Referendum/ Barclays lo spread Btp-Bund reagirà in base all’esito del voto - Affaritaliani.it

Economia

Referendum/ Barclays lo spread Btp-Bund reagirà in base all’esito del voto

Luca Spoldi

Referendum, occhi sullo spread. Ecco che cosa succederà lunedì. I 4 scenari possibili con il sì e con il no

Il referendum costituzionale italiano incombe sui mercati finanziari, che tornano a perder terreno per il timore di una vittoria del “no” e di una quasi inevitabile crisi di governo, col rischio di elezioni anticipate. Per cercare di analizzare razionalmente gli scenari che si preparano in particolare per i titoli di stato italiani, Barclays in un report distribuito stamane elabora quattro scenari a seconda dell’esito del voto e della partecipazione al voto stesso.

Con la precisazione, non da poco, che per quanto riguarda l’andamento dello spread sui titoli di stato italiani a medio-lungo termine esso dipenderà non solo dallo scenario politico italiano e dallo stato delle banche tricolori, ma anche dalla reazione della Bce, dai rischi politici più generali in Eurolandia e dalle prospettive a livello macroeconomico che impatteranno sulle diverse classi di asset a rischio.

Inoltre secondo gli uomini di Barclays la vittoria del “no” non dovrebbe automaticamente portare ad un downgrade del rating sovrano, in particolare da Dbrs, anche se “decisamente incrementerebbe la probabilità di una simile azione, in base agli sviluppi politici, legati soprattutto alla nuova legge elettorale”.

Ciò detto, il primo scenario ipotizzato è la vittoria del “no” e una bassa affluenza (meno del 40% degli elettori). In questa ipotesi Barclays prevede che Matteo Renzi si dimetta e il Presidente della Repubblica Mattarella nomini un nuovo premier, con ogni probabilità lo stesso Renzi, che si darebbe l’unico obiettivo di cambiare la legge elettorale, per ridurre il rischio di ritrovarsi con un parlamento bloccato alle successive elezioni, ossia una situazione simile a quanto accadde dopo le elezioni del 2013.

In particolare, scrivono gli analisti, “ci aspettiamo che la legge elettorale venga modificata verso un modello che rafforzi la rappresentanza sociale”, con l’eliminazione del secondo turno di ballottaggio su base maggioritaria. “Il rischio che forze anti-sistema arrivino al potere, alla guida di un governo monocolore, non sarebbe del tutto rimossa, ma sarebbe significativamente ridotta”. Approvata in tempi rapidi la nuova legge elettorale, sarebbero probabili elezioni anticipate nel secondo o terzo trimestre del prossimo anno.

Dal 5 dicembre lo spread tra Btp e Bund finirebbe sotto pressione, ma il trend potrebbe rapidamente invertirsi visto che l’8 dicembre si riunisce la Bce che il mercato prevede mantenga un atteggiamento cauto (estendendo, in particolare, la durata del programma di quantitative easing in scadenza nel marzo del prossimo anno, ndr).

Il secondo scenario vede la vittoria del “no” ma a fronte di una elevate partecipazione al voto (oltre il 40% dell’elettorato). In questo caso alle dimissioni di Renzi seguirebbe la nomina da parte di Mattarella di un nuovo primo ministro, forse Padoan o il presidente del Senato, Grasso. Anche in questo caso si avrebbe un “governo di scopo” che si incaricherebbe di riformare la legge elettorale e forse (ma con una percentuale di probabilità inferiore allo scenario precedente) di guidare il paese ad elezioni anticipate verso il secondo-terzo trimestre del prossimo anno una volta cambiata la legge elettorale.

Lo spread Btp-Bund salirebbe in aperture di seduta lunedì 5 dicembre, in modo anche più marcato che nel caso precedente, ma sarebbe comunque possibile un’inversione di tendenza nei giorni successivi in attesa di vedere se la Bce estenderà o meno le misure straordinarie fin qui adottate, a partire dal QE.

Il terzo scenario prevede una vittoria del “sì” con una bassa affluenza. Renzi rimarrebbe in carica, ma la legge elettorale verrebbe comunque significativamente modificata, probabilmente nel senso già indicato nel caso del primo scenario. Elezioni anticipate una volta approvata la legge, nel c orso del 2017, non sono da escludere ma appaiono meno probabili. I mercati potrebbero vedere una certa tenuta dello spread Btp-Bund lunedì, in attesa di conoscere le decisioni della Bce che difficilmente prenderà decisioni drastiche vista la fragilità attuale dei mercati obbligazionari di Eurolandia.

Infine, nel caso di una vittoria del “sì” con una elevata partecipazione al voto, Renzi rimarrebbe in carica ma la legge elettorale subirebbe modifiche limitate rispetto allo schema attuale, col mantenimento del second turno di ballottaggio su base maggioritaria. Gli uomini di Barclays si aspettano che semmai il premio di maggioranza venga assegnato, nella nuova versione della legge elettorale, alla coalizione di governo e non ad un singolo partito.

Per assurdo, ma neanche tanto, in questo caso il rischio che in future forze anti-sistema arrivino al potere formando governi mono-colore sarebbe più elevato che in tutti gli altri scenari. A questo punto le elezioni sarebbero probabili entro giugno prossimo, dopo l’approvazione della riforma del sistema elettorale. I mercati aprirebbero con una certa stabilità lunedì e lo spread Btp-Bund attenderebbe le decisioni della Bce, che comunque difficilmente potrebbero costituire delle sorprese clamorose vista la fragilità di fondo che permarrebbe sui mercati obbligazionari di Eurolandia.