Economia
Legge bilancio, Conte unisce Landini e Boccia: poche le risorse sul cuneo

L’idem sentire sulla sforbiciata al cuneo fiscale, ovvero il rapporto tra le imposte sul lavoro (dirette, indirette e contributi previdenziali) e il costo del lavoro complessivo, era già nel Patto per la fabbrica, l'accordo interconfederale sulle relazioni industriali siglato lo scorso anno fra la Triplice, Cgi-Cisl-Uil, e la Confindustria. Ora che il Governo Conte il taglio del prelievo fiscale alle buste paga dei lavoratori lo ha messo in cantiere per la prossima legge di bilancio e sul tavolo della nuova concertazione con le parti sociali, Viale dell’Astronomia e la confederazione sindacale di Maurizio Landini, la più barricadiera delle sigle, si trovano d’accordo, in maniera non usuale, anche sulla manovra che l’esecutivo sta disegnando. In passato, infatti, non sono state molte le volte in cui gli industriali e il sindacato di Corso d'Italia l'hanno pensata allo stesso modo sulla principale misura di politica economica del governo.
Secondo quanto previsto dalla Nota di aggiornamento al Def, che contiente l’architrave della prossima manovra, il taglio al cuneo fiscale partirà a luglio del prossimo anno e prevedrà una sforbiciata di circa 2,7 miliardi (0,15 punti percentuali di Pil), che nel 2021 salirà a 0,3 punti, pari a 5,4 miliardi. Impegno che dovrebbe esser poi confermato anche nel 2022, spalmando l'intervento su un triennio. Ne beneficeranno i lavoratori con reddito annuo fino a 26 mila euro.
Misura che sia per Confidustria di Vincenzo Boccia sia per Landini è insufficiente. Un’opinione che di fatto dà argomenti al segretario di Italia Viva Matteo Renzi per continuare a criticare quella misura fiscale appellata dal senatore di Rignano come “pannicello caldo”.
C'è da dire che in Viale dell’Astronomia i vertici hanno assunto una posizione più morbida, rispetto a quelli che sono invece i desiderata della base degli imprenditori.
Se per il presidente dell'associazione dell’Aquilotto e la direttrice generale Marcella Panucci l'ammontare delle risorse non è soddisfacente, ma viene apprezzato l’impianto complessivo della manovra che, attraverso il controllo del deficit, deve sostenere non solo i consumi ma anche evitare di danneggiare la credibilità contabile del Paese e la fiducia dei mercati, al contrario il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti e il numero uno di Assolombarda Carlo Bonomi (che di Boccia vuole raccogliere il testimone alla guida di Viale dell'Astronomia) hanno sottolineato la mancanza di discontinuità in senso anticiclico della legge di bilancio. Tanto che il presidente degli industriali milanesi si è spinto a chiedere per il prossimo anno un taglio al cuneo di almeno “13-14 miliardi”.

"Noi siamo perché il taglio del cuneo fiscale venga assolutamente fatto, ma le cifre che oggi il governo ha messo sul tavolo le consideriamo ancora non sufficienti. Cifre che vanno aumentate e vogliamo una risposta da parte del l’esecutivo", ha tuonato Maurizio Landini, che dopo aver apprezzato al termine del primo incontro con Palazzo Chigi il nuovo metodo concertativo del governo per la politica economica, ha già abbandonato i toni concilianti verso la nuova maggioranza Pd-M5S.
“Per noi la riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati deve esser fatta già a partire da questa legge di stabilità e già adesso si deve definire come cresce sia per il 2021 che per il 2022”, ha aggiunto Landini. Che ha bocciato anche la platea dei beneficiari dell'alleggerimento del prelievo in busta paga immaginata dal governo.
“Queste risposte non devono riguardare solo i lavoratori fino a 26mila euro ma ci deve essere necessità che ci sia un allargamento che riguardi l'insieme dei lavoratori e dei pensionati”. Insomma, oltre al fuoco di fila di Renzi e ai dubbi au alcune coperture finanziarie da far saltare fuori soprattutto dalla lotta all’evasione per scongiurare le clausole di salvaguardia e la mini-manovra fiscale, la strada della prossima manovra comincia a farsi in salita.
@andreadeugeni