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India, cavalcare l’elefante. Le opportunità per le aziende italiane in India

Il convegno di Class editori dedicato alle occasioni di investimento e sviluppo per le imprese italiane in India

Quali sono le opportunità che il Sistema India offre oggi alle imprese italiane? Perché investire in India in questo momento? Queste alcune delle tematiche affrontate nel convegno “India, cavalcare l’elefante. Le opportunità per le imprese italiane nell’India post-covid” organizzato da Class Editori e dall’Ambasciata d’Italia in India.

L’obiettivo della conference è stato quello di analizzare le opportunità che il Sistema India  può offrire alle imprese italiane nel post-covid, in particolare negli ambiti legati alle infrastrutture, al commercio, alla digitalizzazione e alla transizione energetica

Dopo i saluti e l’apertura dei lavori da parte dell’Editor in Chief e CEO di Class Editori, Paolo Panerai, sono intervenuti i rappresentati delle istituzioni. 

Neena Malhotra, Ambasciatrice dell’India in Italia, ha sottolineato la longevità dei rapporti tra i due Paesi e le riforme che l’India ha messo in atto per continuare ad essere uno dei Paesi con più prospettiva di crescita nonostante la crisi causata dalla pandemia.

Vincenzo De Luca, Ambasciatore d’Italia in India, ha invece illustrato quelli che saranno i pilastri della collaborazione tra i due Paesi grazie al sostegno erogato dal Governo italiano, inedito dal punto di vista di risorse e di qualità: “Per la prima volta abbiamo adottato un piano d’azione quinquennale che ha fissato delle priorità ben definite. Abbiamo individuato settori ben definiti: economia verde, transizione energetica, infrastrutture sostenibili con focus ferroviario, meccanica e manifattura avanzata, industria 4.0, food processing, industria della difesa. Un partenariato a tutto campo al quale naturalmente si uniscono anche quelli che sono i tratti distintivi del made in Italy: industria creativa, modo, food, design

Dopo l’excursus di Manlio Di Stefano, Sottosegretario del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, sullo scenario geopolitico dell’India, la parola è stata lasciata alle aziende. 

Pierroberto Folgiero, Group CEO di Maire Tecnimont, è intervenuto sul tema delle transizione energetica e delle tecnologie verdi utilizzate dall’azienda per accelerare questo processo: “Siamo in India dagli anni settanta, abbiamo radici profondissime qui. Il tema della tradizione esegetica nasce da due grandi motori: il primo è quello della mobilitazione sociale, il secondo è liberarsi dalla dipendenza dagli idrocarburi. L’india, come l’italia, non ha un grandissimo vantaggio dall'economia degli idrocarburi perché ha grandi domande interne ma assenza di risorse naturali. Sappiamo che tutti i processi di decarbonizzazione partono dalle rinnovabili, quindi la prima considerazione è che l’India è un Paese dove le rinnovabili possono essere molto vantaggiose ed economiche. Transizione energetica non è solo produrre energia rinnovabile, ma è decarbonizzare l’industria. I macro trend tipici della decarbonizzazione si applicano alla perfezione in india; si tratta della biochimica, cha va a prendere il carbonio invece che dagli idrocarburi dagli scarti agricoli,  della chimica dei rifiuti e all’economia circolare, con cui noi stiamo lavorando in India con l'accordo con IOCL, e dell’elettrochimica, il grande trend dell’idrogeno che in Europa sta diventando gigantesco e che anche in India può essere molto interessante”.

Sullo stesso tema, ma nell’ambito dell’idrogeno, è intervenuta Alessandra Pasini, CFO e Chief International & Business Development Officer di Snam: “Il 2020 è stato forse l’anno dell’idrogeno, questa molecola è tornata al centro dell’attenzione di tutti venendo definita come la soluzione alla decarbonizzazione. L’india come tanti altri Paesi ha messo nel mirino un obiettivo di graduale decarbonizzazione. Le rinnovabili sono lo strumento principe attraverso il quale si produce l’idrogeno, attraverso un fenomeno elettrochimico di elettrolisi, e anche qui Snam porterà le proprie competenze tecnologiche avendo investito in De Nora, che è leader mondiale nella produzione di elettrodi e di celle per la produzione alcalina di idrogeno. A novembre abbiamo firmato tre accordi: uno con Adani che prevede la costituzione di una joint venture paritetica volta a promuovere lo sviluppo di infrastrutture per il rifornimento a gas dei trasporti, un altro con GreenKo centrato sulla promozione dell’ecosistema della filiera dell’idrogeno, infine un accordo con Indian Oil nell’ambito delle biomasse, in particolare biometano, e poi le infrastrutture. L’ultimo ambito è quello del GNL che può essere utilizzato nel mondo dei trasporti. Il nostro approccio all’India, come in tutti i Paesi, è quello di portare le nostre competenze e capitali, realizziare in loco infrastrutture con i nostri partner, ma soprattutto portare una visione integrata, vedendo l’intera filiera e avendo sempre attenzione alla sostenibilità”.

Una parte della conferenza è stata riservata al racconto di alcuni casi di successo di aziende italiane in India. ​

Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power e Head of Enel Global Power Generation, ha dichiarato: “Nel 2015 l’Enel ha deciso di investire in India, inizialmente con una piccola acquisizione di una società locale che aveva tre impianti eolici. Da lì poi Enel Green Power India ha cominciato a lavorare per lo sviluppo futuro; oggi abbiamo in fase di execution circa 900 MW di potenza aggiuntiva, più di 4 volte quella comprata nel 2015. Abbiamo lanciato l’anno scorso una challenge che si è conclusa nel 2020 “Enel Green power Ennovetion challenge”. È un contest di innovazione lanciato in India in collaborazione con Start Up India che ci ha permesso di selezionare alcune idee molto innovative come ad esempio un sistema di pulizia per i pannelli fotovoltaici che non utilizza l’acqua, un progetto che pensa soluzioni innovative nel mondo del cosiddetto agrovoltaico, infine quello di un sistema di intelligenza artificiale utilizzato per ridurre i rischi per la salute e la sicurezza per chi lavora in un impianto. Questi esempi solo per dire quanto sono importanti la sostenibilità e l’innovazione per raggiungere un obiettivo così ambizioso come quello che ci siamo dati in India, che prevede al 2022 di realizzare ben 175 GW di energia rinnovabile,  ma ben 450 GW al 2030”.

Nell’ambito delle  assicurazioni è intervenuto Anup Rau, MD & CEO di Future Generali: “Abbiamo un sistema di distribuzione multicanale, il 40% del nostro business riguarda la richiesta di apertura di polizze danni che vengono vendute retail. Nonostante ciò, il business ecommerce è cresciuto moltissimo. I premi sono raddoppiati negli ultimi quattro anni e la performance reddituale è quadruplicata  grazie a una crescita che ha permesso di deferire e spalmare meglio i costi fissi, inoltre abbiamo lavorato sul pricing e sulle tecniche di selezione”.

Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato per l’India un rimbalzo dell’ 11,5% nel 2021, il più alto di tutti i Paesi esaminati nelle previsioni del Fondo. Inoltre nel 2020 l’India ha avuto un aumento del 13% di investimenti diretti esteri, in un contesto di crisi che ha visto gli stessi cadere in tutto il mondo del 42%. Questi dati di crescita mettono in luce le grandi opportunità che le aziende italiane che investono all'estero possono trovare stringendo accordi commerciali e investendo in un Paese in forte crescita come l’India.

 

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