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Economia
Ocse: rivede al ribasso anche stime crescita Pil 2018 a +1%

Ocse: rivede al ribasso anche stime crescita Pil 2018 a +1% 

L'Ocse rivede al ribasso anche le stime sulla crescita del Pil dell'Italia nel 2018, portandola dal +1,2% delle previsioni di settembre all'1%. E' quanto emerge dall'Economic Outlook 2018 dell'organizzazione di Parigi.

PENSIONI QUOTA 100 BOCCIATA DALL'OCSE. Allarme. Riforma Pensioni news

L'Ocse boccia quota 100 pensioni, la misura proposta dal governo Conte per superare la Riforma Fornero sulle pensioni. "La riduzione dell'eta' pensionabile - si legge nell'Economic Outloo 2018 dell'Ocse - peggiorera' la (continua)

Ocse: l'Italia e' un rischio per l'Europa

L'Italia rappresenta un "rischio" per l'Europa. Lo ha detto la capo economista dell'Ocse, Laurence Boone, presentando l'Economic Outlook 2018 a Parigi. Secondo Boone "lo spread in Italia e' aumentato, ma il contagio e' limitato".

Ocse: se cresce spread a rischio banche e piu' costi per famiglie 

"Le rinnovate turbolenze dei mercati finanziari accelererebbero l'aumento degli oneri finanziari per famiglie e imprese e la sfiducia, riducendo la crescita degli investimenti e dei consumi". E' quanto emerge dall'Economic Outlook 2018 dell'Ocse, secondo il quale "un ulteriore aumento sostenuto dei rendimenti dei titoli di Stato danneggerebbe i bilanci delle banche e i coefficienti patrimoniali, il che potrebbero portare a minori prestiti". "Mentre le banche sistemiche stanno bene e sono ben capitalizzate e lo stock di crediti in sofferenza e' in calo, i bilanci delle banche sono vulnerabile a ulteriori aumenti dei rendimenti dei titoli sovrani". L'Ocse evidenzia anche che "i rendimenti dei titoli di stato sono aumentati di 185 punti base dalla meta' del 2018" e cioe' dall'insediamento del nuovo governo.

Ocse: spread Italia crea problemi a unione bancaria europea 

"Il recente aumento del rischio sovrano e bancario in Italia rende tale ancora piu' difficili politicamente" il completamento dell'unione bancaria europea e la realizzazione di un regime europeo comune di assicurazione sui depositi bancari. E' quanto emerge dall'Economic Outlook 2018 dell'Ocse. 

Ocse: politica espansiva governo Italia aumenta rischio spread 

"In Italia, con un debito pubblico elevato e una bassa crescita della produttivita', la prevista politica fiscale espansiva rischia di mantenere, o addirittura di aumentare, i premi al rischio sovrano, che peseranno sulla crescita". E' quanto si legge nell'Economic Outlook 2018 dell'Ocse.

Ocse: Italia prosegua su strada riforme e politica bilancio prudente 

L'Italia deve proseguire sulla strada delle riforme economiche e sociali e di una prudente politica fdi bilancio, se vuole migliorare la coesione sociale e stimolare la crescita". E' quanto emerge dall'Economic Outlook dell'Ocse 2018, secondo il quale "senza politiche di bilancio sostenibili, inevitabilmente il settore pubblico avra' meno spazio per fornire benefici e aiutare i poveri". Per questo, suggerisce l'Ocse "innalzare gradualmente il surplus di bilancio primario e stimolare la crescita e' la chiave per una riduzione duratura del rapporto debito pubblico/Pil". 

Ocse: economia Italia ha perso slancio, Pil +0,9% nel 2019-2020

"La crescita economica dell'Italia ha perso slancio e restera' debole". E quanto emerge dall'Economic Outlook per il 2018 dell'Ocse, il quale ha rivisto al ribasso le sue stime del Pil italiano per il 2019, portandolo a +0,9% dal +1,2% della previsione di settembre. Per il 2020 l'Ocse prevede una crescita dello 0,9%. Si tratta di valori nettamente inferiori rispetto alle previsioni del governo, che nel Def prevede un Pil in crescita dell'1,5% nel 2019 e dell'1,6% nel 2020. 

