Economia
La Svezia stacca la spina a Tesla, scontro totale tra Musk e i sindacati

Mentre i 130 dipendenti della TM (Sweden) chiedono il contratto nazionale dei metalmeccanici, Musk non ne vuole proprio sapere
È "guerra" tra Musk e i dipendenti della TM Sweden, si fermano le attività in Svezia
È scontro totale tra Musk e i sindacati svedesi. I 130 dipendenti della TM Sweden (la Tesla svedese, che distribuisce, ma non produce le celebri auto elettriche) hanno chiesto che venisse loro applicato il contratto nazionale dei metalmeccanici. E Musk, che non è per niente amante dei contratti collettivi, ha risposto due di picche. Sì perché dei circa 130 mila dipendenti di Tesla nel mondo, neanche uno è sotto questo tipo di contratto.
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La concezione del mondo di Musk si fonda su un individualismo sfrenato, estraneo ed ostile alla solidarietà collettiva che esprime il sindacato. Inoltre, in questo momento, il sindacato americano dell'auto, la Uaw, è all'offensiva per estendere la sua rappresentanza e la Tesla è il traguardo più ambito: cedere in Svezia significa creare un precedente. Ma il sindacato svedese sa che, se Musk la spunta, anche altre aziende, che oggi firmano di routine i contratti collettivi, come scrive Repubblica, potrebbero ripensarci.
Così, il conflitto è deflagrato. Se la Tesla fa barricate contro ogni trattativa, anche il sindacato ha scelto una linea molto dura. E le 470 officine che assicuravano l'assistenza alle macchine di Musk hanno annunciato che, d'ora in poi, nelle Tesla non metteranno le mani.
Il sindacato degli elettrici ha sospeso la manutenzione delle 213 stazioni di ricarica per le Tesla: “se qualcosa si rompe, noi non la aggiustiamo” ha chiarito il sindacato. Gli addetti alle pulizie hanno smesso di svuotare cestini e passare l'aspirapolvere negli uffici e nei magazzini Tesla. Anche i postini boicottano la Tesla e la cosa è più grave di quello che sembra: in Svezia sono le poste a recapitare ai proprietari le targhe delle nuove auto. Che, comunque, non ci sono: i portuali si rifiutano di scaricare sulle banchine dei porti svedesi le auto di Musk.
Ma non solo la Svezia. A unirsi nella causa contro il miliardario sudafricano sono anche Norvegia e Danimarca, le quali hanno annunciato che le Tesla non potranno essere sbarcate, oltre che in quelli svedesi, neppure negli altri porti della Scandinavia. Sembra dunque che, per una volta, Musk abbia trovato pane per i suoi denti.