tutti coloro che direttamente o indirettamente ne vengono interessati, e cioè da una gestione attiva del processo di stakeholder engagement e un monitoraggio dinamico degli impatti, volto a creare intorno alle opere una rete di consenso diffusa.

Sbloccare il potenziale di digitalizzazione e nuove tecnologie per aumentare sicurezza e recuperare produttività

Sfruttare a pieno il potenziale della rivoluzione digitale, in un settore caratterizzato da una stagnazione decennale della produttività, rappresenta il principale ambito sul quale investire per tutti gli attori del comparto, per essere in grado di cogliere le opportunità che si prospettano e affrontare le complesse sfide economiche, sociali ed occupazionali.

Il solo utilizzo di nuove tecnologie senza la definizione di nuovi sistemi di gestione basati sull’integrazione dei processi e delle soluzioni software in uso, non sarà sufficiente a supportare e valorizzare la trasformazione digitale. Centrale diviene, quindi, l’utilizzo di un approccio di gestione integrato abbinato alle tecnologie per la pianificazione ed il controllo dei progetti, nonché al monitoraggio dinamico degli asset e delle condizioni di esercizio, volto al recupero di efficienza e all’incremento degli standard di sicurezza.

 

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