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Economia
Migranti. Misure di Brexit , l'Italia è l'unico paese che si meraviglia
(fonte Lapresse)

I nuovi paletti all’immigrazione posti da Boris Johnson hanno meravigliato soltanto l’Italia che è sembrata 'la Bella Addormentata nel Bosco’.  Un Paese abituato in primis ad avere poche richieste di gente qualificata che vuole venire a lavorarci e molto più abituata a portare avanti politiche migratorie che pospongono la solidarietà all’effettiva necessità sul mercato del lavoro. Mercato del lavoro che purtroppo è molto basso per gli stessi italiani. Le persone che arrivano da noi sono per lo più cinesi e migranti o rifugiati in fuga dalla guerre nordafricane. I cinesi si portano da casa danari e voglia di lavorare e in decenni hanno modificato spesso in meglio alcuni profili cittadini. Basta a questo proposito andare a Milano a Chinatown per vedere come il vecchio quartiere tipicamente milanese di un tempo sia cambiato. Obiettivamente ha meno sapore ‘milanese’ ma fascino, sicurezza e frenesia di attività economiche certo non mancano.

Le misure sui nuovi visti di Brexit meravigliano solo l'Italia

Per quanto riguarda i migranti nordafricani il discorso è leggermente diverso. Nulla da dire sui richiedenti asilo che devono essere accolti e messi in condizione di sopravvivere. Qualcosa da dire invece su quelli che si fingono rifugiati ed invece arrivano qui senza alcunché: né conoscenza linguistica, né preparazione scolastica, né capacità professionale, né capacità di mantenersi ed, in nome di un ‘obbligo di solidarietà’ dovuto,reclamano i diritti degli stessi italiani.

E su questo approccio ’sbagliato’ buona parte dei nostri politici hanno cercato sempre di dichiararsi responsabili e a parte qualcuno hanno voluto aprire le maglie.

Va detto che qui da noi in politica il termine responsabili ha un senso molto diverso da quello che significa in altri Paesi. Da noi, unici al mondo, la parola ‘responsabili’ si usa per definire parlamentari dell’opposizione che, nella paura di perdere la poltrona con nuove elezioni evitano di far cadere il Governo sostenendolo. Un sostegno, direbbe qualcuno ipocrita, motivato dal fatto che si tiene al Paese. Talmente responsabili che il Paese in 70 anni di legislatura l’Italia ha cambiato, a partire dal 1943, circa 67 Governi.

Nei Paesi che invece hanno a cuore il futuro dei cittadini e lo sviluppo produttivo le norme sull’immigrazione sono diverse e molto più selettive.      

Il modello proposto in UK ( inglese, salario minimo garantito,professionalità adeguata) è molto simile a quello australiano, che funziona da circa 75 anni. Solo attualizzato ora per le esigenze odierne. Infatti siccome adesso occorre aumentare la popolazione con persone qualificate per coprire le necessità del mercato del lavoro la legge è stata aggiornata.

Coloro che richiedono il visto ricevono dei punti a secondo del livello d’inglese, della formazione universitaria, se in coppia quanta formazione hanno entrambi e se lavorano in settori considerati prioritari come ingeneri, infermieri, programmatori e informatici. L’età massima per richiedere un visto di lavoro è di 45 anni e il costo è di circa 2500 dollari.

Le misure sui visti di Brexit meravigliano solo l'Italia

In Canada il sistema è abbastanza simile. Ci sono tre categorie diverse per ottenere la residenza permanente: l’immigrazione economica, la condizione di rifugiati e la riunificazione familiare.

I migranti economici devono presentare nella richiesta il livello di preparazione scolastica, l’esperienza di lavoro, la richiesta di un impiego nel Paese e le proprie capacità linguistiche in inglese o francese. I richiedenti vengono valutati in base a punteggio.

In aggiunta il Quebec chiede ai candidati di passare un test riguardante i ‘valori democratici e nazionali’.

Per lavorare negli Stati Uniti è invece necessario un permesso che si ottiene attraverso diversi visti o la ‘green card’. Se lavori da espatriato per la tua impresa puoi farlo solo per questa impresa e al termine del contratto devi obbligatoriamente uscire dal Paese. La lingua non è richiesta ma le condizioni sono così tante e complicate che  la conoscenza della lingua rappresenta l’ostacolo minore. Per i fortunati c’è la lotteria dei visti ma pare più facile vincere al Superenalotto.

Con il Governo Trump sono state ridotte drasticamente le richieste di asilo, rallentati i processi di richiesta di residenza legale, negata la domanda a persone che dovrebbero ricevere aiuti statali , vietato l’ingresso a cittadini di 10 paesi musulmani e ristretto i visti alle donne incinta.

Tornando in Europa in Germania, dove sono liberi qualcosa come un milione  e mezzo di posti di lavoro, il Governo ha dato disponibilità a lavoratori qualificati extraeuropei.

La nuova legge dà la possibilità ai migranti economici di ottenere un visto di sei mesi per cercare lavoro. Per ottenerlo però devono dimostrare un livello basico della lingua tedesca, anche perché il CV deve essere compilato in tedesco. In questo periodo il migrante potrà avere un periodo di prova in un’azienda con contratto tipo di 10 ore settimanali. In questo modo entrambe le parti potranno decidere se è conveniente prolungare il contratto a tempo indeterminato. Dopo 18 mesi di lavoro continuato e senza aver avuto alcun problema con la giustizia il processo di visto prolungato va avanti.

 

Insomma a parte pochissimi Paesi, quelli industrializzati che pensano in maniera strategica al futuro, mettono paletti importanti e preferibilmente selezionano i migliori.

L’Italia è un unicum in Europa, a parte Grecia ed Albania che per quanto riguarda l’attrattività di lavoro e vita non sono fra i più gettonati.

In Italia pare essere molto facile entrare,  soprattutto se si arriva via mare.Tutti migranti che, per la maggior parte non hanno nulla, né titolo di studio, né alcuna preparazione, né parlano una lingua , tantomeno l’italiano e che vengono qui perché altrimenti non avrebbero altro posto dove andare.

E’ giusto che, nella terra che ospita il Vaticano, la parola accoglienza debba avere un significato diverso da quello di tanti altri posti. Ma è altrettanto giusto che si pensi in maniera strategica a far posto a coloro che davvero potrebbero dare un valore aggiunto al paese nel medio e lungo termine.

Siamo davvero sicuri che questa ‘apertura a 360 gradi’ sia la forma migliore di aiutare l’Italia e gli italiani? Tra gli industrializzati è quello che sta nelle condizioni più critiche e praticamente a sviluppo zero.

Dove ci può’ portare questo tipo di politica migratoria ?

 

 

 

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