Mfe accelera su Prosieben, via gli asset non essenziali e focus sul debito. Pier Silvio ha le idee chiare (e gli azionisti lo sanno) - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 14:30

Mfe accelera su Prosieben, via gli asset non essenziali e focus sul debito. Pier Silvio ha le idee chiare (e gli azionisti lo sanno)

Dal punto di vista finanziario le cose sembrano andare in fretta per non perdere i benefici derivanti da sinergie che dovrebbero aggirarsi in quattro anni intorno ai 315 milioni di euro

di Maddalena Camera

Mfe accelera su Prosieben, via gli asset non essenziali e focus sul debito

In una conference call con gli analisti non aperta alla stampa il direttore finanziario Marco Giordani ha spiegato alcuni passaggi finanziari e strategici che Mfe, la ex-Mediaset si appresta a fare dopo aver conquistato il 75,61% della società media tedesca Prosieben.

Dal punto di vista finanziario le cose sembrano andare in fretta per non perdere i benefici derivanti da sinergie che dovrebbero aggirarsi in quattro anni intorno ai 315 milioni di euro.

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Quindi il consolidamento inizierà già dal 1 ottobre. I soci di maggioranza assoluta italiani non firmeranno (pur potendo) nessun “domination Agreement” con Prosieben nei prossimi 6 o 12 mesi però sono pronti a chiedere ciò che volevano fin dall’inizio, ossia da quando Mfe era entrata nel capitale nel 2019. E dunque vendere gli asset non essenziali dato che, ha detto Giordani, “abbiamo bisogno di benzina per investire in contenuti e ridurre il debito”. 

Comunque se nessun membro del consiglio di sorveglianza dovesse dimettersi non si aspetterà la prossima assemblea Prosieben del 2026, ma verrà proposto un nuovo consiglio.  Secondo il documento consegnato agli analisti, un pro forma dei numeri del consolidamento, il debito di Mfe arriva a 2,5 miliardi di euro con ricavi (dalla controllata spagnola, alla stessa Mfe in Italia a Prosieben) a circa 6,9 miliardi con un margine lordo di circa 2,3 miliardi. 

La struttura azionaria di Mfe dopo l’Opa risulta,  secondo i diritti di voto, così costituita: Fininvest ha il 47,5% dei diritti di voto (e il 33,8% del capitale), Vivendi il 4,3%, Simon Fiduciaria 18,1%, Pff 1,7% e il 28,4% flottante in Borsa.

Simon Fiduciaria si era impegnata (dopo l’accordo siglato a conclusione della lunga querelle giudiziaria con Vivendi) a vendere la quota, ricevuta dai francesi, in cinque anni ma ancora non l’ha fatto perché evidentemente, tutti (Vivendi compresa che ha tenuto la sua quota) hanno sposato la strategia della tv generalista paneuropea elaborata da Mfe e dal suo ad Pier Silvio Berlusconi. In tre mesi le azioni Mfe A e B (queste ultime danno diritto a 10 voti, rispetto a 1 voto assegnato alle A) hanno infatti guadagnato il 25%.