Il colosso multinazionale anglo-australiano Rio Tinto ha annunciato oggi le dimissioni del suo Ceo e di due suoi luogotenenti per la distruzione da parte del gigante minerario di un antico sito aborigeno risalente a 46.000 anni fa. L'espolsione e' avvenuta nel maggio 2020 ed è stata decisa dal terzo gruppo minerario mondiale per espandere una miniera di ferro in Australia. L'azienda, dopo l'esplosione ha dovuto far fronte alla crescente rivolta degli investitori, scandalizzati per la distruzione di questo sito, considerato uno dei primi luoghi conosciuti abitati dagli indigeni australiani, posto nella gola di Juukan, nella remota regione Pilbara dell'Australia occidentale.
Il siluramento del ceo, Jean-Sebastien Jacques che si e' dimesso "di comune accordo" insieme al capo della divisione minerale ferrosa della societa', Chris Salisbury, e al capo delle relazioni aziendali, Simon Niven, è avvenuto a seguito di un'indagine da parte del cda sull'incidente. "Quello che e' successo a Juukan era sbagliato e siamo determinati a garantire che la distruzione di un sito del patrimonio di tale eccezionale significato archeologico e culturale non si verifichi mai piu' durante un'operazione di Rio Tinto", ha dichiarato il presidente Simon Thompson. L'importanza culturale della gola di Juukan e' stata confermata da uno scavo archeologico effettuato in una delle grotte - note come rifugi rocciosi - un anno dopo che Rio Tinto ha ottenuto l'approvazione per l'esplosione nell'area.
Lo scavo ha portato alla luce il piu' antico esempio conosciuto di strumenti ossei in Australia - un osso di canguro affilato risalente a 28.000 anni fa - e una cintura di peli intrecciati che il test del dna ha collegato alle popolazioni indigene che vivono ancora nell'area. Un'indagine interna dell'azienda condotta ad agosto ha stabilito che "una serie di decisioni, azioni e omissioni per un periodo di tempo prolungato" hanno preceduto la scelta di andare avanti con l'esplosione della gola di Juukan, nonostante le preoccupazioni per il destino del sacro sito aborigeno. In una prima risposta, l'azienda ha tolto milioni di dollari in bonus ai tre dirigenti. Ma gli azionisti della societa' e gli organi di responsabilita' aziendale hanno considerato la mossa come insufficiente e hanno chiesto il loro siluramento.
Il National Native Title Council, che rappresenta i proprietari terrieri indigeni, ha accolto con favore quello che ha definito il "licenziamento" dei dirigenti di Rio Tinto, che ha defenito "solo un primo passo cruciale". "Ci auguriamo che questo invii un messaggio forte a tutto il settore minerario: occorre entrare nel 21 esimo secolo e iniziare a prendere sul serio la governance ambientale, sociale e aziendale", ha affermato Jamie Lowe, amministratore delegato del Council. Jacques, che e' amministratore delegato dal 2016, rimarra' nel suo ruolo fino a quando non sara' possibile trovare un successore o fino al 31 marzo, cioe' alla scadenza del suo mandato.
Commenti