Rcs, Cioli chiude la porta in faccia a Cairo: "Offerta a forte sconto" - Affaritaliani.it

Economia

Rcs, Cioli chiude la porta in faccia a Cairo: "Offerta a forte sconto"

Ma Banca Intesa rilancia: "E' una buona soluzione"

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Offerta non concordata nè preventivamente comunicata alla società e, perdipiù, misera rispetto al reale valore di Rca. Il board guidato da Laura Cioli, convocato d'urgenza in sede straordinaria, boccia senza appello l'Ops di Cairo Communication lanciata venerdì a Borsa chiusa sulle azioni del gruppo che edita il Corriere della Sera, un'offerta che secondo il Cda valorizza i titoli Rcs "significativamente a sconto". Inoltre, la consistenza effettiva del corrispettivo offerto "è di difficile valutazione".

L'offerta dell'editore di La7 che possiede anche il 4,6% del capitale di Rcs prevede un concambio di 0,12 azioni Cairo per ciascuna Rcs ed è subordinata al raggiungimento di una quota del capitale sociale pari ad almeno il 50% più un'azione ordinaria e alla conferma dei finanziamenti esistenti dalle banche fino all'approvazione del bilancio 2017. Un'operazione che il Cda del gruppo presieduto da Maurizio Costa ha precisato non essere stata stata concordata, né preventivamente comunicata alla società; la media delle valutazioni degli analisti che seguono la società esprimeva, all'8 aprile scorso, un target price di Rcs pari a 0,81 centesimi di euro".

Secondo il board di Rcs, il cui verdetto definitivo potrà però esser pronunciato solo dopo il deposito in Consob del prospetto dell'offerta di scambio che è previsto entro il 28 aprile, il corrispettivo offerto da Cairo "è significativamente a sconto rispetto alle medie del titolo Rcs MediaGroup rapportate alle medie del titolo Cairo Communication a tre, sei e dodici mesi".

La media dei prezzi delle azioni della società nell'ultimo trimestre, continua il Cda che entra quindi nel dettaglio delle motivazioni percui l'Ops di Cairo è a forte sconto, "è stata influenzata negativamente dall'annuncio della distribuzione della partecipazione in capo a Fiat-Chrysler, nonché dal protrarsi del negoziato in corso con le banche finanziatrici" sul debito circa 487 milioni che pesa sul gruppo e con un possibile aumento di capitale da 200 milioni all'orizzonte.

Infine, anche sul lato del valore dei titoli dell'offerente, secondo il board di Rcs, "la consistenza effettiva del corrispettivo offerto è di difficile valutazione, tenuto anche conto che le azioni di nuova emissione a servizio dell'offerta rappresenterebbero circa tre volte l'attuale flottante del titolo Cairo Communication". Insomma, offerta bocciata in linea con quanto ritenuto, secondo le indiscrezioni, da parte dei soci storici dell'ex Patto come Mediobanca, Pirelli, Della Valle, la famiglia Rotelli e UnipolSai che mal hanno tollerato la fuga in avanti dell'altro socio storico Banca Intesa, istituto che tramite la controllata Banca Imi ha fatto da advisor (assieme a Equita Sim) a Cairo per l'operazione.

Ma il numero uno di Intesa, Carlo Messina, a Torino per l'inaugurazione della nuova filiale di corso Perschiera, Sanpaolo, ha subito precisato che la sua banca è "grande creditore e (assieme a Ubi Banca, ndr) non grande azionista" del gruppo editoriale. Il banchiere ha spiegato che sulla partita Rcs Ca' de Sass è "interessata ad una soluzione industriale e non al solito accordo di sindacato o qualcosa di simile. In caso contrario, il destino dell'azienda sarebbe quello di cedere progressivamente asset" per ridurre il debito.

Parafrasando quanto dichiarato un paio d'anni fa in occasione dell'ingresso di Etihad in Alitalia ("il mio mestiere non è fare il pilota di aerei"), il top manager ha spiegato che "noi non siamo editori bensì creditori" nei confronti di Rcs, e "valutiamo favorevolmente l'offerta di Cairo. Tuttavia se dovessero arrivare offerte alternative le valuteremmo senza alcuna preclusione". La proposta dell'imprenditore alessandrino, secondo Messina rappresenta "una soluzione che può portare un valore a tutti i soggetti coinvolti, anche perchè Cairo non è indebitato e pertanto da un punto di vista finanziario la sua offerta rappresenta una buona soluzione".

Tornando alla riunione del board di Rcs, i consiglieri hanno fatto anche alcune considerazioni su una delle condizioni poste da Cairo, ossia la richiesta alle banche di finanziatrici di rinunciare ai rimborsi anticipati del debito. Per il Cda di Rcs tale condizione "incide sull'operatività della società e potrebbe interferire con le trattative in corso con le banche creditrici e ha ritenuto che debba essere chiarita la natura e la portata della" stessa condizione.

Rcs intende infatti proseguire le trattative (di questo ha informato la Consob) con "l'obiettivo, auspicabilmente, di portarle a compimento in tempi brevi" in quanto nell'interesse della società e perche' "i termini e le condizioni della rinegoziazione proposti dalla società risultano più favorevoli per la società stessa rispetto alle condizioni del contratto di finanziamento in essere".

Ora, per la squadra dei consiglieri capitanata dal duo Cioli-Costa, si apre, secondo quanto rivela milanofinanza.it, la ricerca del piano B che dovrebbe partire dall'individividuazione di un advisor per preparare delle proposte alternative all'Ops di Cairo (che potrebbe sempre rilanciare mettendo sul tavolo anche una parte cash) e per risolvere definitivamente l'annosa questione della ristrutturazione del debito. Fra i nomi che si fanno per andare a ricoprire questo ruolo, ci sono Citi, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America-Merrill Lynch oltre a Lazard e Rothschild. Banche d'affari già contattate dall'amministratore delegato Rcs. Intanto, in Borsa  il titolo Rcs, dopo la cavalcata di lunedì, viaggia in territorio negativo (alle 14.22 fa -0,6% a 0,577 euro).