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Economia
Dal Covid all'Ucraina, Ue resiliente: nel 2024 verso una crescita dell'1,6%
Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni, nuove regole in Europa con una visione più di lungo termine

“Più spese per la difesa, più investimenti nel Green Deal e nel digitale  e regole più intelligenti, su misura per ogni paese e che abbiano una visione più a lungo termine” sono questi alcuni aspetti della visione politica europea del Commissario Paolo Gentiloni. In diverse dichiarazioni e interviste il politico italiano, che ha confermato a chiare lettere di non voler ricandidarsi più in Europa, ma di voler ritornare a fare politica in Italia, ha disegnato i problemi attuali e le prossime strategie che dovrebbero essere messe in campo dall’istituzione europea. In primis un “j’accuse”contro le troppe severe regole passate che hanno calato in paesi in crisi, come la Grecia, un’austerità difficile da gestire. Oggi finalmente, anche per la pandemia, le regole sono diventate più flessibili.

La crisi, ormai si è tutti consapevoli, può toccare qualsiasi membro della zona euro, e la ricca Germania, adesso in crisi, ne è un chiaro esempio. E, secondo Gentiloni,  gli errori del passato non dovrebbero più ripetersi e l’ottimismo puo’ farsi largo nel pensiero comune. Infatti dopo la crisi dura del 2020 l’Europa si è ripresa, anche più rapidamente della Cina. Poi nel 2022, a causa delle crisi energetica, dell’inflazione e della guerra tra Russia e Ucraina, si è avvertito un rallentamento con 11 paesi dell’eurozona in crisi.

Paolo Gentiloni, superato il momento più difficile

Secondo il politico italiano il momento più difficile è stato superato: crescita debole all’0,8% ma l’inflazione è stata contenuta. Ci si aspetta finalmente il taglio dei tassi di interesse e il mercato del lavoro attuale è piuttosto vivace. Nel secondo semestre dell’anno si ipotizza una crescita dell’1,6%. Il nodo strategico per lo sviluppo passa attraverso la riduzione dei tassi e condizioni monetarie meno rigide per la seconda parte dell'anno, che saranno un volano per l’economia. La pandemia, la guerra in Ucraina e i fondi Next Generation EU hanno cambiato il volto dell’eurozona. Adesso i paesi in difficoltà sono quelli nordici, baltici e dell’Europa centrale, in primis Germania e Austria. 

In maniera sorprendente quelli in controtendenza sono i deboli di un tempo come Spagna, Portogallo e Grecia. Italia e Francia stanno tenendo. Adesso la saccente Germania, che raccontava a tutti come fare,  è in crisi così come il suo modello di crescita. Ma i punti su cui porre fiducia sono diversi, tra questi la globalizzazione che non è morta e il mix energetico cambiato che darà frutti nel medio termine con rinnovabili più forti.  Un  po’ di preoccupazione riguardo i possibili scenari del dopo elezioni di quest’anno. “In alcuni paesi potrebbero emergere forze antieuropee, che rappresentano un rischio concreto di instabilità, ma i paesi sapranno, cosi come sta facendo la Spagna gestire con equilibrio”. I due anni prossimi saranno una cartina di tornasole per dimostrare che tutti i paesi sono stati capaci di investire bene i soldi del PNRR. Italia e Spagna in prima fila anche per il livello dei fondi ricevuti. Da ultimo Paolo Gentiloni conferma che uno degli obiettivi principali della prossima Commissione sarà quello di controllare quello che accadrà dopo il 2026 perchè l’Europa proprio da questi anni di debolezza e confronto potrebbe uscire più salda e forte.

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