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Economia
Open Ai-News Corp, così i chatbot sostituiranno giornalisti e scrittori
Sam Altman

Open Ai-News Corp, trema il mondo dell'informazione. I chatbot sostituiranno giornalisti e scrittori? La paura si fa reale

L'accordo tra Open Ai e la News Corp di Rupert Murdoch, che controlla diversi importanti quotidiani tra cui il Wall Street Journal, consentirà all'intelligenza artificiale sviluppata dalla società che fa capo a Sam Altman di attingere informazioni e molto altro dai contenuti presenti nei giornali di proprietà della società australiana.

Un accordo che ha subito portato il sindacato che rappresenta i lavoratori del Wall Street Journal e del Dow Jones ad esprimere su "X", l'ex Twitter, le loro contrarietà e timori dato che l'intesa, che dovrebbe valere intorno ai 250 milioni di dollari in 5 anni, è stata conclusa prima che i giornalisti  avessero finalizzato le politiche sull'utilizzo dei contenuti da loro scritti che dovrebbero essere dati "in pasto" all'intelligenza artificiale, con il sindacato che sta attualmente ancora negoziando con l'azienda.

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Non è ancora chiaro come i contenuti giornalistici saranno utilizzati dal chatbot di Open Ai, ChatGpt, quando gli utenti gli porranno le loro domande ma un portavoce di Open Ai, società dove Microsoft ha investito 13 miliardi di dollari, ha detto che includerà collegamenti ai siti di notizie del gigante dei media. 

Non c'è dubbio comunque che per il mondo dell'informazione sia alle porte una ennesima, preoccupante, trasformazione. Anche perché i chatbot intelligenti, oltre a ChatGpt c'è Gemini di Google, stanno facendo passi da gigante grazie all'addestramento continuo e sempre più mirato, effettuato su ogni genere di testo "umano" utilizzati, per un lungo periodo senza pagamenti di sorta, fino a quando gli editori si sono ribellati. 

Alcuni, tra cui il New York Times e il Chicago Tribune, hanno citato in giudizio Open Ai per aver usato loro articoli. Altri, tra cui il gruppo tedesco Axel Springer che edita anche il sito di informazione Politico, l'Associated Press e il Financial Times, hanno firmato accordi che prevedono pagamenti per il servizio offerto da OpenAi.

Soldi dunque in cambio di notizie. Lo hanno fatto anche i social media, quando sono subentrati ai media tradizionali (vedi carta stampata), ma quando una nuova tecnologia ha il sopravvento tutto può cambiare e molto velocemente. Come è accaduto a BuzzFeed e Vice News, cresciuti rapidamente durante l'ascesa dei social. Ma, purtroppo per loro, Facebook, ossia Meta, ha deciso di mostrare meno notizie nei feed dei suoi utenti, con la conseguenza di far crollare le entrate di queste società. 

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Il timore dei giornalisti ma anche per creator e tutti gli operatori dei social media è evidente. L'Ai non sarà certo in grado di fare inchieste approfondite ma potrà scrivere quantitativi enormi di notizie e "stories" di vario genere, del resto le influencer virtuali già ci sono ma, per ora, con cuore umano, accontentandosi di qualche kilowatt di energia elettrica. Del resto, in Italia, anche la casa editrice Mondadori, nel suo piccolo (rispetto agli Usa si intende), si sta attrezzando lanciando Plai, un acceleratore per start-up che operano nell'ambito dell'Ai.

E anche in questo caso l'intelligenza artificiale non produrrà un best seller da Nobel per la letteratura ma la scrittura di Web Novel seriali potrà essere un obiettivo alla sua portata. Sam Altman è un tech-leader di apparente modestia, molto lontano dai modelli di nerd affarista e decisionista spietato, incarnati da Elon Musk e Mark Zuckerberg. E infatti il suo commento all'intesa è moderato".

Apprezziamo molto la storia di News Corp - ha detto Altman - come leader nel riportare le ultime notizie in tutto il mondo e siamo entusiasti di migliorare l'accesso dei nostri utenti ai suoi reportage di alta qualità". Sembra una collaborazione vincente per entrambe le parti ma far digerire a una tecnologia potente miliardi di dati "di qualità" potrebbe portare a risultati molto sgraditi per chi lavora battendo i tasti di un pc.






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