Economia
Rumor:Intesa accelera sul corporate.Ridisegna il business con McKinsey
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Modello UniCredit anche per Intesa Sanpaolo? Parrebbe di sì. Mentre iniziano a circolare le prime indiscrezioni sull'ammontare delle singole dotazioni di capitale destinate dalle due principali banche italiane al Fondo Atlante, l'istituto guidato da Carlo Messina accelera sul corporate banking oltre confine, seguendo una delle linee di sviluppo fissate all'interno dell'ultimo piano industriale.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, la prima banca italiana per capitalizzazione di Borsa e per numero di sportelli sul territorio nazionale avrebbe infatti ingaggiato McKinsey, società internazionale leader nella consulenza strategica, per risolvere uno dei principali problemi del gruppo dal lato della raccolta. Ovvero il costo della stessa che risente della struttura di un gruppo la cui attività è troppo incentrata sul mercato italiano.
Per fornire i servizi alle imprese, però, Intesa non si appoggerà, come UniCredit, a reti di filiali di marchi esteri inglobati, ma a corporate private banker che nei principali uffici di rappresentanza oltreconfine del gruppo gestiranno ampi portafogli di clienti.
Intanto, secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, UniCredit e Intesa Sanpaolo contribuiranno con un miliardo di euro circa ciascuno al fondo alternativo destinato a operare come garante di ultima istanza per gli aumenti di capitale e l'acquisto di sofferenze delle banche italiane.
La fonte interpellata dal Wsj hanno aggiunto che la Cassa Depositi e Prestiti ha in programma di iniettare 500 milioni di euro nel fondo gestito da Quaestio Capital Management Sgr e sostenuto da diverse istituzioni finanziarie. Un'altra fonte ha spiegato che l'asset manager, presieduto dall'economista Alessandro Penati e partecipato da Fondazione Cariplo (37,65%), Locke Srl (22%), Cassa di Previdenza dei Geometri (18%), Direzione Generale Opere Don Bosco (15,60%) e Fondazione Cr Forli' (6,75%), prevede di raccogliere almeno 5 miliardi di euro dopo i diversi impegni preliminari alla sottoscrizione ricevuti durante incontri con gli investitori.
Ulteriori sottoscrizioni saranno probabilmente sostenute da banche più piccole e altri investitori come fondazioni di origine bancaria e compagnie di assicurazione, hanno aggiunto le fonti. Circa il 70% della raccolta, secondo una delle fonti, sarà destinata all'acquisto dei diritti di sottoscrizione inoptati degli aumenti di capitale e la restante parte all'acquisto di tranche junior delle sofferenze bancarie.