Economia
Mps, la guerra in Israele ha colpito duro. Preoccupa il rebus sulla cessione




Il titolo ieri ha perso il 6,25%, cresce la sfiducia sul nuovo round di privatizzazione
Mps, crollo del titolo in Borsa. Troppi i fattori che influenzano la banca di Siena
Mps deve fare i conti con l'incertezza sul suo futuro. Il governo Meloni studia le carte per capire quale possa essere la strada migliore per l'uscita. Ma questo clima incide sul titolo, la sfiducia sul nuovo round di privatizzazione, unita alle possibili conseguenze per la guerra in Israele e le tensioni sui titoli di Stato, hanno creato un mix di condizioni sfavorevoli e ieri Mps ha chiuso in netto ribasso: -6,25% a 2,45 euro. L'avvio della scelta dei consulenti - si legge su La Stampa - che avranno il compito di accompagnare il Ministero dell’Economia a imboccare la strada migliore per la "piena valorizzazione" del 64,23% in mano al Tesoro – operazione che stando alle intese con Bruxelles va fatta entro il 2024 – pesa su Siena. Negli anni si è parlato dell’istituto come perno di un nuovo giro di risiko bancario. Da subito esclusa Intesa Sanpaolo per motivi di Antitrust, il candidato più naturale era apparso Unicredit.
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Da che sono saltate le trattative, però, l’ad Andrea Orcel ha tolto il dossier dalla propria scrivania, preferendo scommettere sulla sua, di banca, con il buyback. Restano due possibili combinazioni: Banco Bpm (-2,8% in Borsa) e Bper (-4,7%), istituti - prosegue La Stampa - che hanno sempre negato interesse. C’è poi un problema legato al sistema Paese. Chiunque dovesse acquisire il Monte dovrebbe spiegare perché mai – in un momento difficile per l’economia e mentre tra Londra e New York faticano a capire le mosse del governo ad esempio sulle banche – qualcuno voglia aumentare l'esposizione sull’Italia. Mps, va detto, non è più il "fardello d’Italia", ma con l’ad Luigi Lovaglio, e grazie all'azione della Bce sui tassi, ha ritrovato la via della redditività. Tuttavia gli ostacoli, al di là della volontà dei possibili acquirenti, sono tanti oltre ai perennemente citati rischi legali e quelli della forza lavoro da allocare.