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Economia
Lavazza inciampa nei film di Chili: bruciati 25 milioni di euro in soli 5 anni
Giuseppe Lavazza

Lavazza, nel 2022 la quota in Chili è stata interamente svalutata rispetto al precedente valore di 2 milioni 

Non è stato un grande investimento quello della famiglia Lavazza, proprietaria dell’omonimo gruppo del caffè presieduto da Giuseppe Lavazza e controllato dall’omonima famiglia, in Chili, piattaforma streaming di film fondata da Stefano Parisi e guidata da Giorgio Tacchia di cui i Lavazza tramite la Torino 1895 sono primo socio con oltre il 18%. Il bilancio 2022 della società-veicolo dei Lavazza, infatti, riporta che la quota in Chili oggi vale zero perché è stata interamente svalutata rispetto al precedente valore di carico di circa 2 milioni.

Perché il drastico writeoff? “Tenuto conto del protrarsi del progetto di quotazione preannunciato nell’esercizio precedente - si legge nella nota integrativa - che non è tuttora giunto a conclusione nelle tempistiche originariamente previste e anche tenuto conto della più accentuata situazione di incertezza dei mercati, i cui effetti si riflettono anche sul processo di quotazione, si è ritenuto opportuno in un’ottica prudenziale svalutare integralmente la partecipazione”.

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Ma la storia dell’investimento dei Lavazza in Chili è significativa del poco azzeccato investimento: la quota, infatti, viene acquisita nel 2018 e portata in carico nel bilancio di quell’anno a 25 milioni trasformando poi dei warrant per oltre 4 milioni. Ma già nel bilancio 2019 viene effettuata una forte svalutazione di ben 29 milioni portando il valore di carico a poco più di 900mila euro, poi passati a 1,9 milioni nel bilancio successivo a seguito dell’acquisto di altre azioni. Si può quindi dire che investendo in Chil i Lavazza hanno perso 25 milioni in soli 5 anni.

Del resto il bilancio 2021 di Chili (ultimo disponibile) s’è chiuso con un rosso di oltre un milione di euro che s’è aggiunto agli oltre 70 milioni di perdite accumulate negli anni precedenti e finora non ripianate. Anche i ricavi non sono stati brillanti perché anno su anno sono rimasti stabili a 43,6 milioni e i debiti sono aumentati da 5,6 a 12,5 milioni. Lo scorso settembre Chili ha deliberato un aumento di capitale fino a 5,5 milioni, la cui sottoscrizione si chiuderà alla fine di quest’anno. Torino 1895 nel 2022 ha registrato una piccola perdita (230mila euro). Gli altri asset sono il 20,8% della quotata Ivs Group e il 59,3% di Tosetti Value Sim.

Tra gli altri soci, la lussemburghese Capsicum S.c.A., il fondo Antares guidato da Stefano Romiti e Giuseppe Ferrara, amministratore delegato di Negentropy.

 

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