Economia
Ops Bper su Pop Sondrio, l'esperto: "Non è risiko, il mondo delle banche sta cambiando". Il dibattito su Affari
Il dibattito su Affaritaliani.it sul tema del risiko bancario: la lettera di un lettore e la risposta del direttore Marco Scotti. A completare il quadro, il commento dell’avvocato Giuseppe De Falco, partner dello studio Ughi e Nunziante

Risiko bancario, il dibattito su Affari. L'esperto: "La finanza tra cripto, intelligenza artificiale e disintermediazione è già nel futuro"
Un lettore ha scritto al nostro quotidiano chiedendosi perché media e istituzioni tacciano sull’assalto di Bper alla Banca Popolare di Sondrio. Affaritaliani.it ha deciso di alimentare il dibattito pubblicando la sua lettera e la risposta del direttore Marco Scotti. Pur riconoscendo la solidità del sistema bancario italiano, che ha superato le crisi post-2008 grazie alla gestione degli Npl e alla razionalizzazione degli istituti, il direttore sostiene che fusioni e alleanze siano indispensabili per competere a livello europeo.
Il lettore però non ci sta: "Si racconta tutto come fosse una partita di calcio, quando in gioco c’è la tenuta del sistema finanziario". E attacca l’operazione: "Sondrio è una banca sana, radicata, in crescita. Perché dovrebbe finire dentro un gruppo che punta solo alla taglia?". Affaritaliani.it ha chiesto anche il parere di un esperto, l’avvocato Giuseppe de Falco (studio Ughi e Nunziante).
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Davvero quella di Bper su Pop Sondrio è un’operazione ostile?
È una definizione puramente formale, giuridica. Dal punto di vista tecnico un'operazione è ostile se l'offerta non è stata coordinata con il CdA della Target. Stando quindi alla comunicazione del CdA di Banca Popolare di Sondrio che ha escluso di aver concordato l'offerta, si tratta di operazione ostile.
Cosa pensa della posizione della Banca Popolare di Sondrio?
Capisco che i risultati della BopSo l'abbiano premiata ma non è detto che questo non sia un effetto registratosi in generale sul mercato. Voglio dire che mi pare difficile sostenere che i buoni risultati della BopSo siano specifico frutto della politica di stand alone. In un'ottica di medio periodo anzi non so quanto una strategia solitaria sarebbe premiante e consentirebbe di stare sul mercato che vira sempre piú verso generali agglomerati finanziari.
Ha davvero senso questa corsa al risiko e puntare tutto sulla concentrazione bancaria in un Paese così frammentato con milioni di Pmi?
La mia idea sul punto è davvero eterodossa. Forse si sottovaluta l'enorme cambiamento cui si sta assistendo in campo bancario e finanziario a livello mondiale e certamente a livello europeo con la disintermediazione bancaria, specie nei servizi di pagamento, le criptoattivitá, l'incrementata mobilitá dei capitali, l'introduzione di maggiore standardizzazione nei processi di valutazione del merito di credito mediante l'IA, il tema della sostenibilitá con effetti selettivi sugli investimenti e il corredo regolamentare che l'accompagna.
Tutto questo, con gli enormi costi che comporta, dovrebbe semmai spingere definitivamente l'impresa italiana a fare la sua rivoluzione dimensionale e non il contrario. Il mondo finanziario sta facendo quel salto che l'impresa italiana doveva fare da gran tempo. Tanto piú che gli anni 2000 non ci hanno affatto regalato un quadro proprio commendevole dell'intreccio banca-territorio-imprese.