Rcs, la sconfitta di Miccichè. Rumors: occhi Consob su Nagel - Affaritaliani.it

Economia

Rcs, la sconfitta di Miccichè. Rumors: occhi Consob su Nagel

Bonomi, Della Valle, UnipolSai, Pirelli e Mediobanca mettono sul piatto 7 centesimi per azione per la controfferta che sfida Cairo su Rcs

di Andrea Deugeni
twitter11
@andreadeugeni

La battaglia per mettere le mani sul CorSera entra nel vivo, ma le bocche dei soci storici di Rcs restano rigorosamente cucite. Parla la nota con cui Bonomi, Mediobanca, UnipolSai, Pirelli e Diego Della Valle hanno annunciato al mercato la controfferta (a quella di Cairo) sul gruppo che edita il quotidiano di via Solferino, la voce storica della borghesia milanese. Mr Tod's, raggiunto telefonicamente da Affaritaliani.it a Tokyo, ancora a Borsa aperta preferisce non commentare ("E' tardissimo qui in Giappone", scherza l'imprenditore che così glissa).  

Bonomi, Mediobanca, UnipolSai, Pirelli e Della Valle spiegano in comunicato che "intendono sostenere e accelerare il processo di ristrutturazione avviato positivamente dall'attuale management nonchè creare un gruppo editoriale multimediale di portata internazionale partendo dalle piattaforme di business esistenti".

Un particolare interesse "sarà rivolto al mondo degli eventi sportivi e all'ampliamento dell'offerta digitale che potranno essere sviluppati sia attraverso opportunità di crescita esterna, importante elemento dello sviluppo futuro, sia attraverso l'ulteriore valorizzazione di testate di assoluto riferimento nel panorama dell'informazione sportiva europea quali Marca e Gazzetta dello Sport'". Il Corriere della Sera, "da 140 anni leader indiscusso nell'informazione italiana e europea, sarà la testata editoriale su cui verranno concentrate le risorse del gruppo nel settore news".

I soci storici dell'ex Patto di Via Rizzoli, che hanno deciso così di scommettere almeno per il momento sul piano di risanamento del Ceo Laura Cioli (che, se riuscisse a raggiungere almeno la metà degli obiettivi prefissati, commentano in Borsa, riporterebbe il titolo ad almeno un euro), hanno voluto lanciare un chiaro segnale al mercato mettendo completamente fuori gioco l'Ops dell'editore di La7. Potenziale padrone giudicato poco consistente finanziariamente per accollarsi il rilancio di un gruppo (con tanto di oltre 400 milioni di debito) tre volte più grande della Cairo Communication. Una mossa piaciuta anche ai giornalisti del CorSera (che pare vogliano partecipare al capitale Rcs con una piccola quota) e che, secondo gli osservatori e anche diversi parlamentari di diverso colore politico, mira ad avitare la nascita di un controcampo forte (assieme a La7) troppo critico nei confronti dell'azione del governo Renzi.

Nel dettaglio, Bonomi, Mediobanca, UnipolSai, Pirelli e Della Valle si sono impegnati conferire i rispettivi pacchetti di azioni (per un totale del 22,6% della casa editrice) in una NewCo che lancerà un'Opa volontaria sul restante 77,4% a un valore di 0,70 euro per azione. Il prezzo è offerto per cassa, fattore che rappresenta il principale elemento di differenziazione dalla proposta di Urbano Cairo (valorizzazione minore e carta contro carta); incorpora inoltre un premio del 68,4% rispetto al corso di Borsa del 7 aprile scorso, data antecedente all'annuncio dell'Ops promossa da Cairo Communication, e del 17% rispetto a quello di chiusura di venerdì scorso.

La NewCo non avrà debiti finanziari e farà fronte all'esborso per l'Opa mediante mezzi propri messi a disposizione da Investindustrial di Andrea Bonomi e dai soci Rcs che a valle dell'operazione possiederanno rispettivamente il 45% e il 55%. Quest'ultima quota sarà detenuta paritariamente in misura del 13,75% dai soci Rcs. La contromossa di Andrea Bonomi e dei suoi nuovi compagni d'avventura ha messo le ali al titolo della casa editrice, che a fine seduta si è già allineato al prezzo dell'Opa, che non è finalizzata al delisting, chiudendo a 0,6935 euro mettendo a segno un balzo del 16,55%. Boom di volumi (33 milioni di azioni scambiate, pari al 6,3% del capitale).

Approfittando di un rialzo del 12% del titolo da quando ha annunciato l'operazione Itedi-Espresso al mercato (il 2 marzo) e del 35,2% da quando Cairo ha lanciato la sua Ops (l'8 aprile), Exor ha fatto cassa vendendo uno 0,5% del capitale Rcs, scendendo a circa il 4,5%. Il primo step (programmato) di ulteriori mosse che fa presagire (visto che un rilancio di Cairo è giudicato poco probabile) che la holding degli Agnelli non aspetterà la partenza dell'Opa del fondo Investindustrial&Soci per liquidare la sua partecipazione nel gruppo che edita il Corriere.

Mentre si attende il responso del Cda (sull'offerta) e della Consob sulle dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (l'11 maggio scorso aveva negato che ci fossero, almeno per il momento alternative all'offera di Cairo), gli addetti ai lavori parlano di "rinascita del salottino in formato light" di Rcs, per il ruolo promotore di Piazzetta Cuccia che farà da advisor all'operazione e di grande sconfitta per Gaetano Miccichè. Il presidente di Banca Imi, deus ex machina del braccio corporate di Banca Intesa, aveva infatti disegnato finanziariamente nei dettagli la scalata di Cairo al CorSera.