Economia
Pil, mancano gli investimenti. L'Istat gela Renzi: "Quest'anno cresceremo dello 0,7%"

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Mancano gli investimenti. Così, la crescita italiana non decolla. E' "l'Italia dello zero virgola", dove gli italiani, anche quelli che hanno i soldi, sono ancora timorosi di investire e di spendere, scriveva stamane il quarantanovesimo rapporto del Censis. Una fotografia che l'ultimo dato in arrivo dall'Istat trasforma in bianco e nero, perché gela le poche aspettative ottimistiche per il prosieguo dell'anno e per il 2016.
Secondo l'istituto centrale di statistica, il Pil quest'anno dovrebbe crescere dello 0,7%, una stima contenuta nella nota mensile sull'economia italiana, che ridimensiona di molto le previsioni del governo Renzi che si attendeva un +0,9% rivisto ad ottobre nella nota di aggiornamento di economia e finanza.
L'Istat, che aggiunge che nel 2015 ci sono 3 giornate lavorative in più rispetto al 2014, spiega che nel terzo trimestre l'andamento positivo dell'economia italiana è stato guidato dalla crescita del valore aggiunto nel settore manifatturiero e, in misura limitata, nei servizi mentre per il quarto ci si attende il proseguimento, seppure a ritmi moderati, della fase espansiva iniziata nei primi mesi dell'anno. Il percorso di crescita rimane però caratterizzato dall'attuale fase del ciclo internazionale che condiziona negativamente la dinamica delle esportazioni italiane.
Il clima di fiducia delle famiglie prefigura un andamento positivo dei consumi anche nei prossimi mesi, cosi' come rimangono moderatamente favorevoli le attese sull'evoluzione dell'occupazione e dell'inflazione. In particolare, il modello di previsione di breve termine dell'Istat indica una crescita congiunturale del Pil reale nel terzo e nel quarto trimestre pari a +0,2%, la prosecuzione dunque di una espansione a ritmi moderati "con un intervallo di confidenza compreso tra 0 e +0,4%".
Al risultato positivo, spiega infine l'Istat, contribuirebbe prevalentemente la crescita dei consumi che, in parte, si rifletterebbe sull'aumento delle importazioni. Ma la nota dolente è la difficoltà nella ripartenza del ciclo degli investimenti.