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Economia
Mannheimer: "Gli italiani non vogliono più il sostegno all'Ucraina"

Guerra e sostenibilità, intervista al sociologo e sondaggista Renato Mannheimer

“Le tematiche green sono sempre più importanti per le persone. Ma la sostenibilità economica della transizione rimane lo scoglio più grande da superare”. Renato Mannheimer, sociologo milanese, spiega ad Affaritaliani.it come la percezione dell’urgenza relativa alle tematiche ambientali si mescoli per forza di cose con la necessità, per le famiglie, di far quadrare i conti. E mette in guardia: “Metà della popolazione non ne può più del sostegno all’Ucraina”. 

Mannheimer, davvero le persone sono interessate alla transizione green? O è più un argomento “di facciata”?

Al contrario, i cittadini italiani sono sempre più convinti che si debba procedere in un’ottica di sostenibilità. Sono anni che misuriamo un trend crescente, non si tratta di una moda ma di un’urgenza che viene tradotta anche in comportamenti concreti. In Italia, diversamente dagli altri Paesi, non c’è un partito che sia espressione delle tematiche ambientali e sono quindi i cittadini stessi che si fanno portavoce con la politica di questi argomenti.

Come mai i verdi, che in altri Paesi spostano gli equilibri dei governi, da noi sono praticamente inesistenti?

Perché fin dalla loro nascita nel nostro Paese si sono collocati a sinistra dello schieramento politico, mentre in altri Paesi esulano dalla dicotomia destra-sinistra, tanto che alcuni partiti verdi hanno sostenuto governi conservatori. 

La sostenibilità però ha un costo: gli italiani sono pronti a sostenerlo?

Sì e no. Si percepisce l’importanza della transizione energetica ma si capisce anche che il momento è difficile. Il tema delle bollette è drammatico ed è percepito come il tema per antonomasia in questo momento. A parole c’è un 30% degli italiani disposto a spendere di più per un prodotto sostenibile, ma dipende di che cosa parliamo: se si tratta di un vestito va bene, ma un’auto ha un costo decisamente differente. Il 60% della popolazione oggi è in difficoltà a causa dei rincari, sta già facendo dei sacrifici e teme di non poter sopportare ulteriori incrementi di spesa. 

Se gli italiani sono davvero così propensi, almeno sulla carta, a parlare di sostenibilità come mai hanno votato la coalizione che aveva meno puntato su questo tema? Può essere questo un argomento e un terreno di scontro?

La luna di miele generalmente finisce per motivi economici. Dopodiché è vero che la sostenibilità non è ai primi posti nell’agenda del governo, ma potrebbe diventarlo. E comunque le obiezioni fatte alla decisione europea in materia di automobili partono da alcune considerazioni economiche volte a difendere il nostro Paese: si tratta di un’idea di politica diversa da quella portata avanti dall’Europa.

C’è stato anche dell’opportunismo in questo contrasto all’Ue?

Non parlerei di opposizione, specialmente nei confronti dell’Ue. La Meloni, quand’era all’opposizione, ha effettivamente preso posizioni critiche, ma adesso mi sembra che sieda a pieno titolo tra i sostenitori dell’Unione. Le critiche che sono arrivate da una parte del governo riguardano esclusivamente, almeno per ora, il tema della transizione automotive verso le vetture elettriche entro il 2035. 

Lei ha fatto riferimento all’incremento delle bollette e all’inflazione, due temi che sono legati a doppio filo al conflitto tra Russia e Ucraina: a un anno dallo scoppio della guerra, come vede gli italiani di fronte a questo tema?

Il governo è vicino al patto atlantico, i cittadini invece no, vogliono la pace perché temono che la guerra ci riguardi come economia più ancora che come terreno di scontro militare. La maggioranza della popolazione è ormai contraria all’invio di armi, e la metà degli italiani è contrario all’appoggio all’Ucraina. Non è che Berlusconi è diventato matto nei giorni scorsi, è che vuole dirottare verso Forza Italia una parte dei voti degli scettici che vorrebbero abbandonare il sostegno all’Ucraina. Nessun partito politico, per fortuna, si è fatto latore di questa proposta. Ma il vento è cambiato.

Ultima domanda legata all’attualità: si è appena concluso un Festival di Sanremo in cui non sono mancate le polemiche. Come l’hanno vissuto gli italiani? 

Il Festival di Sanremo è stata una cosa divertente, specialmente quest’anno, ma non ha avuto nessun effetto politico. Sono stati i partiti che, non avendo altro di cui discutere, si sono inalberati su questo o quell’altro tema. È vero che la maggioranza dei cantanti si colloca su posizioni di sinistra, ma questo schierarsi non ha spostato minimamente il pensiero politico degli italiani. O, se lo ha fatto, è stato solo in una piccolissima parte degli spettatori. Il Festival è stato molto divertente, perfino per me che me lo sono goduto con piacere.

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