Economia
Mps, inchiesta crediti deteriorati: indagato anche il presidente di Banco Bpm

Viola, Profumo e Salvadori nel mirino per false comunicazioni. Tra i nuovi nomi anche quello di Massimo Tononi. Il bilancio sale a dieci
Mps, caso crediti deteriorati: sale a dieci il numero degli indagati
Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm, Alessandro Falciai, ex presidente di Mps, Marco Morelli, ex Ceo del Monte Paschi ma anche ex dirigenti come Daniele Bigi, Arturo Betunio e Nicola Clarelli: sale a dieci il numero degli indagati nell'inchiesta della procura di Milano sulla contabilizzazione dei crediti deteriorati da parte di Banca Mps.
I nuovi nomi emergono dalla richiesta di proroga delle indagini, dal 28 febbraio 2022 al 31 maggio 2022. L'indagine vede indagati, come era già emerso, l'ex presidente Alessandro Profumo, l'ex amministratore delegato Fabrizio Viola, l'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori.
Gli ex dirigenti, si legge nella proroga, erano preposti "alla redazione dei documenti contabili societari" dell'istituto di credito senese. Le contestazioni per i dieci indagati, tra cui Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, vanno a vario titolo dal 2012 al 2017 e in particolare gli accertamenti si sono estesi anche fino "al bilancio BMPS 2017".
Nel dettaglio, secondo quanto emerge dalla richiesta di proroga delle indagini, riportata dall'agenzia economica Radiocor, Viola, Profumo e Salvadori sono indagati per il reato di false comunicazioni sociali per i conti di Mps dalla prima trimestrale 2012 al primo semestre 2015. Viola e Profumo sono indagati anche per i reati di falso in prospetto e manipolazione del mercato.
Sono indagati per il reato di false comunicazioni sociali gli ex dirigenti preposti alla redazione dei documento contabili societari Daniele Bigi (bilancio 2012) e Arturo Betunio (bilancio 2013-2014 e 2015). Per il bilancio 2015 è indagato anche l'allora presidente del cda Massimo Tononi, cui sono contestati i reati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Le indagini sono andate poi oltre al bilancio 2015 di Mps, riguardando anche i conti della banca del 2016 e 2017.
Per il bilancio 2016, sono indagati per i reati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato l'ex presidente Alessandro Falciai, l'ex ad Marco Morelli e il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Nicola Massimo Ciarelli. Questi ultimi due sono indagati per gli stessi reati anche per il bilancio 2017 della banca insieme alla allora presidente del cda Stefania Bariatti.
Nel maggio 2021, ricostruisce l'agenzia di stampa Ansa, "i periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, incaricati dal gip Salvini di verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche risultanti da tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017, nel procedimento che vedeva indagati all'epoca per falso in bilancio i soli ex vertici Profumo, Viola e Salvadori, avevano depositato la loro maxi perizia".
Un lavoro di oltre 6mila pagine dal quale emergeva che, sottolinea l'Ansa, tra il 2012 e il 2015, "Mps non aveva contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci rettifiche su crediti per complessivi 11,42 miliardi di euro, pari a 7,766 miliardi al netto dell'effetto fiscale, cifra 'di importo pressoche' analogo' agli 8 miliardi chiesti al mercato con gli "aumenti di capitale avvenuti fra il 2014 ed il 2015".
La perizia era stata disposta nel dicembre 2019 dal gip, che aveva respinto la richiesta di archiviazione dei pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici e aveva ordinato nuove indagini. Poi, l'inchiesta e' passata ai pm Fontana e Cavalleri, che in questi mesi, proprio sulla base delle analisi dei periti, hanno effettuato le indagini, con numerose audizioni e acquisizioni di documenti, e da qui le nuove iscrizioni.
Nel frattempo, gli altri tre pm si erano 'spogliati' dell'inchiesta e risultano indagati a Brescia per omissione di atti d'ufficio, sulla base di denunce e anche nei confronti di consulenti della Procura, per la gestione di questo filone e, pare, anche del cosiddetto 'Mps 2' sul caso derivati quando la banca era guidata sempre da Profumo-Viola-Salvadori.
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