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Economia
Rixi: "Sviluppare le autostrade del mare per non massacrare il territorio"

L’Italia deve investire sulle autostrade del mare per non massacrare il proprio territorio. Lo ha sostenuto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, intervenendo al seminario di Alis sullo sviluppo del trasporto intermodale nel corso del Transpotec/Logistic di Verona.“L’Italia ha due lunghissime autostrade naturali -ha detto Rixi- che sono il Mar Tirreno e il Mare Adriatico. Dobbiamo investire su questo per non massacrare il nostro territorio. E non è solo un problema di sostenibilità. I porti del Mediterraneo possono competere con quelli del Nord Europa e ci dobbiamo attrezzare per migliorarne le infrastrutture. Dobbiamo investire su porti e banchine guardando però a quello che sarà l’armamento nel futuro per non realizzare opere che quando saranno pronte rischiano di essere vecchie. Stiamo portando le infrastrutture ferroviarie negli scali marittimi e creare aree retro portuali collegate da navette di collegamento per decongestionare città portuali. Devono crescere gli investimenti di settore. Dobbiamo diventare uno Stato più intelligente. Attualmente incassiamo tra i 9 ed i 12 miliardi dagli sdoganamenti. Se saremo bravi -ha sostenuto ancora Rixi- potremo portare queste entrate a 25 miliardi con effetti benefici per tutti”. E alla fine ha concluso: “Alla luce di tutto ciò, mi piacerebbe tantissimo vagliare nel governo l’ipotesi di istituire il ministero del Mare”. Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, ha a sua volta affermato che nella legge di bilancio ci sono alcune azioni che possono agevolare le aziende e renderle più competitive. “Siamo il primo governo che ha attuato un taglio del cuneo fiscale sul lavoro, per esempio con una decurtazione dell'Inail del 30%. Sul Sud ci sono incentivi forti per le stabilizzazioni dei posti di lavoro. Abbiamo fatto una grande azione sulle pensioni e questo per le aziende significa maggiore competitività. Il nostro compito è quello di trovare soluzioni adeguate per un piano di investimenti sulle competenze e sui giovani. Bisogna investire sulla formazione e lavorare in sinergia con soggetti attuatori come Alis, che sta già realizzando un ottimo lavoro con gli studenti di molti istituti tecnici. I soldi ci sono -ha concluso Durigon- basta saperli andare a prendere nei fondi comunitari ingessati”.

 

A sua volta il presidente di Alis, Guido Grimaldi (nella foto), ha riconosciuto al governo “il grosso merito di essere capace di affiancare il mondo dell’impresa con i fatti. La vicinanza di questi giorni a Verona di un numero così consistente di esponenti di spicco dell’esecutivo dimostra il chiaro interesse del mondo politico e istituzionale verso un settore strategico che sta dando prova di vitalità riuscendo ad essere trainante per l’economia di questo Paese”.Grimaldi ha sostenuto che oggi si avverte nuova atmosfera che, incoraggia  gli associati Alis a ragionare ancor di più in termini di obiettivi e risultati. “Quelli raggiunti sono già molti: abbiamo sottratto 1.500.000 camion all’anno dalle autostrade sfruttando l’intermodalità su direttrici superiori ai 600 Km e linee di cabotaggio. Abbiamo ridotto di 1.200.000 tonnellate l’emissione di CO2 in Italia. Abbiamo abbattuto i costi sanitari grazie alla ridotta incidentalità e alla diminuzione del numero delle patologie legate all’inquinamento. Stiamo definendo i dettagli per un protocollo d’intesa con il ministero dell’Ambiente che favorirà nel nostro Paese la diffusione della cultura del trasporto sostenibile in favore della decarbonizzazione. Abbiamo lanciato un’app che permette, attraverso la sezione “Lavoro”, di mettere in contatto le aziende alla ricerca di personale con i giovani che cercano lavoro, il tutto a costo zero. Abbiamo creato nuove opportunità per i nostri giovani stipulando protocolli d’intesa con Its e università; grazie a questi ogni anno in Sicilia ed in Sardegna, ad esempio, vengono imbarcati a bordo di navi associate ad Alis studenti preparati e formati”.                                    

 

La partita si gioca comunque sugli investimenti. La strada necessaria per rendere efficace la sinergia tra la rete ferroviaria, i porti e gli interporti, e rispondere agli investimenti cinesi in Africa e nel Mediterraneo. L’occasione possono essere le Zes e su una nuova capacità delle imprese meridionali di fare rete.

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