Economia
Istat, caro energia e inflazione affossano le imprese: cala la fiducia

L'allarme di Confesercenti: "Senza un'inversione di tendenza, la spesa potrebbe calare nel prossimo trimestre di 2,5 miliardi rispetto ai tre mesi precedenti."
Istat, "il nuovo Parlamento è chiamato ad agire ed assumere decisioni fondamentali per fronteggiare questa fase critica"
"Nel 2023 i consumi torneranno al livello del 2016. Possibilità di una fase recessiva sempre più concreta Caro energia ed inflazione affossano le imprese. La fiducia delle attività economiche, con il terzo calo consecutivo, scende ai minimi da oltre un anno, come sottolinea l'Istat".
Lo afferma Confesercenti in una nota. "L'incertezza sul prossimo futuro - prosegue - sta mettendo in difficolta' anche famiglie e consumi: senza un'inversione di tendenza, la spesa potrebbe calare nel prossimo trimestre di 2,5 miliardi rispetto ai tre mesi precedenti. Un ulteriore fattore negativo per le imprese e per l'economia, che rende sempre piu' concreto il rischio di entrare in una fase recessiva".
Confesercenti sottolinea: "La forte caduta del clima di fiducia sia per i consumatori che per le imprese - che si traduce in un vero e proprio crollo per quelle dei servizi di mercato con - 7 punti - e' indice di un pericoloso avvitamento in negativo della situazione economica. La Nadef che sta per uscire, per quanto in formula ridotta e senza gli aspetti programmatici di competenza del nuovo governo, sancira' purtroppo questo quadro di crisi, con un deciso ridimensionamento della crescita per il prossimo anno, inferiore al punto percentuale".
Secondo l'associazione datoriale: "Il nuovo Parlamento e' chiamato ad agire ed assumere decisioni fondamentali per fronteggiare questa fase critica per le imprese e le famiglie, schiacciate dal peso dei costi energetici. E le disponibilita' 'extra' accumulate dai consumatori durante il covid - che avevano contribuito alla ripresa dei consumi dello scorso anno - si stanno, purtroppo, erodendo: nel periodo gennaio-luglio 2022, l'incremento dei depositi delle famiglie si e' fermato a +1,2%, meno della meta' del +2,5% segnato tra gennaio e luglio 2021. La riduzione del potere d'acquisto si tradurra' in una brusca frenata dei consumi: secondo nostre stime, a fine 2023 continuerebbero a mancare 28,6 miliardi rispetto ai livelli di spesa pre-pandemia, un passo indietro di sette anni ai consumi del 2016". Confesercenti conclude: "A nostro avviso, la priorita' del nuovo esecutivo - che auspichiamo si formi in tempi brevi - dovra' essere quella di trovare un meccanismo per porre un tetto agli aumenti delle tariffe di gas e luce, come annunciato in altri Paesi, per uscire finalmente dall'emergenza".