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Economia
Petrolio, arabi in festa, noi a piangere: rialzi monstre in vista
Guerra Petrolio

Il vero problema è la guerra. Ecco perché 

C’è nervosismo nei Paesi arabi, un’eccitabilità positiva, almeno per loro. Ultimamente i prezzi del petrolio sono cresciuti. La domanda interna dei massimi Stati consumatori al mondo, come Stati Uniti e Cina, e il segnale della Federal Reserve USA che i tassi di interesse potrebbero essere tagliati, sta spingendo in su il mercato. Non un ottimo segnale per noi. Mentre il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che la banca centrale americana “non è lontana” dall’acquisire abbastanza fiducia sull’inflazione, cioè che possa scendere al punto di iniziare a tagliare i tassi di interesse, sulla stampa araba è stato pubblicato un memorandum della società di consulenza FGE. Il report parla dei prossimi bilanci petroliferi e indica la possibilità di scarsità di approvvigionamento per 6 mesi consecutivi, tra il mese di marzo e agosto prossimi. Uno scenario simile si tradurrebbe in un aumento dei prezzi.

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Ma il settore si sta muovendo condizionato da numerose variabili. L’andamento dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e le relative sanzioni dell’Unione Europea e degli Stati Uniti alla Russia stanno segnano lo scenario. La banca d’affari Goldman Sachs ha previsto per il 2024 un prezzo del petrolio, prezzo del greggio si intende, compreso tra i 70 e i 100 dollari, con una possibile stabilizzazione intorno ai 90/95 dollari al barile. In questo momento il prezzo è 82.41 dollari statunitensi a barile.

I dati della Energy Information Administration, l'agenzia statistica e analitica del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti d'America, indicano che le scorte di benzina negli Stati Uniti sono diminuite di 4,5 milioni di barili la scorsa settimana, e le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, invece di 4,1 milioni di barili. Un segno in discesa più ampio del previsto, segno di una consistente crescita della domanda interna dei consumi e della produzione nazionale. In Italia invece a febbraio si è registrato un calo drastico dei consumi, determinato dalle temperature atmosferiche miti. Il consumo è ai minimi storici, considerando gli ultimi 20 anni. E il Gnl, gas naturale liquefatto, che arriva via nave ha superato le forniture che arrivano nel Belpaese tramite gasdotto dall’Algeria.

Riferisce l’ISPI, il centro studi che si occupa di politiche economiche internazionali, che Banca Mondiale (WB) ha previsto per l’inizio 2024 un prezzo del petrolio attestato intorno agli 85 dollari a barile. Sia il conflitto in Ucraina che quello israelo-palestinese, con possibili escalation, potrebbero portare sulla scena conseguenze importanti.  Il conflitto mediorientale non va in alcun modo allargato ai Paesi arabi. Un coinvolgimento di terzi potrebbe far alzare il prezzo del petrolio a un cifra monstre: 150 dollari al barile. Banca mondiale presenta vari scenari in relazione al conflitto israelo-palestinese. Se lo scenario base del 2024, che denota una sorta di stabilità, prevede un prezzo del petrolio intorno agli 81 dollari a barile, anche una leggera escalation porterebbe ai 98 dollari, un'escalation media a 114 dollari al barile, un'escalation profonda a 145 dollari a barile.






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