Economia
Merloni? L'ho conosciuto da vicino.Monica Setta ricorda "i suoi caffè"
Era il teorico della multinazionale tascabile...
Era il teorico della multinazionale tascabile, ma anche l'imprenditore illuminato, quello che agli operai chiedeva dei figli o dei problemi di casa, 'se hai bisogno di un giorno per la tua famiglia prendetelo poi avrai modo di recuperare'. Ma Vittorio Merloni, il patron di Ariston era anche molto altro. L'uomo che dal 1980 era stato per 4 anni uno dei più 'visionari' capitalisti italiani da presidente della Confindustria si è spento due giorni fa ad 83 anni dopo una lunga malattia che lo aveva ridotto ad una "paralisi" forzata da quell'attivismo bruciante eppure armonico che aveva caratterizzato tutta la sua vita. La fine, per usare una citazione, era nota da tempo. Da quando la malattia aveva fatto irruzione - inaspettata e violenta come sempre accade - in un'esistenza dorata ma raffinata, rarefatta, leggiadra.
Quante leggende intorno al Merloni miliardario con case sparse in tutto il mondo - da New York all'Europa passando per la sontuosa villa di Porto Cervo nel celebre Golfo di Romazzino dove risiede pure Carlo De Benedetti - sensibile al fascino delle donne, tuttavia fedele ad un unico matrimonio, quello con Franca Carloni che gli aveva dato i 4 figli Maria Paola, Antonella, Andrea ed Aristide. Ho conosciuto Vittorio la prima volta in Confindustria, erano gli anni '90 ed io ero la sola cronista donna in un mondo maschile, per giunta spesso in minigonna come tutte le ventenni rampanti. Gli chiesi di un'acquisizione che voleva fare, ne parlavano i giornali, io volevo sapere di più per fare un titolo forte. "Cara Monica, lei è troppo aggressiva. Se vuole la invito a prendere un caffè ma per avere un'intervista con me deve guadagnarsi la mia fiducia. Non sarà facile, se la sente?".
Certo che sì, bevemmo un caffè alla bouvette di viale dell'Astrononia ma per conquisare la fiducia di Merloni ci misi molto tempo.

Monica Setta
Amava non essere travisato, parlava chiaro ma il tono era quello dialogante di chi cerca comunque di far prevalere la proposta sulla protesta.
Ci fu un tempo in cui lo vedevo al di fuori della Confindustria, a Roma andava a cena nel salotto di una mia cara amica, la giornalista Clara de Marchi che era molto vicina anche a Luigi Abete. Aveva una casa bellissima in pieno centro, mi invitava spesso, come I'Avvocato Gianni Agnelli adorava il gossip che teneva rigorosamente per sé - quasi una leggerezza improvvisa in un'agenda dove non c'era spazio neppure per respirare.
Sono stata fra gli invitati alle nozze della figlia Antonella Merloni nel 2001, festa magnifica con un padre commosso ed intenerito fino alle lacrime, ma non era la prima volta che ero ospite nella magione della Costa Smeralda. Ci ero stata negli anni precedenti anche con Giuseppe Turani che di Vittorio era un amico sincero e leale. Ogni estate una festa, un modo per stare insieme a quelli che lui definiva 'amici'. Sui valori fondamentali della vita aveva le idee chiare.
Non sbagliava amici perché fiutava l'opportunismo lontano un miglio e se fingeva di non vedere durava un attimo - voilà, quella persona era già un capitolo chiuso.
Padre amabile, festeggiava i compleanni dei suoi figli ma anche gli anniversari delle nozze con Franca. Mi disse un giorno "Mi attribuiscono vari flirt, li lascio dire o fare. Io so che il mio amore è Franca, la donna che mi starà vicino fino all'ultimo giorno". Era vero. D'altronde Vittorio a modo suo non mentiva mai. Forse anche per questo era molto amato. Che il viaggio ti sia lieve Vittorio, sei stato un grande imprenditore ed un grande uomo. Sappi che hai lasciato un 'segno' anche nel nostro cuore.