Renault, prima perdita in 10 anni. Il 2020? La "Losanga" vede nero. Titolo ko
La compagnia automobilistica francese Renault chiude in 2019 in rosso di 141 milioni, per la prima volta dal 2009 e non prevede miglioramenti quest'anno
Avrà un bel da fare l'italiano Luca De Meo appena arrivato alla tolda di comando di Renault che non riesce a intravedere la fine del tunnel dopo il primo anno dallo scandalo che ha portato all'arresto del patron Carlos Ghosn.
Non soltanto nel rilanciare l'alleanza con il partner giapponese Nissan (di cui la casa automobilistica francese controlla il 43% del capitale), chiudendo definitivamente l'era Ghosn, ma anche nel cercare di invertire la china dei conti che in quest'anno turbolento (il ruolo di Ceo ad interim è stato affidata alla chief financial officer Clotilde Delbos) hanno segnato la prima perdita negli ultimi dieci anni: 141 milioni di euro. Non accadeva infatti dal 2009 che la casa della Losanga chiudesse in rosso.
Il cattivo andamento di Nissan, 753 milioni di euro di oneri fiscali in Francia e il calo della domanda (e dei ricavi) in alcune aree chiave per i car-makers mondiali come quella cinese hanno pesato sull'andamento del bilancio: in un mercato globale in contrazione, le vendite hanno segnato un calo 3,4% corrispondenti a 3,8 milioni di vetture e a 55,5 miliardi di euro di fatturato, in ribasso del 3,3%. Una discesa strutturale, perché anche a cambi costanti, e cioè depurati dell'effetto valutario, i ricavi sarebbero calati del 2,7%. Il dividendo della Renault ha subito una sforbiciata di oltre due terzi a 1,10 euro per azione da 3,55 euro.
Con un'economia mondiale su cui pesa l'incognita del coronavirus che sta ritardando l'apertura delle fabriche cinesi, nel fornire le previsioni per il nuovo esercizio, Renault ha anticipato un nuovo calo dei suoi profitti operativi, che scenderanno tra il 3% e il 4% delle vendite, contro il 4,8% del 2019 e il 6,3% del 2018.
In cima alla lista nera dei problemi quest'anno, la casa della Losanga mette il rallentamento delle vendite nel Dragone, area dove Renault opera in joint venture con alcuni produttori locali. "La visibilità per il 2020 rimane limitata dalla volatilità attesa dei mercati" e "dai possibili impatti del coronavirus", ha spiegato in una nota Delbos che detiene ancora l'interim della gestione nel ruolo di Ceo e che ha accolto con favore il fatto che Renault sia stata in grado di ottenere "risultati in linea" con gli obiettivi che erano stati abbassati in ottobre.
Renault possiede una fabbrica a Wuhan, epicentro dello scoppo dell'epidemia che sta preoccupando il mondo, stabilimento nel distretto dell'automotive che rimarrà chiuso come molti altri (anche Honda ha appena annunciato che le attività rimarranno bloccate per altri 10 giorni) per contenere la diffusione del coronavirus. E proprio in merito alla diffusione dell'epidemia del 2019-nCoV, nel corso della conference call sui conti Delbos ha fatto sapere che anche la fabbrica di Renault in Corea del Sud è stato chiusa e dovrebbe riaprire la prossima settimana. Un altro dei problemi che il gruppo sta affrontando, infatti, è la mancanza di approvvigionamenti da parte dei fornitori che si trovano nella regione cinese dell'Hubei e quindi alcuni stabilimenti di Renault stanno affrontando la mancanza di alcuni pezzi.
Dopo la diffusione dei risultati, il titolo Renault è scivolato in coda al Cac40. Le azioni del gruppo francese infatti perdono il 4%, quando l'indice delle blue chips transalpine è in calo dello 0,11%.
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