Palazzi, navi, filiali e prestiti in sofferenza: al via il gran ballo delle cessioni delle banche Ue
Come dire che il “gran ballo delle cessioni” di asset distressed o in ristrutturazione e comunque ritenuti non più strategici è appena iniziato e con esso l’attesa trasformazione del settore creditizio italiano, da tempo in atto nel settore retail, inizia a muovere i primi passi concreti anche nel settore corporate. Un motivo in più per tenere d’occhio i titoli del comparto quotati a Piazza Affari, come sembrano credere anche gli analisti di Exane-Bnp Paribas, che proprio in questi giorni hanno migliorato il target price di molti titoli bancari italiani. Quello di Mps è stato portato a 2,4 euro (con rating confermato ad “outperform”, farà meglio del mercato), mentre per Banco Popolare il prezzo obiettivo è ora a quota 14,6 (anche in questo caso “outperform” confermato) e quello di Ubi Banca a 7,3 da 5,3 (ma il rating resta “neutral”).
Rating che resta “neutral” ma target price migliorato anche per le due maggiori banche tricolori: Intesa Sanpaolo lo vede salire a 3,05 euro (dai 2,90 precedenti), Unicredit a 6,5 (da 6). Merito, più che di una redditività che è destinata a rimanere bassa anche nel prossimo futuro, delle attese sull’attività di fusione e acquisizione, specie nel settore popolare, per quanto riguarda il secondo semestre dell’anno e per tutto il 2016. La stagione della “grande ristrutturazione” del credito europeo, ed italiano, è dunque in pieno svolgimento e gli effetti non dovrebbero tardare troppo a manifestarsi sia in borsa, sia nell’economia reale. Almeno si spera.
Luca Spoldi