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Economia
Recovery Fund, Ecofin spaccato: 'No' di Francia e Italia a condizionalità

Recovery Fund, Ecofin spaccato su stanziamenti e condizionalità ma "clima positivo"

L'equilibrio tra stanziamenti e prestiti nel Recovery Fund e le condizionalità in termini di riforme per ottenere i fondi dell'Ue sono le due questioni più discusse all'Ecofin: i ministri delle Finanze affrontano il primo dibattito sulla proposta della Commissione "Next Geenration Eu". E' quanto riferiscono fonti europee in riferimento alla riunione dell'Ecofin. La proposta della Commissione sul Recovery Fund "globalmente è stata ben accolta", ma ci sono "riserve dei paesi frugali", hanno detto le fonti.

Il gruppo dei quattro paesi 'frugali' - formato da Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia - contesta "l'equilibrio tra prestiti e stanziamenti" previsto dalla proposta della Commissione, hanno spiegato le fonti. L'ammontare attuale degli stanziamenti - 500 miliardi contro 250 miliardi di prestiti - per i paesi frugali è "un Rubicone". Inoltre, i Paesi Bassi insistono sulla condizionalità in termini di riforme economiche per i paesi beneficiari. "I Paesi Bassi rischiano di essere il paese più insistente" sulla condizionalità, hanno detto le fonti. Il clima comunque rimane positivo. "C'è una volontà di arrivare a un accordo che è condivisa, ma ci saranno diverse tappe prima che sia concluso", hanno spiegato le fonti. 

Recovery Fund, la Francia contraria a condizionalità sul piano della Commissione

La Francia è contraria a imporre delle condizionalità macro-economiche aggiuntive, analoghe a quelle utilizzate nei salvataggi durante la crisi del debito sovrano nella zona euro, per i paesi beneficiari del Recovery Fund dell'Unione Europea. "Non bisogna che il finanziamento del programma di ripresa sia condizionato a condizioni che assomiglino a un programma macro-economico, con richieste di riforme che non hanno niente a che vedere con la ripresa economica", ha detto una fonte del ministero francese dell'Economia prima della riunione dell'Ecofin sul Recovery Fund di questo pomeriggio. "Il fatto che i finanziamenti siano parte di una strategia che preveda un uso efficace delle risorse è nell'interesse di tutti, ma non vogliamo che diventi un esercizio tipo i programmi del Mes delle crisi precedenti", ha detto la fonte di Bercy.

La Francia, per contro, è favorevole a mantenere una clausola come quella che esiste nei regolamenti sui fondi di coesione e strutturali che preveda la sospensione dei fondi se un paese è "in infrazione massima" rispetto alle regole di bilancio dell'Ue. "Questa clausola deve essere mantenuta per garantire una gestione di bilancio sana", ha detto la fonte. La Francia difende anche l'ammontare di 750 miliardi proposto dalla Commissione per il Recovery Fund e l'equilibrio attuale tra stanziamenti (500 miliardi) e prestiti (250 miliardi). "Noi sosteniamo totalmente la proposta" della Commissione, ha detto la fonte di Bercy: "risponde all'ampiezza dei bisogni che sono massicci per la ripresa" e permette di "assicurare che nella ripresa ci sia parità di condizioni" in particolare per i paesi "più colpiti le cui risorse sono più limitate".

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