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Economia
Mediaset,il ballon d'essai Discovery.Biscione in attesa delle proposte Vivendi

Discovery? Tanto rumore per nulla. Un ballon d’essai. Il report della merchant bank americana Raine, specializzata proprio sui settori dei media e delle telecomunicazioni, è la classica analisi che le banche d’affari sfornano quotidianamente e che sottopongono alle guide operative delle società con l’obiettivo di fatturare dopo l'apertura del relativo cantiere dell'M&A.

Fonti vicine a Mediaset descrivono infatti così ilprogetto Amerigo” fra il colosso Usa guidato da John Malone e il Biscione, in cui il potenziale advisor a stelle e strisce ha illustrato a maggio ai due broadcaster le opportunità di una fusione per rafforzare Discovery in Europa e consentire alla famiglia Berlusconi di diventare azionista importante di un gruppo in grado di fronteggiare l’avanzata dei colossi Netflix&C. Collaborazione, nella versione minima industriale su cui Mediaset avrebbe potuto essere più ricettiva, vista la reticenza di Fininvest a diluirsi, che aveva più senso - si fa notare - all’interno dell’architettura MediaForEurope, stoppata dai tribunali spagnoli e olandesi. Architettura in cui l'interesse del gruppo Usa derivava dalla forte presenza commerciale di Mediaset in Spagna e Italia, a cui aggiungere il controllo da parte di Cologno del 25% di ProSiebenSat in Germania, aree geografiche complementari a quelle in cui Discovery è presente in Europa.

vincent bollore arnaud de puyfontaine
 

Le fonti spiegano che la linea per l’operatività resta quella tracciata dal chief financial officer Marco Giordani nell’ultima conference call con gli analisti. Ovvero quella della necessità del consolidamento europeo per contrastare la potenza finanziaria degli Over the top a stelle e strisce, la strada dell’integrazione per i broadcaster comunitari, in cui Mediaset deve coinvolgere anche i francesi di Vivendi che torneranno presto in possesso del proprio pacchetto del 29,8% dei diritti di voto da far pesare in assemblea a Cologno.

Dopo il primo contatto “politico” il 9 settembre fra il Ceo del Biscione Pier Silvio Berlusconi e quello di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, in cui entrambe le parti sono convenute sulla necessità di trovare un accordo, il fronte resta incerto, anche perché da Parigi non è arrivata nessuna proposta concreta (anche di ritocco al precedente piano Mfe a cui oltretutto in una delle ultime lettere i transalpini si sono detti favorevoli). Nessun quadro operativo, all'interno del quale Mediaset potrebbe anche disegnare forme d’investimento per il socio francese come forma di compensazione per chiudere definitivamente la causa risarcitoria da tre miliardi. Querelle che dura ormai da quattro anni e che il Biscione deve ora sbloccare dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea.

LP 9570402
 

Pare questo il punto che, sulla carta, dovrebbe tirare ancora per le lunghe la ricerca di una soluzione alla diatriba fra i due gruppi che a quanto pare non passerà nemmeno per quello che potrebbe essere il lancio di una “TV free to air, almeno per la parte a pagamento, visto che Cologno dalla pay-tv è uscita nel 2018 e considerando le difficoltà odierne del settore che coinvolgono anche Sky.

Intanto, mentre domani è in calendario un’udienza al Tribunale di Milano sulla causa civile per risarcimento  dopo il naufragio dell’affare Premium (alle 9, appuntamento da cui non sono attese grandi novità) e il Consiglio dell’AgCom (l’ultimo della gestione Cardani che probabilmente passerà la palla alla nuova Agcom presieduta da Giacomo Lasorella) si riunirà il giorno dopo sulla delibera bocciata dai giudici del Lussemburgo, il Biscione resta sotto i riflettori dei broker dopo le indiscrezioni sull'interesse di Discovery. 

Equita infatti ha alzato la raccomandazione sul titolo a "hold" da "reduce", applicando un “premio speculativo del 15%”. Secondo gli analisti della Sim milanese “l'interesse di Discovery creerebbe ulteriore appeal speculativo sul titolo. Considerato lo stop al progetto Mfe, la possibilità di entrare a far parte di un gruppo internazionale come Discovery potrebbe essere una soluzione accettabile per Fininvest”, nonostante l'inevitabile diluizione. In ogni caso, hanno concluso gli esperti, “rimarrebbe da risolvere il contenzioso delle cause in corso con Vivendi”. 

@andreadeugeni

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