Pil: Istat, rischi al ribasso da export, clima incertezza e Bce 

Per l'Italia ci sono rischi al ribasso sul Pil che arrivano dal calo delle esportazioni, dal clima di incertezza degli operatori e dalla politica monetaria portata avanti dalla Bce. E' quanto sottolinea l'Istat nelle 'Prospettive economiche 2018-2019'. "L'attuale scenario di previsione - si legge nella nota - e' caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una piu' moderata evoluzione del commercio internazionale, da un aumento del livello di incertezza degli operatori e dalle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea".

Investimenti: Istat stima +3,9% nel 2018, +3,2% nel 2019 

Gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere del 3,9% nel 2018 per poi rallentare nel 2019 a +3,2%. Lo rileva l'Istat nelle 'Prospettive per l'economia italiana nel 2018-2019' e spiega: "Nell'anno in corso, il processo di ricostituzione dello stock di capitale e' atteso proseguire a ritmi sostenuti influenzato sia dal proseguimento del ciclo espansivo dei mezzi di trasporto sia dalle condizioni favorevoli sul mercato del credito". La quota degli investimenti totali rispetto al Pil confermerebbe una tendenza all'aumento (dal 17,6% del 2017 al 18,1% del 2018), con una lieve riduzione del gap rispetto alla media europea (20,6% nel 2017 e 20,9% nel 2018). Inoltre, prosegue l'Istat, "nel 2019 gli investimenti fissi lordi sono previsti espandersi a un ritmo piu' contenuto (+3,2%) rispetto all'anno precedente, alimentati prevalentemente dagli investimenti in costruzioni, che risulterebbero influenzati positivamente dalle misure di politica fiscale previste dal governo, e con minore intensita' dalla spesa in impianti, macchinari e armamenti e proprieta' intellettuale".

Manovra: Istat, da reddito cittadinanza fino a +0,3 punti Pil 

Misure di sostegno ai redditi come il reddito di cittadinanza pari a mezzo punto di Pil possono portare a un aumento del Pil fino a 0,3 punti percentuali. Lo sostiene l'Istat che nella nota sulle 'Prospettive economiche 2018-2019' dedica un capitoletto ai 'possibili impatti macroeconomici di specifiche politiche'. Uno scenario, quello dell'Istat, scenario si basa sull'ipotesi di una politica monetaria accomodante in grado di neutralizzare possibili tensioni sul credito. E spiega che nei primi anni questa misura porterebbe un aumento medio di 2 decimi di punto del Pil (sempre rispetto allo scenario base) e l'aumento potrebbe raggiungere i 3 decimi nel caso in cui si consideri l'impatto del reddito "direttamente come uno shock positivo sui consumi delle famiglie".

