Omicron, il terrore dei media si fa sentire: Piazza Affari si tinge di rosso - Affaritaliani.it

Economia

Omicron, il terrore dei media si fa sentire: Piazza Affari si tinge di rosso

La variante Omicron e le incertezze sulla pandemia spaventano di nuovo i mercati europei. A Milano si salva Diasorin. In discesa anche il petrolio

Borsa, dopo il Black Friday di Wall Street in Europa torna la paura di una quarta ondata 

Dopo giorni turbolenti tra il Black Friday di Wall Street, la paura per la variante sudafricana e il rimbalzo dei mercati nella giornata di ieri, la quarta ondata di Covid-19 torna di nuovo a preoccupare i mercati europei. A pagare i timori di una minore efficacia dei vaccini sulla nuova variante Omicron. In rosso l'azionario europeo, con Milano che a metà seduta cede l'1% e cali analoghi per le altre piazze finanziarie: la peggiore è Madrid (-1,6%). In calo di un punto percentuale anche i future statunitensi. 

Nella chiusura di Borsa, Milano registra il -0,87%; stessa sorte per Madrid che cede, in miglioramento, l'1,2%.

In particolare, le parole del ceo di Moderna in una intervista al Financial Times hanno riacceso le preoccupazioni sulla quarta ondata. Stephane Bancel ha detto che i vaccini attuali potrebbero essere molto meno efficaci con la nuova variante Omicron e potrebbero volerci diversi mesi per modificare e adeguare i vaccini.

In questo clima d'incertezza, sul Ftse Mib le vendite sono generalizzate, si salvano i farmaceutici. In particolare, non si arresta la corsa di Diarison che a metà seduta registra a Piazza Affari un rialzo del 3,16% a 190,80, beneficiando dei timori di un aumento di contagi per la produzione di test diagnostici per il Covid. Bene anche Recordati (+0,87%) mentre dopo una mattinata in rosso è migliorata Unicredit (+0,4%) e tiene Atlantia (+0,15%).

Alle 17.30, nella chiusura, il titolo di Diarison registra il +1,97% a quota 188,75 euro/azione; Recordati segue il trend ancora positivo e chiude con la stessa quotazione. Sale Unicredit (+1,14% a 10,69 euro ad azione), mentre Atlantia continua la scalata e raggiunge il +0,96% a 16,32 euro/azione.

Mentre Tim, sulla scia delle indiscrezioni della "pista francese" che vede il patron di Iliad Xavier Niel interessato all'offerta di Kkr, in possibile "duello aperto" con il numero uno di Vivendi, Bolloré (ne abbiamo scritto qui: solo speculazioni o possibile realtà?), rimane volatile: a metà seduta cede l'1,2%.

Il titolo di Tim chiude la giornata di oggi in Borsa cedendo il 2,36% a quota 0,46 euro ad azione.

Secondo gli analisti "non si tratta di una tesi inverosimile a nostro avviso visto che Niel aveva provato a costruire una posizione in Tim in passato (prima dell'ingresso di Iliad in Italia a dire il vero), per l'interesse di Iliad per la rete fissa e per il business corporate e per la maggiore apertura dei regolatori a un consolidamento nel mercato". Per gli analisti, potrebbe rappresentare l'exit più interessante di Kkr dalla ServiceCo, mentre sulla NetCo l'exit sarebbe verso un'integrazione con Open Fiber in un operatore wholesale only. Si tratta di ipotesi però non nuove per il mercato, circolate già nei giorni scorsi, e quindi con un impatto limitato sul titolo.

Inoltre, altre indiscrezioni di stampa ipotizzano una possibile mossa di Vivendi e Cdp per cambiare il consiglio di amministrazione: "Un accordo tra i due soci non appare scontato vista la posizione del governo sul deal Kkr e implicherebbe un obbligo di Opa - scrivono ancora da Equita - per cui lo vedremmo fattibile solo con un terzo socio finanziario pronto a supportare l'operazione". Gli analisti hanno un giudizio hold sul titolo con target price a 0,32 euro. 

Infine, in coda al listino gli industriali e le auto, a partire da Stellantis e Cnh (-3%), male anche Leonardo (-2,4%) e i titoli petroliferi. Vendite pesanti su Banca mediolanum (-3%). 

Nella chiusura, il titolo di Stellantis raggiunge i 15,14 dollari ad azione, cedendo il -2,75%. Cnh, invece, cede l'1,94% a quota 14,66 euro. Il titolo di Leonardo recupera, anche se mantiene il rosso a -1,03% a quota 5,98 euro ad azione. Infine, Banca Mediolanum aggiusta il tiro ma non abbastanza da tornare in verde e chiude a quota -1,69% a 8,25 euro per azione. 

In discesa il petrolio che ieri era risalito sopra i 71 dollari nel Wti, dopo aver archiviato venerdì la peggiore seduta (-10%) dalla primavera 2020. Il greggio risente della corsa ai beni rifugio dopo i timori espressi dal ceo di Moderna: il Wti perde il 2,3% a 68,34 dollari mentre il Brent cede il 2,86% a 71,39 dollari. In rialzo l'oro che supera i 1790 dollari l'oncia.

Sul fronte dei cambi, si indebolisce il dollaro e l'euro torna sopra la soglia di 1,135 dollari a 1,1355 (da 1,1270 ieri in chiusura). Vale inoltre 128,17 yen (128,14), mentre il dollaro-yen scende a 112,85 (113,72).

Nella chiusura, le quotazioni del petrolio Wti si fermano a -4,22% a quota 67 dollari. Invece, le quotazioni del petrolio Brent registrano il -3,65% al prezzo di 70,76 dollari.