Pnrr e la responsabilità del governo. Un piano fin da subito problematico - Affaritaliani.it

Economia

Pnrr e la responsabilità del governo. Un piano fin da subito problematico

di Vincenzo Caccioppoli

Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sta giocando da mesi una sterile e un po' strumentale polemica politica

Il Pnrr è una questione di responsabilità

Via libera dalla Camera all'approvazione del decreto sul Pnrr. Un ulteriore tassello per trovare una soluzione alla atavica difficoltà del nostro paese a spendere i soldi che riceve dall’Europa. Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sta giocando da mesi una sterile e un po' strumentale polemica politica, che cerca di addossare colpe e responsabilità che non possono ricadere su chi governa da cinque mesi, che ha il solo scopo di incrinare a livello internazionale, l'enorme sforzo che sta compiendo il governo e in particolare il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto nella sua delicata trattativa con la Commissione europea per arrivare ad una rimodulazione del piano.

Ma come ha anche ribadito il ministro, in occasione di un convegno organizzato a Roma da Civita, per presentare una interessantissimo studio sulla situazione della spesa dei fondi in Turismo e spettacoli in alcuni paesi europei (Francia, Germania, Spagna Portogallo ed Italia), il governo sta mostrando grande responsabilità nell'affrontare da subito le problematiche di un piano, che fin dall'inizio si mostrava complicato da mettere in opera. Già all’indomani del Consiglio europeo nell’estate del 2021, quando l’Europa decise di affidarci fondi per oltre 190 miliardi, molti avevano prospettato che il difficile sarebbe cominciato proprio nella fase attuativa dei progetti. Ma si sa in politica la memoria è sempre cortissima, mentre la rissa verbale e le campagne elettorali sempre dietro l’angolo.

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Il presidente di Civita, Gianni Letta, nel suo discorso all’evento di ieri, ha voluto invece premiare il grande lavoro che sta facendo il ministro Fitto, ricordando con la sua grande maestria verbale, il suo egregio lavoro nel 2010, sotto il governo Berlusconi, quando da ministro delle Regioni e della coesione territoriale, si distinse per la sua abilità nel concordare con l’Europa una rimodulazione della spesa dei fondi di coesione dell’epoca ( corsi e ricorsi storici si potrebbe commentare), che portarono per esempio alla realizzazione dell importantissimo progetto di riqualificazione degli scavi di Pompei. Anche 13 anni fa il problema era sempre il solito e cioè quello di riuscire a far conciliare i tempi dei fondi di coesione con quelli della lentissima burocrazia italiana.