Economia
Nomine, il borsino aggiornato: Italgas, Invitalia, Snam, Aspi, Sace, Simest, Fincantieri e…
Il giro di poltrone che chiude il triennio meloniano è quello sulla carta con minore appeal, ma sarà anche quello con maggiori movimenti

Roberto Tomasi, Fabrizio Palermo, Bernardo Mattarella e Paolo Gallo
Nomine, da Italgas a Fincantieri: la terza tornata di "poltrone" del governo Meloni
Ritorna come ogni anno la più importante festività - laica, rigorosamente - per gli appassionati di finanza e potere: le nomine. Dunque, un brevissimo riassunto delle puntate precedenti. Quella che inizierà tra due settimane con l’assemblea di Italgas è la terza tornata di “poltrone” che verrà deciso dal governo Meloni. Il quale, se non ci saranno rovesciamenti dell’asse terrestre, diventerà il primo dai tempi di Silvio Berlusconi a poter esprimere per due volte consecutive le nomine per le partecipate più succulente, cioè le varie Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna.
Intanto, per chiudere il triennio serve concentrarsi su questo 2025 in cui ci sono società interessanti, seppur con un appeal solo in apparenza minore, rispetto a quelle del prossimo anno. Tradotto: i cda uscenti sono gli ultimi non espressione dell’attuale esecutivo. E se è vero che “comandare è meglio che fottere” vale la pena avviare una ricognizione adeguata.
Fincantieri
Molto si è detto sulla società di cantieristica che ha rivisto dopo anni difficili l’utile. Merito del buon lavoro dell’amministratore delegato Pierroberto Folgiero, che - anche qui a meno di cataclismi impensabili - sarà riconfermato al timone dell’azienda. Più incerto il futuro del presidente Biagio Mazzotta, nominato lo scorso anno per rimpiazzare il generale Claudio Graziano. Non sono in molti a scommettere sulla sua riconferma, mentre si fanno i nomi, con insistenza, di Teo Luzi, per quasi quattro anni comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Un pezzo grosso che restituirebbe a un militare la presidenza di Fincantieri.
Sace e Simest
Qui la difficoltà sale di livello. Pasquale Salzano, attuale presidente di Simest, sembra destinato a diventare ambasciatore in Marocco e quindi qualcuno dovrà prendere il suo posto. Chi? Sul tavolo ci sarebbero diversi nomi ancora coperti. In Sace si registra l’ostracismo bipartisan nei confronti della ceo Alessandra Ricci. Il Movimento 5 Stelle e il Pd hanno chiesto conto della modifica al sistema delle garanzie che sarebbe un aiuto consistente alle banche. Che succederà? Il borsino punta su una sostituzione della Ricci, probabilmente con qualcuno di interno, ma si vedrà. Quello che è certo è che la manager ha prodotto ottimi risultati nel bilancio presentato ieri. Oltre ai 58 miliardi mobilitati, c'è anche da rimarcare l'utile in crescita del 18% a 558 milioni.
Snam
In Snam si assiste a un meccanismo bizzarro per cui si mette in discussione un ceo che ha presentato la scorsa settimana (non mille anni fa) conti record con un utile netto rettificato in crescita del 10,4%. In genere gli si farebbe un applauso. Invece, per qualche strano motivo si assiste a un rumore di fondo che ne vorrebbe la cacciata da Snam. E perché mai? Nel caso comunque dovesse essere scelto l’avvicendamento, a prendere il suo posto potrebbe essere Paolo Gallo, attuale ceo di italgas, il cui nome ritroveremo in questo elenco. Gallo ha il grande merito di aver contribuito alla creazione di un gigante del comparto dopo l’acquisizione di 2i Rete Gas. Quindi, applausi per lui. Qualcuno fa il nome di Fabrizio Palermo, che siede al timone di Acea, ma se il manager dovesse decidere di lasciare la Piramide Cestia, per lui sarebbero pronte altre caselle, eventualmente.
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Invitalia
Bernardo Mattarella siede al timone di Invitalia. Bene ha fatto fino ad ora, ma qualcuno inizia a sostenere che il governo potrebbe comunque decidere di sostituirlo per avere in un luogo così nevralgico - con le grandi partite industriali ancora tutte da risolvere - un uomo più vicino alle esigenze del centrodestra.
Autostrade per l’Italia
Ultimo, ma non ultimo, Aspi. Qui la questione è complessa. L’attuale ceo, Roberto Tomasi, non sta vivendo un momento particolarmente favorevole. Dagospia cannoneggia quotidianamente contro di lui (è finito perfino nel cruciverba settimanale), ma anche da altre parti arrivano indicazioni di un momento complesso. Nessuno può togliergli i suoi meriti: ha guidato l'azienda nel difficilissimo periodo seguito all'uscita dalla galassia Benetton. E ha dovuto fare i conti con la pesantissima eredità della tragedia del Morandi. Ha lavorato bene e ha fatto segnare il record per investimenti in infrastrutture. Basterà per essere riconfermato? Forse no, ma è giusto anche riconoscere i meriti.
Certo, il suo non è stato un percorso senza ostacoli. A novembre Affaritaliani aveva dato notizia di uno scontro con Cdp per la remunerazione del manager e dello stop a un bonus da 1,7 mln che Tomasi avrebbe chiesto. Per questo, già allora il nostro giornale aveva formulato un’ipotesi, cioè che a prenderne il posto potesse essere, eventualmente, Fabrizio Palermo.
L’attuale ad di Acea conosce molto bene il mondo di Cassa Depositi e Prestiti e l’universo che gli gira attorno, dopo essere stato prima Cfo dell’ente di Via Goito e poi amministratore delegato. La sua avventura in Acea è fino ad ora assai commendevole e ha chiuso il 2024 con risultati record e un utile netto a 332 milioni di euro. Il suo mandato alla guida dell’azienda partecipata dal comune di Roma scadrà ad aprile del prossimo anno, poi si vedrà. Fonti a lui vicine riferiscono che la sua intenzione sia quella di concludere il suo mandato e poi, eventualmente, di valutare che cosa offre il mercato. Intanto, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, il suo nome dovrebbe comparire insieme a quelli di Flavio Cattaneo, Marina Broggi e Stefano Marsaglia nella lista di minoranza che verrà presentata da Francesco Gaetano Caltagirone già questo pomeriggio a borse chiuse.
A decidere chi eventualmente siederà al timone di Aspi sarà come sempre Fabio Barchiesi, il vero dominus di Cdp - il ceo Dario Scannapieco gioca una partita più nelle retrovie - e sulla sua scrivania il nome di Palermo, pur non essendo l’unico, è sicuramente tra quelli in evidenza. Per il resto, il gran ballo delle nomine continua, il ritmo accelera e i protagonisti a breve inizieranno a roteare come i famosi dervisci.