Economia
Salvabanche, tensioni tra la Ue e l'Italia. Etruria, l'ipotesi di reato è la truffa

La Guardia di Finanza entra nella sede di Civitavecchia di Banca Etruria e il Codacons chiede a cinque Procure (Roma, Arezzo, Ferrara, Ancona e Chieti) di fare luce sulla vicenda dei risparmiatori traditi e di sospendere dall'ufficio il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Il tema 'banche' continua a essere al centro dell'attenzione. Questa mattina i militari del nucleo di polizia valutaria delle Fiamme Gialle, accompagnati dal pm Alessandra D'Amore, hanno effettuato una perquisizione finalizzata all'acquisizione di carte e documenti per fare luce sulla posizione finanziaria del pensionato Luigino D'Angelo, che si e' tolto la vita il 28 novembre scorso dopo aver scoperto che tutti i suoi risparmi, investiti in obbligazioni subordinate, erano finiti in polvere.
La Procura, al momento, sta procedendo con due distinti filoni di indagine: uno, aperto per istigazione al suicidio, e' stata affidata, per gli accertamenti, alla squadra mobile di Roma; l'altro, con delega alla Finanza, e' allargato anche all'ipotesi di truffa ai danni del pensionato e, eventualmente, di altri risparmiatori. Saranno interrogati il direttore e i funzionari della filiale per individuare chi diede l'ordine di piazzare quei bond all'anziano correntista e verificare se lo stesso D'Angelo fosse a conoscenza dei rischi legati alla sottoscrizione delle obbligazioni.
Nel frattempo il Codacons, nel suo esposto, sottolinea "come il danno subito oggi dagli azionisti e obbligazionisti sia derivato da condotte illecite nonche' dall'omessa attenta vigilanza degli organi preposti", poiche' da una parte "sono state celate informazioni rilevanti sul dissesto che gia' aveva investito la banca" e dall'altra "gli organi di vigilanza con la propria condotta omissiva non hanno impedito il verificarsi dell'ipotesi delittuosa, avrebbero cioe' concorso, insieme agli organi amministrativi della banca, ad indurre in errore i risparmiatori che hanno partecipato all'acquisto di azioni ed obbligazioni subordinate".
Sul caso banche ha detto la sua il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, secondo il quale "il sistema bancario e' solido e per le casse, o ex casse, di risparmio oltre che per l'unica popolare interessata, era pronto ad intervenire con proprie risorse il Fondo interbancario: l'Ue glielo ha impedito", a proposito del salvataggio di CariFe, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria. Per Sforza Fogliani, e' stato l'utilizzo del Fondo di risoluzione modello europeo a creare il "problema delle obbligazioni subordinate che non si sarebbe creato con la prima strada". Nel contempo, continua, "le banche sono sottoposte ad un linciaggio mediatico tanto irresponsabile quanto generalizzato e quindi ingiustificato, dal quale non si tengono fuori neppure certe frange della politica, e, addirittura, del Parlamento".
Banche, l'Ue: ha deciso l'Italia, da noi solo indicazioni giuridiche - La Commissione europea non ha mai detto all'Italia cosa fare o cosa non fare a proposito di Banca Marche, Banca Etruria, CariFe e CariChieti, ma ha solo chiarito quali sono le regole comunitarie in materia dando quindi indicazioni sull'ammissibilita' legale delle misure di salvataggio delle quattro banche. Lo ha chiarito un portavoce dell'esecutivo comunitario in riferimento alla lettera che il 19 novembre scorso i commissari europei Jonathan Hill (Stabilita' dei mercati finanziari) e Margarethe Verstager (Concorrenza) hanno inviato al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. La lettera, chiarisce il portavoce, e' stata scritto in Italia solo per "definire la posizione giuridica dell'utilizzo di un sistema di garanzia dei depositi obbligatori per ricapitalizzare le quattro banche".
La lettera in sostanza ha ribadito come a livello giuridico le regole Ue sugli aiuti di Stato e la direttiva per la risoluzione bancaria si applicano all'uso di fondi pubblici per sostenere le banche in fallimento. "L'uso del sistema di garanzia dei depositi obbligatorio non fa eccezione", chiarisce oggi un portavoce della Commissione Ue. Gia' il 19 novembre nella lettera spedita via mail in Italia, i commissari Hill e Verstager precisavano che "pur rispettando il fatto che spetta alle autorita' italiane determinare l'approccio e i metodi, la Commissione sarebbe sempre a favore di soluzioni private o basate sul mercato, dove possibile, e ovviamente questo si riflette nelle regole applicabili". In altre parole, "se uno stato membro opta per lo schema di garanzia dei depositi per ricapitalizzare una banca allora e' soggetto alle regole Ue sugli aiuti di stato", avvisavano gia' a novembre Hill e Verstager. Oggi la Commissione ribadisce che "sono state le autorita' italiane a decidere di risolvere le quattro banche utilizzando il fondo di risoluzione" nazionale, dopo il continuo dialogo con la Commissione, in cui Bruxelles aveva "gia' constatato che l'intervento di sistemi di garanzia obbligatoria equivale ad un aiuto di Stato in un certo numero di diversi casi in Italia, Spagna e Polonia".
Banche: Ue boccia salvataggio; Mef, pronto intervento privati - Per la Commissione europea l'intervento di sostegno effettuato, nel 2014, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) in favore della Banca Tercas, in relazione all'acquisizione di questa da parte della Banca Popolare di Bari "costituisce un aiuto di Stato non compatibile con la disciplina europea". Lo rende noto il Mef aggiungendo pero' che "non c'e' alcuna conseguenza negativa" per la banca "perche' e' gia' pronto l'intervento di un fondo volontario del sistema bancario".
La Commissione europea, prosegue la nota del ministero dell'Economia, "modificando il proprio orientamento, ha parificato l'intervento del FITD a una misura di supporto pubblico. Infatti ha ritenuto, nonostante che il FITD sia costituito da risorse private, che i suoi interventi siano imputabili allo Stato italiano in ragione dell'approvazione ex post da parte della Banca d'Italia delle decisioni che li dispongono e dell'obbligatorieta' dell'adesione al Fondo. Affinche' l'intervento del Fondo, qualificato come aiuto di Stato, potesse essere considerato compatibile con la disciplina europea, sarebbe stata necessaria la previsione di misure di contenimento della distorsione alla concorrenza, tra le quali, in particolare, la condivisione degli oneri da parte dei detentori di obbligazioni subordinate (c.d. burden-sharing)". Il FITD, "anche su suggerimento e impulso del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha istituito un meccanismo completamente volontario, con una gestione distinta da quella con cui sono assunte le decisioni a tutela dei depositanti, e finanziato con risorse diverse dalle contribuzioni obbligatorie. Il meccanismo volontario, per definizione non assoggettabile ai vincoli previsti per gli aiuti di Stato, provvedera' a replicare il precedente intervento, restituendo alla Banca Tercas l'intero ammontare delle risorse che questa dovra' retrocedere al FITD in esecuzione della decisione della Commissione. L'intervento del meccanismo garantira' la piena continuita' finanziaria e operativa di Banca Tercas, neutralizzando le conseguenze negative della decisione della Commissione europea".