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Economia
La Borsa di Hong Kong torna all'attacco. Pronto un nuovo blitz sul Lse. Rumors

Approfittando del caos Brexit, la Cina torna all’attacco della Borsa di Londra. Un'operazione che se andasse a buon fine creerebbe il più grande listino azionario d’Europa e dell’Asia (attraverso l'unione del quinto e del settimo, quello britannico, per capitalizzazione) e ridisegnerebbe il mercato dei capitali per i prossimi decenni, fornendo a quelli cinesi l'accesso a una piattaforma seconda per volumi solo a Wall Street.

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Secondo quanti riporta infatti il Financial Times, il listino di Hong Kong (HKEX) controllato da Pechino sta lottando contro il tempo per fare un'offerta formale per il London Stock Exchange, che controlla anche Piazza Affari, entro la scadenza di mercoledì.

L'11 settembre la Borsa asiatica aveva lanciato un'offerta per quasi 32 miliardi di sterline (36 miliardi di euro) inclusi debito, contanti e azioni.

Ora, Hong Kong lavora dunque a una nuova proposta da presentare entro le 17 di mercoledì, possibilmente rivedendo, scrive il quotidiano della City, i termini della sua offerta iniziale a meno che, sono le indiscrezioni, non convinca il Lse ad aprire un tavolo negoziale.

La prima offerta, accolta bene dal mercato, prevedeva un premio del 22,9% (a 83,61 sterline) agli azionisti (in cima alla lista c'è Qia, Qatar Investment Authority), ma era condizionata alla rinuncia da parte del Lse ad acquisire la piattaforma di analisi finanziaria e trading Refinitiv, perché l’operazione avrebbe proiettato in cima alla lista degli azionisti del nuovo colosso borsistico il big americano del fondi d’investimento Blackstone.

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L'operazione, che avrebbe creato uno sconquasso tra i governi dei Paesi coinvolti (quello italiano è corso subito ai ripari attraverso il varo del golden power e lo studio di una cordata tricolore alternativa a quella internazionale che controlla la Borsa di Londra, per riportare nell'alveo nazionale il controllo di Piazza Affari), era stata immediatamente rifiutata dal consiglio di amministrazione del Lse. Rifiuto giustificato dai consiglieri dal fatto che il deal “non avrebbe portato alcun beneficio”, oltre generare preoccupazioni in merito agli aspetti chiave della proposta cinese, in particolare sulla strategia e la fattibilità del progetto, considerato “non credibile”.



Ora, a quanto pare (una mossa comunque attesa), il listino di Hong Kong sta per tornare alla carica. E ovviamente lo farà con una proposta migliorativa, avance che secondo alcuni analisti potrebbe innescare offerte concorrenti come quella in chiave difensiva di Deutsche Boerse. Un nuovo tentativo di Francoforte dopo quello del 2016 bocciato dall’Antitrust europeo.

twitter11@andreadeugeni

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