Corporate - Il giornale delle imprese
Intesa Sanpaolo, le Gallerie d'Italia di Napoli ospitano la mostra "Donne nella Napoli spagnola. Un altro Seicento"
Coppola (Intesa Sanpaolo): "Questa mostra credo sia un appuntamento imperdibile per quanti visiteranno Napoli durante le festività natalizie"

Intesa Sanpaolo, Gallerie d'Italia di Napoli: in mostra fino al 22 marzo 2026 "Donne nella Napoli spagnola. Un altro Seicento"
Intesa Sanpaolo apre al pubblico alle Gallerie d’Italia – Napoli, dal 20 novembre 2025 al 22 marzo 2026, la mostra Donne nella Napoli spagnola. Un altro Seicento, a cura di Antonio Ernesto Denunzio, Raffaella Morselli, Giuseppe Porzio ed Eve Straussman-Pflanzer, dedicata al ruolo delle donne nelle arti del Seicento napoletano.
L’esposizione, realizzata con il patrocinio istituzionale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, del Comune di Napoli e con la partecipazione dell’Università di Napoli L’Orientale, presenta sessantanove opere tra dipinti, disegni, manoscritti, sculture e manufatti provenienti da importanti musei italiani e internazionali, tra cui il Museo del Prado di Madrid, le collezioni reali spagnole, la National Gallery di Washington e la Fundación Casa Ducal de Medinaceli di Siviglia. Tra i capolavori in mostra spicca un’opera di Jusepe de Ribera che torna eccezionalmente a Napoli.
Nonostante l’interesse crescente per le tematiche di genere nella storia moderna, la storiografia sull’arte napoletana del Seicento si è finora concentrata principalmente su Artemisia Gentileschi, la cui esperienza meridionale era stata oggetto di approfondimento nella rassegna monografica delle Gallerie d’Italia di Napoli (2022-2023). La nuova mostra, invece, allarga lo sguardo all’intero secolo, indagando il contributo femminile alla vita artistica della città e riportando alla luce episodi e protagoniste finora confinati nella bibliografia specialistica.
Il progetto, fondato su ricerche d’archivio, interventi conservativi e campagne fotografiche dedicate, costituisce un punto di riferimento per studi futuri in un ambito ancora frammentario. Il percorso espositivo inizia con le rare presenze a Napoli di artiste “forestiere” come Lavinia Fontana e Fede Galizia, i cui lavori, realizzati agli inizi del secolo e in dialogo con le innovazioni di Caravaggio, documentano le fitte relazioni commerciali, collezionistiche e sociali che vedevano Napoli come crocevia culturale.
Un momento centrale della storia artistica del Seicento napoletano, e dunque del percorso espositivo, è rappresentato dal soggiorno dell’infanta Maria d’Austria, sorella di Filippo IV e regina d’Ungheria, tra agosto e dicembre 1630: un evento di grande rilevanza mediatica con significative implicazioni artistiche e di genere. Tra i vertici di questo contesto spiccano il ritratto dell’infanta realizzato da Diego Velázquez (Museo del Prado) e il ritratto realistico di Maddalena Ventura, la celebre “donna barbuta” degli Abruzzi, eseguito da Ribera per il viceré duca di Alcalá (prestito eccezionale della Fundación Casa Ducal de Medinaceli).
In questo clima fervido si collocano l’arrivo di Artemisia Gentileschi, con dipinti mai esposti in Italia provenienti da Boston, Sarasota e Oslo, e il breve passaggio di Giovanna Garzoni a Napoli. Ampio spazio è riservato a Diana Di Rosa, detta Annella di Massimo, considerata il corrispettivo napoletano di Artemisia, le cui qualità artistiche erano state già messe in evidenza dalla mostra del 2022-2023. Una sezione speciale è dedicata a due celebri figure femminili napoletane del Seicento: Andreana Basile, cantante tra le più rinomate del suo tempo, contesa dalle corti italiane, e Giulia Di Caro, la cui straordinaria parabola da meretrice a impresaria teatrale rappresenta un emblematico esempio di emancipazione femminile e riscatto sociale.
Accanto ai nomi più noti, la mostra valorizza artiste meno conosciute come Teresa Del Po, attiva tra Roma e Napoli e descritta da Leone Pascoli come "pittrice, diligentissima miniatrice ed accuratissima intagliatrice in acquaforte", e la ceroplasta Caterina De Julianis. Queste figure mostrano il contributo femminile nelle arti applicate e sono presentate in dialogo con opere della scultrice barocca andalusa Luisa Roldán, testimoniando la comune cultura mediterranea di cui Napoli, centro di prim’ordine nel sistema imperiale spagnolo, era parte integrante.
Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale delle Gallerie d’Italia, commenta: “Le Gallerie d’Italia concludono la programmazione dell’anno con una preziosa esposizione, un progetto di riscoperta di artiste e opere straordinarie, frutto di nuovi studi, supportato dai migliori curatori, accompagnato da ricerche negli archivi e da restauri, arricchito da prestiti eccezionali grazie al dialogo con importanti istituzioni del Paese e del mondo. Un altro Seicento è un’iniziativa di prestigio internazionale che prende avvio da un approfondimento su un capitolo significativo della storia artistica di Napoli, sottolineando ancora una volta il ruolo di riferimento delle Gallerie d’Italia nella promozione del patrimonio culturale italiano. Questa mostra, insieme al nostro meraviglioso Caravaggio e alle collezioni ospitate nel museo di via Toledo, credo sia un appuntamento imperdibile per quanti visiteranno Napoli durante le festività natalizie”.
