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Edison, primo semestre: crescita sostenuta nei 9 mesi con ricavi a €6,8 Mrd

Edison, i dati dei 9 mesi: utile di 435 milioni di euro, target EBITDA 2021 rivisto al rialzo

Il consiglio di amministrazione di Edison, riunitosi ieri, ha esaminato il Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2021, che si è chiuso con una decisa crescita di tutte le voci di bilancio grazie al contributo delle diverse aree di attività.

In particolare, nei primi 9 mesi dell’anno i ricavi di Edison sono aumentati del 51,5% a 6.849 milioni di euro da 4.521 milioni di euro dello stesso periodo del 2020, complici la ripresa dell’attività economica e l’incremento dei prezzi di vendita legato al mercato delle commodity.

In decisa crescita l’EBITDA che si è attestato a 676 milioni di euro con un incremento del 32,3% rispetto a 511 milioni di euro dei 9 mesi del 2020, grazie soprattutto al buon andamento della Filiera Energia Elettrica. Tale filiera ha visto il contributo positivo di tutte le aree di business che la compongono dalla generazione rinnovabile e termoelettrica, alle attività di ottimizzazione del portafoglio produttivo e a quelle downstream. In miglioramento anche la Filiera Attività Gas che registra anche il contributo di componenti one-off legate all’esito positivo della dismissione di Infrastrutture Distribuzione Gas (IDG).

Nei primi nove mesi dell'anno l’utile netto è stato pari a 435 milioni di euro a fronte della perdita di 78 milioni di euro dello stesso periodo del 2020. Il risultato è frutto del buon andamento industriale - favorito dalla ripresa dello scenario economico -, di elementi non ricorrenti correlati alle Attività non-Energy e, in positivo, dell’esercizio dell’opzione di riallineamento dei valori fiscali di alcuni asset e del goodwill. Il risultato netto corrente è di 326 milioni di euro.

L’indebitamento finanziario al 30 settembre 2021 scende a 407 milioni di euro da 520 milioni di euro al 31 dicembre 2020 e registra gli investimenti che Edison ha sostenuto, soprattutto nella generazione low carbon, oltre alle operazioni straordinarie realizzate nel periodo (acquisto del 70% di Edison Rinnovabili, ex E2i Energie Speciali, cessione delle attività E&P in Norvegia e di IDG), in coerenza con l’impegno ad accompagnare il Paese verso gli obiettivi di decarbonizzazione.

La validità delle scelte strategiche compiute nell’ultimo periodo da Edison per focalizzarsi sui settori della transizione energetica, i risultati conseguiti e il nuovo profilo di rischio della società hanno portato le agenzie di rating ad alzare la loro valutazione. In uno scenario di progressivo rafforzamento della congiuntura economica, si è assistito nei primi 9 mesi del 2021 a un sensibile recupero della domanda di energia e un incremento dei prezzi delle commodity dopo la contrazione avvenuta lo scorso anno.

In particolare, la domanda italiana di energia elettrica ha registrato un incremento del 6,2% a 239 TWh da 225,1 TWh dei 9 mesi del 2020. All’aumento della domanda ha corrisposto una crescita della produzione eolica (+5,3% a 14,6 TWh), idroelettrica (+0,7% a 36,7 TWh) e termoelettrica (+0,3% a 130,3 TWh), che hanno più che compensato il calo della generazione fotovoltaica (-3,4% a 21 TWh). In crescita anche le importazioni: +65,7% a 34,1 TWh. Sul fronte dei prezzi il PUN (Prezzo unico nazionale) si è attestato su un valore quasi triplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con quotazioni medie di 86,2 euro/MWh da 35,6 euro/MWh.

Analogamente la domanda di gas è cresciuta nel periodo del 7,2% a 53,2 miliardi di metri cubi da 49,6 miliardi di metri cubi nello stesso periodo del 2020. Con il segno più tutti i segmenti: i consumi di gas per usi civili sono cresciuti del 12% (a 20 miliardi di metri cubi), quelli industriali dell’8,4% (a 13,1 miliardi di metri cubi) e quelli per la generazione termoelettrica dell’1,9% (a 18,5 miliardi di metri cubi). Sul fronte prezzi, il gas spot in Italia ha avuto un valore medio di 31,8 centesimi di euro per metro cubo rispetto a 9,5 centesimi di euro per metro cubo nei primi 9 mesi del 2020.

In crescita anche le quotazioni del petrolio che nei primi nove mesi del 2021 hanno avuto un valore medio di 67,7 dollari il barile, in aumento del 59,1% rispetto a un valore medio di 42,6 dollari il barile nello stesso periodo del 2020. La domanda petrolifera ha mostrato un marcato recupero a livello globale grazie alla ripartenza delle attività produttive e dei trasporti dopo le restrizioni determinate dalla pandemia.

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