Economia
Legge di bilancio, 4 miliardi in più per la transizione 5.0
Nella nuova legge di bilancio, appena presentata, c’è massima attenzione al mondo delle imprese, come ha dichiarato anche la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa

Giorgia Meloni
Legge di bilancio, 4 miliardi in più per la transizione 5.0
Nella nuova legge di bilancio, appena presentata, c’è massima attenzione al mondo delle imprese, come ha dichiarato anche la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa “So - ha ammesso la premier - che le imprese si aspettavano qualcosa di più" ma, ha contro argomentato, i circa otto miliardi di investimenti "sono risorse che io punto ad aumentare", segnatamente "quelle che riguardano iperammortamento e superammortamento. Lo posso fare con altre risorse, è già nei nostri intendimenti. Chiaramente c’è un tema di interlocuzioni che vanno fatte a un altro livello ma penso che ci sia comunque uno sforzo significativo che si concentra sulle priorità che sono state richieste per quello che riguarda le aziende".
"Noi finora - ha ricostruito nel dettaglio la premier - avevamo rifinanziato i contratti di sviluppo di industria e turismo, rifinanziato la nuova Sabatini per gli investimenti nei beni strumentali, avevamo portato avanti transizione 4.0, avevamo poi affiancato transizione 5.0 con 6,3 miliardi di euro di risorse. In Legge di Bilancio, ora sono previsti lo stanziamento di 4 miliardi di euro per la Nuova Transizione 5.0, che proseguirà in continuità con il precedente Piano 5.0 e con Industria 4.0, ma senza i vincoli del Green Deal che ne avevano limitato l’applicazione ai settori energivori. Avrà procedure semplificate e sosterrà le imprese nell’affrontare due sfide decisive: quella energetica e quella dell’innovazione. Sosterrà da subito gli investimenti in beni strumentali e in interventi di efficientamento energetico, prevedendo un extra deduzione per le imprese che conseguiranno specifici obiettivi di risparmio energetico. Il nuovo incentivo opererà attraverso il meccanismo dell’iper-ammortamento, che rispetto al credito d’imposta avrà effetti sul bilancio dello Stato diluiti negli anni a partire dal 2027.
Il vecchio Piano Transizione 5.0 incentiva i progetti di innovazione avviati a partire da gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e i relativi investimenti effettuati in beni materiali e immateriali in grado di apportare una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% delle strutture produttive localizzate nel territorio nazionale o, in alternativa, dei processi produttivi interessati dall’investimento (in questo caso la riduzione non deve essere inferiore al 5%). Come detto, a dicembre 2024 è giunta la comunicazione ufficiale del ministro Urso che annunciava modifiche sostanziali, approvate dalla Commissione Europea. Esse riguardano la semplificazione delle procedure di calcolo dei consumi energetici; la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei; l’inclusione una maggiorazione per i pannelli fotovoltaici realizzati in Europa e la definizione di un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni. Un forte impulso al sostegno degli investimenti delle imprese sull’innovazione green.
E risultati si sono visti immediatamente. “Anche Transizione 4.0 ha richiesto circa un anno prima che le aziende cogliessero appieno la filosofia e i benefici per cui era stato pensato. Lo stesso accade con la nuova misura, più complessa e che pone elementi di novità. Inoltre, non ha funzionato l’incertezza normativa e gli eccessivi vincoli», evidenzia Luca Melioli. titolare dello studio d’ingegneria e formazione IngFor, specialisti dei temi riguardanti Industria 4.0 e 5.0. «Proprio considerando la curva in netta progressione negli ultimi tempi delle richieste di prenotazione, fanno ben sperare. È probabile che molte aziende che avevano i requisiti potenziali, non erano pronte dal punto di vista dei dati. Così hanno ritardato la richiesta di prenotazione del beneficio finché non hanno preparato tutto il necessario per accedere alla misura». dice ancora l’esperto.
La Nuova Transizione 5.0 prevede due filoni di investimenti in beni strumentali. Lo sconto più forte riguarda proprio questi interventi "finalizzati - è scritto nel testo della manovra - alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica, ivi compresa la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva cui si riferisce l'investimento, non inferiore al 3 per cento o, in alternativa, la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall'investimento non inferiore al 5 per cento". In questo caso "la maggiorazione del costo di acquisizione degli investimenti di cui al comma 3 si applica nella misura del 220 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 140 per cento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 90 per cento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro".
Ma è previsto un iper-ammortamento anche per gli investimenti in genere per l'innovazione e per il settore energetico per i quali - è scritto nel testo - "il costo di acquisizione è maggiorato nella misura del 180 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 100 per cento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 50 per cento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro". Anche le imprese energivore, prima escluse dal meccanismo sicuramente più complesso del credito d'imposta della vecchia 'Transizione 5.0', potranno usufruire del beneficio. Potrà essere cumulato con ulteriori agevolazioni finanziarie nazionali ed europee (anche se la base di calcolo dovrà essere al netto di queste risorse). Insomma, ora sembra che ci siano tutte le condizioni per far sì che questa importante misura dispieghi appieno i suoi effetti.