Inflazione: Istat, in risalita trainata da componenti piu' volatili 

Dalla fine della primavera l'inflazione al consumo ha registrato una netta accelerazione, che si e' consolidata nei mesi estivi. e' quanto rileva l'Istat nella nota sulle 'Prospettive 2018-2019'. La risalita e' stata determinata essenzialmente da fattori di origine esterna connessi agli effetti diretti e indiretti degli aumenti dei costi degli input energetici, influenzati dalla ripresa delle quotazioni petrolifere internazionali e dal deprezzamento del cambio dell'euro. Un'ulteriore spinta al rialzo e' derivata anche dai rincari dei beni alimentari. Lo scenario inflazionistico interno non ha segnalato, viceversa, mutamenti significativi rispetto al recente passato: le pressioni al rialzo originate dai fattori di costo endogeni sono, infatti, rimaste contenute, a fronte di un recupero moderato della dinamica retributiva e di una domanda di consumo stagnante. - In base all'indice per l'intera collettivita' (Nic) la crescita tendenziale dei prezzi al consumo e' salita dal +0,7% nel primo trimestre dell'anno al +1,5% nel terzo, attestandosi al +1,6% in ottobre.    L'inflazione di fondo (calcolata escludendo alimentari freschi e energetici) non ha manifestato significativi segnali di ripresa (+0,7% nel terzo trimestre e in ottobre), a sintesi di una dinamica tendenziale in aumento per i servizi e di una fase tuttora deflativa per i beni industriali non energetici. L'evoluzione dei prezzi negli ultimi mesi non si discostera' significativamente dai ritmi attuali, con una crescita media del deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie per il 2018 in linea con quella dell'anno precedente (+1,1%). Il deflatore del Pil segnera' un recupero (+1,3% l'incremento medio annuo) rispetto ai valori degli anni passati, incorporando gli effetti dei rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione.    Il prossimo anno, spiega ancora l'Istat, la dinamica dei prezzi risentira' ancora di un apporto inflazionistico delle voci energetiche, in presenza di quotazioni petrolifere piu' elevate rispetto al 2018 e di un deprezzamento in media d'anno del cambio dell'euro rispetto al dollaro.    Nel quadro di una dinamica retributiva positiva ma leggermente piu' contenuta rispetto all'anno precedente e di una domanda di consumo moderata, le determinanti interne dei costi forniranno un contributo alla crescita dei prezzi superiore in confronto al 2018. Il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie e' previsto crescere in media del +1,3% nel 2019, due decimi in piu' rispetto all'anno precedente. L'incremento del deflatore del Pil e' atteso confermarsi a +1,3%

Pil: Istat, nel 2018 rallenta a +1,1%, nel 2019 +1,3% 

Nel 2018 il prodotto interno lordo (Pil) e' previsto crescere dell'1,1% in termini reali, in rallentamento rispetto all'anno precedente. E' quanto rileva l'Istat nelle 'Prospettive per l'economia italiana nel 2018-2019'. La crescita del Pil risulterebbe in lieve accelerazione nel 2019 (+1,3%).  "In uno scenario di progressivo rallentamento dell'attivita' economica - scrive l'Istat - nel terzo trimestre 2018 il Pil italiano ha registrato, dopo tre anni di espansione, una crescita congiunturale nulla, che ha riflesso prevalentemente la fase di contrazione dell'attivita' industriale. Anche i piu' recenti dati sul commercio estero e gli ordinativi segnalano la persistenza di una fase di debolezza del ciclo economico che, secondo e l'indicatore anticipatore elaborato dall'Istat, e' attesa estendersi anche al quarto trimestre".    Nel 2018, il Pil e' quindi atteso aumentare dell'1,1% "supportato dall'espansione della domanda interna". E ancora spiega: "I consumi delle famiglie, seppure in significativa decelerazione, e la spesa per investimenti forniranno un contributo positivo alla crescita. In un contesto caratterizzato da un rallentamento degli scambi internazionali e in particolare delle esportazioni, il contributo della domanda estera netta risulterebbe negativo (-0,2 punti percentuali)".    Nel 2019, il tasso di crescita del Pil e' previsto pari all'1,3%, in lieve accelerazione rispetto al 2018, "sostenuto ancora dal contributo positivo della domanda interna, che risentirebbe positivamente di alcune delle misure di politica fiscale contenute nella Legge di Bilancio come quelle di contrasto alla poverta' e l'impulso agli investimenti pubblici. La domanda estera netta fornirebbe un contributo nullo alla crescita".  Nel biennio di previsione, in un contesto caratterizzato da una stabilizzazione dei ritmi produttivi su livelli inferiori a quelli degli anni precedenti, il mercato del lavoro manterra' comunque una dinamica positiva con un ulteriore aumento dell'occupazione e una riduzione del tasso di disoccupazione, che rimarra' comunque significativamente superiore a quello dell'area euro. L'inflazione e' prevista in accelerazione seppure con tassi di crescita inferiori a quelli dell'area euro". 

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