Mediaset, Vivendi alla prova delle authority. Le tre opzioni in mano a Bollorè - Affaritaliani.it

Economia

Mediaset, Vivendi alla prova delle authority. Le tre opzioni in mano a Bollorè

L’Agcom prende tempo, il governo studia mosse anti scalata, mentre Nagel suggerisce a Bolloré: trovi mediazione


 

Resta da capire non solo se e come una simile norma possa integrarsi con le soglie stabilite dalla direttiva Ue “Transparency” (recepita dall’Italia lo scorso anno e che ha alzato dal 2% al 3% la soglia delle partecipazioni rilevanti), ma che utilizzo se ne potrebbe fare nel caso in questione, non parendo possibile un’applicazione retroattiva. “Testi concordati non ce ne sono” al momento, ha confermato lo stesso Tomaselli. Intanto si avvicina la prima udienza del Tribunale di Milano, il prossimo 21 marzo, chiamato a giudicare il comportamento di Vivendi, tiratasi indietro dall’acquisto di Mediaset Premium. Prima di allora arriverà un accordo tra i due gruppi?

Fedele Confalonieri pochi giorni fa non ha escluso del tutto tale possibilità di un accordo finale, ma lo scorso fine settimana il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, comune amico sia di Silvio Berlusconi sia di Vincent Bolloré (è anche consigliere di amministrazione di Telecom Italia) è sembrato frenare, smentendo che siano in corsa trattative tra i due gruppi al momento. A Piazza Affari Mediaset resta così al di sotto, ma non troppo distante, dai 4 euro per azione (il titolo ha chiuso la seduta regolare in rialzo dell’1,15% a 3,876 euro per azione per poi salire nell’after hours a 3,90 euro), oscillando sui livelli visti tra l’aprile e il maggio dello scorso anno, quando le trattative per la cessione di Mediaset Premium ai francesi sembravano non presentare alcun problema.

Luca Spoldi