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Economia
Recovery Fund, Ungheria e Polonia non trattano. "Il veto non lo togliamo"

Recovery Fund, Ungheria e Polonia non trattano. "Il veto non lo togliamo"

Il Recovery Fund non avrà tempi brevi. Lo ha certificato la mini riunione in videoconferenza di ieri, 17 minuti appena in cui è riemerso il problema. Ungheria e Polonia, con l'appoggio esterno della Slovenia hanno deciso: "Il veto non lo togliamo". Tutto è stato ancora una volta rinviato, se ne riparlerà a dicembre, magari dal vivo e a Bruxelles. I due oppositori - si legge sulla Stampa - contestano il sistema perché dicono che sarà usato per ricattarli politicamente e per costringerli ad accogliere i migranti. In loro soccorso è arrivato il premier sloveno, che ha ribadito un concetto già anticipato nei giorni scorsi in una lettera: non si può lasciare la decisione sul taglio dei fondi nelle mani della Commissione, considerata imparziale. Ci vuole un ente terzo, super partes, ha insistito Jansa.

La decisione di non dedicare troppo tempo alla discussione - si legge sulla Stampa - è frutto di una precisa strategia di Charles Michel. Poco prima del vertice, il presidente del Consiglio europeo aveva contattato tutti i leader per assicurarsi che il dibattito restasse "sotto controllo", visto che a suo avviso le riunioni in videoconferenza vanno bene per i rapidi scambi di opinione, ma non sono adatte per le “vere” discussioni. Per questo Emmanuel Macron è rimasto in silenzio e ha rimesso nel cassetto la minaccia del piano B ventilata alla vigilia, quella di andare avanti con un Recovery Fund soltanto tra 25 Paesi.

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