Economia
Ita, ancora nessuna decisione è stata presa. E Palazzo Chigi è in silenzio

In caso di “ripensamento”, le due cordate avrebbero diritto a un risarcimento fino a 85 milioni
Ita, il silenzio di Palazzo Chigi e il futuro della compagnia
Ormai si contano le ore che separano la decisione del governo sull’affaire Ita e sulla sua cessione. Appare ormai scontato, dunque, che sarà l’esecutivo guidato da Mario Draghi a decidere a chi “dare in sposa” l’ex-Alitalia. I pretendenti sono due e ormai notissimi: da una parte Msc-Lufthansa, che gode del favore del ministro dell’economia Daniele Franco, del consigliere del premier Francesco Giavazzi e del presidente esecutivo Alfredo Altavilla; dall’altra il fondo Certares con Delta, Klm e Air France. In questo caso l’endorsement sarebbe da parte di Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro, di Paolo Scaroni – presidente del Milan e uno tra i manager più “internazionali” in Italia, oltre che amico personale di Mario Draghi.
La partita che sembrava definitivamente chiusa (con l’affermazione di Msc-Lufthansa) si sta facendo sempre più incerta. Ricorda – i milanisti ci perdonino – la celeberrima finale di Champions League tra Milan e Liverpool nel 2005, quando i rossoneri erano in vantaggio di tre gol alla fine del primo tempo ma persero ai rigori contro gli inglesi. Vincerà Certares? Probabilmente no, ma diciamo che i tempi si stanno allungando perché l’offerta degli americani di dare maggiore peso decisionale al Mef ha fatto “breccia”. Senza dimenticare il ruolo di Fiumicino che diventerebbe il terzo hub continentale dopo Parigi e Amsterdam.
Quello che Affaritaliani.it può riferire in esclusiva, inoltre, è che da Palazzo Chigi non arrivano grandi informazioni, anzi si assiste a un silenzio che va oltre la ritualità del momento. E che la decisione, che doveva arrivare nel weekend appena trascorso, in realtà non dovrebbe giungere neanche oggi, 30 agosto. Altri protagonisti vicini al dossier, però, restituiscono una visione completamente diversa: il silenzio di Palazzo Chigi non sarebbe a causa di un tentativo di "traccheggiare", ma piuttosto perché mancano gli ultimi dettagli prima dell'annuncio del via libera alla cordata Msc-Lufthansa. Fonti vicine a Ita, infatti, riferiscono che al centro di tutto c'è il piano industriale, come da Dpcm. E che l'Europa ha chiesto una privatizzazione più che una cogestione come sarebbe invece quella di Certares.
Probabile che entro la settimana si risolva la querelle? Diciamo che è altamente possibile. Il centro-destra nelle ultime uscite non ha più parlato della compagnia aerea, segno probabilmente che considera “andata” quella partita e che prevede di concentrarsi su altri dossier, soprattutto per quanto concerne le nomine. Giorgia Meloni in un'intervista a Reuters ha sostanzialmente detto che "la partita è chiusa". E Fabio Rampelli, molto attivo nelle scorse settimane, ha accantonato la pratica Ita. Al Meeting di Rimini, Enrico Letta ha chiesto che la vicenda rimanga fuori dalla campagna elettorale. Anche perché il rischio che a furia di procrastinare l’affare salti è elevato. E il costo per le casse degli italiani sarebbe doppio: ci sarebbero penali fino a 85 milioni di euro da pagare. E ci sarebbe anche da rimettere mano al portafoglio per la seconda quota di ricapitalizzazione. Meglio non correre rischi. C’è l'eventualità che Msc-Lufthansa entri papa ed esca cardinale? I bookmaker iniziano a quotare questa eventualità che sembrava impossibile anche soltanto qualche giorno fa. Ma rimane un'ipotesi molto remota.