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Economia
Mps, la borsa scommette sul closing: UniCredit +5,1%. L'operazione sul FT

Allungo di UniCredit a Piazza Affari, in una seduta positiva per tutti i bancari in Europa. La banca guidata da Andrea Orcel aggiorna i massimi dal febbraio 2020, salendo a fine seduta del 5,1% a 11,54 euro. "Penso che si tratti di scommesse del mercato in relazione a progressi nell'operazione con Mps", ha commentato Vincenzo Longo, analista di Ig Markets. Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezionielative a passi avanti con il Mef per Rocca Salimbeni. Mps avanza dell'1% a 1,09 euro.

Della vendita di Rocca Salimbeni, oggi si è occupato il Financial Times. La banca più antica del mondo sta per spegnersi, ha raccontato il blasonato quotidiano finanziario della City. Il destino di Monte dei Paschi di Siena, nato come banca su pegno di beneficenza nel 1472 e crollato in un salvataggio del governo di 5,4 miliardi di euro quattro anni fa, si sta decidendo nei corridoi del potere a Milano e Roma. UniCredit, l'unico istituto finanziario italiano di rilevanza sistemica a livello mondiale, è pronto a accaparrarsi i pezzi migliori di Mps dallo Stato, che ne detiene il 64 per cento. Così facendo potrebbe anche innescare il tanto atteso consolidamento del settore bancario del Paese.

Con migliaia di posti di lavoro in gioco, “Operazione Monte Paschi” è diventata un campo di battaglia nella politica italiana, scatenando lotte intestine nel governo di coalizione guidato dall'ex presidente della Bce Mario Draghi. Quella intricata lotta politica sarà messa in mostra nelle elezioni locali a Siena del 3 ottobre.

Queste, sono state innescate dalle dimissioni dello scorso anno dell'ex ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, che ha lasciato l'incarico per diventare presidente di UniCredit dopo aver supervisionato il salvataggio di Mps nel 2017. Quelle elezioni hanno dunque sospeso gli sforzi della banca di Padoan per acquistare Monte dei Paschi. Ma questa non è altro che la calma prima della tempesta.

Se l’operazione UniCredit-Mps dovesse andare avanti, dovrebbero seguire una sfilza di altre operazioni domestiche, poiché i rivali più piccoli tentano di accasarsi per competere con le più grandi banche italiane, come Intesa Sanpaolo. “Le banche più piccole dovranno reagire se vogliono essere rilevanti e competere con i due maggiori gruppi bancari del Paese”, ha affermato Marcello Messori, professore di economia europea e governance economica presso l'Università Luiss di Roma.

Banco Bpm, con sede a Milano, una delle tante banche di medie dimensioni del Belpaese, è considerata la più propensa a guidare il consolidamento. “Il management di Bpm vorrebbe trovare una soluzione per la banca e non rimanere un obiettivo di acquisizione per troppo tempo”, ha affermato un banchiere d'investimento coinvolto in numerosi colloqui in corso. I dirigenti di Bpm hanno più volte manifestato interesse per l'acquisizione di Bper, che viene vista come un partner ideale, sia per dimensioni, sia perché ha sede nella vicina Emilia Romagna. Tuttavia, Bper è stata a lungo cauta su una simile fusione.

Molto dipenderà dal destino di Mps, che dovrebbe essere deciso entro pochi mesi. Il capo di UniCredit Andrea Orcel, prevede di scindere le parti più attraenti del prestatore toscano, lasciando al governo il compito di affrontare il suo ventre pieno di rischi. “Comunque vada, non sarà una pillola facile da ingoiare”, ha detto Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena ed ex dipendente di Mps. “La banca ha plasmato la città, nel bene e nel male”, conclude.

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