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Economia
La procedura di mediazione può meglio risolvere le liti giudiziarie
Avv. Antonia Marsaglia

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo sul ruolo dell'avvocato conciliatore. Ora cerchiamo di approfondire l'argomento con l'aiuto dell'avv. Antonia Marsaglia che, grazie al suo interesse per i metodi alternativi di risoluzione dei conflitti, si occupa da anni di arbitrato e specificamente dal 1995 di mediazione nel suo studio di Milano.

Che cos'è la mediazione, avv. Marsaglia? 

"La mediazione è una procedura extragiudiziaria per risolvere le controversie: prevede l'intervento delle parti e di un terzo, il Mediatore, che assiste le parti affinché possano trovare un accordo per risolvere la controversia". 

Quali sono le caratteristiche della procedura di mediazione? 

"Le caratteristiche essenziali della mediazione sono: 
• la volontarietà: ci può essere mediazione solo se le parti sono disposte ad adoperarsi per trovare una soluzione amichevole per la lite, le parti possono andarsene in qualsiasi momento; 
• la partecipazione diretta: le parti sono fisicamente presenti (nel caso di persona giuridica partecipa persona con poteri decisionali), possono essere assistite da consulenti, ma vengono direttamente interpellate dal Mediatore; 
• l'assenza di un organo giudicante: la procedura è guidata dal Mediatore, terzo neutrale, si svolge con la partecipazione diretta delle parti e si conclude con un accordo che esprime la soluzione identificata dalle parti; 
• la flessibilità: la procedura non ha regole fisse e quindi può essere adattata dal Mediatore e dalle parti a ciascun caso specifico; 
• la rapidità: spesso dura solo poche ore e raramente più di due o tre giorni; 
• i costi contenuti;
• la riservatezza: la mediazione si svolge in privato, ciò che viene detto rimane riservato ed il risultato è reso pubblico solo con il consenso delle parti; nessuna informazione data al Mediatore durante le sessioni private può essere comunicata all'altra parte senza il suo espresso consenso; 
• la neutralità: lì dove le parti non raggiungono un accordo, non si pregiudica in alcun modo il successivo ricorso ad arbitrato o a procedimento giudiziario; 
• l’efficacia : l’accordo raggiunto, omologato, produce gli stessi effetti di una sentenza".

 

CON LA MEDIAZIONE SI RISOLVONO DIRETTAMENTE LE CONTROVERSIE

 

Con la mediazione la parte sceglie di risolvere direttamente la controversia, operando al di fuori di quelle che sono le norme di diritto che definiscono la ragione e il torto, per esaminare le circostanze che hanno portato alla lite e le possibilità di transazione. 
Il procedimento è semplice e informale, breve, e spesso efficace. Il tutto ruota intorno alla figura essenziale, il Mediatore, che deve essere persona che ha ricevuto addestramento specifico. 

Ma, di fatto, l'avvocato, il consulente tecnico, il giudice, l'arbitro non fanno già mediazione quando cercano di comporre una lite? 

"Troppo spesso quando si parla di mediazione ai giuristi - prosegue l'avv. Antonia Marsaglia - ci si sente dire: ”Cercare una transazione è quello che si fa sempre” o “Lo faccio già da anni”. Non è vero. Quello che fanno l'avvocato, il consulente tecnico, il giudice, l'arbitro è cercare una soluzione transattiva che anticipa quello che potrebbe essere l'esito del giudizio o dell'arbitrato e ne mitiga gli effetti, stabilendo reciproche concessioni.  

Il Mediatore, invece, guida le parti per fare loro gestire direttamente la situazione di conflitto che si è creata, portando l'attenzione delle parti sulle loro esigenze ed insoddisfazioni (non i loro diritti ed obblighi), e le loro aspettative (non l'esito prevedibile di un procedimento), portandole a focalizzare le alternative di soluzioni a breve e a lungo termine, alla luce della cultura di ciascuno, affrontando le questioni sul piano dei reciproci interessi.
 
Il conflitto si crea quando riguardo a un'interazione, un processo, un prodotto o un servizio c'è insoddisfazione. Questa insoddisfazione può essere innescata da fattori diversi: delusione di aspettative, competitività sugli obiettivi, conflitto di interessi, mancanza di comunicazione. Il disaccordo è una diretta conseguenza della insoddisfazione". 

Dal punto di vista pratico, come si procede ad una mediazione? 

"Il ricorso alla procedura di mediazione può essere previsto dal contratto commerciale, la classica clausola compromissoria che prevede l'arbitrato, può essere preceduta da una disposizione che invita le parti a fare prima ricorso alla procedura di mediazione ed è previsto per legge prima della instaurazione di una causa in materia di condominio, diritti reali, divisione, successione, ereditaria, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, risarcimento danni per responsabilità medica o sanitaria, diffamazione, contratti assicurativi, bancari, finanziari...

Lì dove le parti non hanno previsto il ricorso alla conciliazione nel contratto, potranno comunque iniziare una procedura di conciliazione, rivolgendosi  ad un Centro di Mediazione che nominerà un Mediatore ed amministrerà la procedura. 
Durante un procedimento giudiziario, il giudice stesso può invitare le parti a ricorrere alla mediazione, questo avviene spesso lì dove proseguire il giudizio significa affrontare complicate e costose escussioni di prove, che potrebbero anche non essere determinanti". 

Ma ci sono delle procedure ben definite da seguire?

"Non esistono regole di procedura per la mediazione, giacché è bene che tutto si svolga nel modo che il Mediatore ritiene più opportuno per facilitare le parti ad esaminare il problema, ma secondo lo schema convenzionale una mediazione si evolve in cinque fasi: la presentazione di brevi note scritte delle parti al mediatore, riunioni congiunte per la presentazione orale del caso, chiarimenti e discussione tra le singole parti e il Mediatore in riunioni separate, riunione finale per concordare i termini dell'accordo, formalizzazione dell'accordo. Ogni Mediatore tende ad avere un suo stile, un suo modo di procedere, che adatta di volta in volta al caso specifico" conclude l'avv. Antonia Marsaglia

 

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