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Economia
Mercati, la Fed pompa liquidità. Consob: "Non serve chiudere la Borsa"
Foto LaPresse

Detto, fatto. Mentre i mercati finanziari continuano ad andare giù per la diffusione del coronavirus che ormai ha toccato tutti i Paesi mondiali, gli analisti avvertono che il maggior rischio nell'immediato per gli operatori economici è la liquidità, in primis sui bilanci delle imprese. Così, dopo esser intervenuta il tre marzo a sorpresa tagliando i tassi di interesse dello 0,5% (all’1-1,25%), la Federal Reserve ha annunciato l'aumento del limite per le operazioni sul mercato Repo overnight da 100 a 150 miliardi di dollari. "Gli aggiustamenti sono statti decisi per mitigare i rischi che le pressioni sul mercato finanziario possano danneggiare l'applicazione delle politiche", ha reso noto la Fed di New York, aggiungendo che continuerà ad aggiustare le operazioni di Repo secondo le necessità. 

jerome powell
 

L'aumento proseguirà fino al 12 marzo.  Inoltre, l'istituto guidato da Jerome Powell ha anche fatto sapere che aumenterà da 20 a 45 miliardi di dollari due operazioni di Repo a due settimane. In tutto, l'aumento permetterà alla Fed di offrire fino a 285 miliardi di dollari nel mercato Repo entro la fine della settimana, contro il precedente limite di 180 miliardi. La domanda infatti è aumentata questo mese, a causa della volatilità sulle Borse e delle incertezze economiche provocate dalla diffusione del coronavirus. 

In sostanza, la banca centrale americana fa operazioni marginali di rifinanziamento alle tesoriere di banche e imprese (liquidità), dietro lo scambio di titoli finanziari in garanzia per l’ammontare richiesto. Intanto, mentre si attende la risposta della Bce (riunirà il Consiglio direttivo giovedì 12 marzo) al sell-off sui mercati (dal taglio dei tassi d’interesse a una riduzione di 10 punti base di quello di deposito e a misure ad hoc per garantire direttamente la liquidità alle imprese) e da più parti in Italia si sono sollevate le richieste di chiudere Piazza Affari, la Consob ha rotto il silenzio e ha motivato il mancato stop delle contrattazioni del listino.

“Non abbiamo evidenza che gli andamenti della Borsa italiana siano riflesso di attacchi speculativi, salvo che non si voglia attribuire a questo termine la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro generate dagli effetti del coronavirus sull’economia”, fa sapere l’authority guidata da Paolo Savona che ricorda che tali effetti non sono correggibili con decisioni restrittive di Borsa, soprattutto se queste avvenissero in modo indipendente dai paesi membri dell'Unione Europea che sono investiti dagli stessi problemi che colpiscono l'Italia.

“La Consob ritiene - prosegue l’authority di Borsa - che la temporanea sospensione delle contrattazioni di singole azioni, intesa come pausa di riflessione imposta, già operante quando la caduta dei prezzi è in prossimità dei parametri previsti dai trading halt, introdotti per le sedi di negoziazione da Mifid II, stia ben funzionando, pur nei limiti di efficacia dello strumento e tenuto conto del contesto di mercato sfavorevole a livello di andamento delle Borse nel mondo. In ogni caso l'adozione del divieto unilaterale di short selling è valutata, secondo il Regolamento europeo, se la caduta dei corsi supera mediamente il 10% e in presenza degli altri presupposti.

“La sospensione di tutte le contrattazioni di Borsa - spiega ancora il comunicato - sarebbe invece una decisione che spegnerebbe l'indicatore di prezzo senza rimuovere le cause, generando problemi di mercato di non facile soluzione nell'immediato futuro”.

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