Economia
Pirelli rallenta per colpa dei cinesi di Sinochem. L'allarme del Ceo Casaluci: "Senza accesso al mercato Usa, stop agli investimenti in Italia"
Le tensioni con Sinochem, il socio di maggioranza relativa della società, rappresentano un freno preoccupante per il futuro di Pirelli

Pirelli in stallo: i soci cinesi di Sinochem mettono a rischio il futuro del gruppo
L’amministratore delegato di Pirelli, Andrea Casaluci, ha lanciato un forte allarme sul futuro del gruppo, mettendo in evidenza come “lo stallo con gli azionisti cinesi di Sinochem in consiglio, che hanno bocciato bilancio 2024 e trimestrale, sta mettendo a rischio lo sviluppo futuro del gruppo”.
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Casaluci ha ribadito con fermezza che “quello del 2024 è il bilancio migliore della storia del gruppo e anche la trimestrale appena esaminata presenta conti record”. Tuttavia, le tensioni con Sinochem, il socio di maggioranza relativa della società, rappresentano un freno preoccupante per il futuro di Pirelli.
Lo stallo nasce dalla dichiarazione di decadenza del controllo di Sinochem su Pirelli, una situazione che ha spinto la società a cercare una soluzione che le permetta “di operare in tutti i mercati del mondo, in particolare quello Usa, senza vincoli e restrizioni”. Il problema principale, sottolinea Casaluci, non è tanto politico quanto strutturale: “il tema non è il rapporto con la Cina ma la presenza nella struttura azionaria e nella governance di Pirelli di un socio cinese controllato dal governo e con una quota rilevante”.
Questa configurazione azionaria può creare seri ostacoli, specialmente sul mercato statunitense. Il CEO ha messo in guardia: “nessuna casa auto svilupperebbe un veicolo con una tecnologia che in Usa è bandita per le sue caratteristiche tecniche e per la governance della società che la produce”, riferendosi in particolare al Cyber Tyre, prodotto di punta nella strategia tecnologica del gruppo.
In un passaggio particolarmente incisivo, il CEO lancia un monito: "Se ci bloccano le tecnologie negli USA, addio agli investimenti anche in Italia. È a rischio il futuro dell’azienda, serve subito una soluzione". Infine, Casaluci ha spiegato che “Sinochem sembra però più interessato alla governance che ai risultati”. Dopo che lo scorso anno il Golden Power italiano ha limitato i poteri di Sinochem sulle materie strategiche, oggi il nuovo nodo critico è rappresentato dal bando americano contro le componenti cinesi nei veicoli connessi, che rimette in discussione il ruolo del socio asiatico nel gruppo.
Il contesto è quello di un conflitto geopolitico sempre più marcato tra Washington e Pechino, e Casaluci non lo nasconde: "C’è un conflitto tra Stati Uniti e Cina e avere un socio di maggioranza relativa controllato direttamente dal governo della Repubblica Popolare Cinese ci sta creando molte difficoltà nello sviluppo del business negli Stati Uniti".