Pensioni, paradosso all'italiana: abbiamo la vita lavorativa in Europa più corta, ma anche l'età più alta per lasciare - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 11:48

Pensioni, paradosso all'italiana: abbiamo la vita lavorativa in Europa più corta, ma anche l'età più alta per lasciare

Il motivo è legato anche ai "baby pensionati", 200mila persone prendono l'assegno da 40 anni ma hanno contribuito molto poco

di Marco Santoni

Pensioni, anomalia italiana: pochi anni lavorativi ma età minima per staccare molto alta

L'Italia fa registrare un record piuttosto strano in termini di "pensioni", siamo contemporaneamente il paese dell'Ue con la vita lavorativa più corta ma con l'età minima per staccare più alta. Una vera e propria anomalia che però ha delle spiegazioni. "Il primo elemento è l’età di ingresso nel mercato del lavoro", spiega al Sole24Ore Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt, che studia le dinamiche del lavoro e delle relazioni industriali. In Italia si comincia a lavorare tardi: l’istruzione secondaria dura più a lungo rispetto ad altri paesi europei, e anche i percorsi universitari sono spesso più lunghi e frammentati. A questo si aggiunge un ingresso nel mondo del lavoro spesso discontinuo, caratterizzato da periodi di attesa, contratti a termine o tirocini. I primi impieghi, infatti, non sempre garantiscono un’occupazione stabile né un versamento regolare dei contributi".

Leggi anche: Eni crea con Petronas una newco nel gas In Indonesia e Malesia. Descalzi punta a 500.000 barili di olio al giorno

"Ogni fase di transizione comporta una perdita di anni contributivi", prosegue Seghezzi. Anche le esperienze di lavoro in nero — ancora diffuse in molte aree del Paese — riducono la durata ufficiale della carriera. Secondo le stime, l’economia sommersa coinvolge oltre tre milioni di persone e vale circa il 9% del Pil. Un altro aspetto rilevante riguarda i meccanismi di uscita anticipata. Pur avendo un’età pensionabile tra le più alte d’Europa, il sistema italiano continua a contare un numero consistente di pensionamenti prima dei requisiti ordinari.

Secondo l’Inps, oggi ci sono oltre 16 milioni di beneficiari di prestazioni pensionistiche. E, come evidenzia l’ultimo Rapporto del Centro Studi Itinerari Previdenziali, circa 400 mila persone percepiscono la pensione da più di quarant’anni. Di queste, circa la metà sono ex "baby pensionati", usciti dal lavoro dopo pochi anni di contribuzione. Il mix di questi due aspetti è la risposta a questo paradosso tutto italiano.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI ECONOMIA