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Economia
Ivass: “Crescono le tariffe Rc auto”. Colpa di inflazione e black box
Ragazza guida macchina

Ivass: "Si rischia un aumento delle tariffe per le Rc auto"

Due dati: il premio pagato in Italia per l’assicurazione Rc auto, nonostante i cali degli ultimi anni, rimane tra i più alti in Europa con un prezzo medio di 353 euro. Le misure, anche normative, adottate negli ultimi 10 anni hanno consentito di ottenere nel corso del tempo una riduzione dei prezzi del 38%. Ma l’inflazione, incidendo in modo sensibile sui prezzi delle riparazioni e dei ricambi, rischia di interrompere il processo. È quanto emerge dalla relazione annuale di Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass, cioè l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni. Ma c’è un altro dettaglio che fa preoccupare parecchio.

La diffusione della scatola nera, cioè quel dispositivo che permette di tracciare le abitudini dei guidatori italiani e, di conseguenza, di realizzare offerte personalizzate, ha sì permesso di ridurre i costi, ma rischia ora di trasformarsi in un capestro. “La diffusione della scatola nera, oggi adottata da più del 20% degli automobilisti assicurati – si legge nella relazione di Signorini -, ha contribuito alla riduzione dei prezzi incentivando l’adozione di comportamenti di guida responsabili: si stima che la scatola nera riduca la sinistrosità di circa il 20 per cento, rendendo così possibile l’applicazione di tariffe più basse per chi l’adotta”. Fin qui tutto bene, insomma. Ma è nel seguito del discorso di Signorini che si nascondono le maggiori perplessità. 

“Preoccupa – aggiunge il presidente dell’Ivass - tuttavia l’emergere di strategie di prezzo che fanno leva sugli elementi di “lock in”. Data la sostanziale intrasferibilità tra una compagnia e l’altra dei dati sulle abitudini di guida, per l’assicurato che adotta la scatola nera la probabilità di cambiare compagnia alla scadenza del contratto si riduce di circa il 60 per cento, attenuando la spinta concorrenziale. Stime Ivass basate su un campione di circa 4 milioni di contratti sembrano indicare che il maggior tasso di ritenzione dei clienti dotati di scatola nera agevoli l’adozione da parte delle compagnie di strategie di prezzo basate sull’aumento del premio al crescere degli anni di permanenza. Se questo fatto fosse confermato, non potrebbe eludere a lungo l’attenzione dei regolatori. Bisognerebbe mitigare il problema rendendo disponibili e trasferibili da una compagnia all’altra i pochi dati chiave rilevabili dalle scatole nere”.
 

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