Manovra, Salvini rilancia la sfida all'Ue."Flat Tax o cuneo? Nomi non contano" - Affaritaliani.it

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Manovra, Salvini rilancia la sfida all'Ue."Flat Tax o cuneo? Nomi non contano"

"Noi non siamo incollati alle poltrone, se non riusciamo a fare le cose bene non ci costringe il buon Dio". Salvini torna ad agitare lo spettro elezioni nei confronti dell'alleato di governo dopo aver ricevuto stamattina le parti sociali. L'affermazione di Matteo Salvini è arrivata in conferenza stampa, al termine dell'incontro al Viminale, sui temi della manovra, rispondendo a una domanda su eventuali rischi di voto anticipato: "Questo - dice parlando degli scenari prossimi - lo vediamo da qui a breve, anche prima di settembre". "Anche oggi le parti sociali - ha spiegato Salvini - ci hanno chiesto di fare bene e fare in fretta. Se riusciamo a fare bene, su infrastrutture, crescita e tasse, dove purtroppo la competenza non è mia”.

In vista dell’elaborazione della prossima legge di Bilancio, Matteo Salvini ha ripreso i toni critici nei confronti dell’Europa dove in autunno s’insedierà la nuova Commissione von der Leyen e, nell’incontro con le parti sociali, oltre a non risolvere quello delle coperture (invocando una nuova richiesta di flessibilità) non dà soluzione neanche al rebus politico sulle tasse flat tax-cuneo fiscale che in quanto a fattibilità rischia di far implodere il governo. Anche perché con la futura manovra, M5S e Lega concordano sul fatto che l’esecutivo debba stoppare prima l’aumento integrale dell’Iva che scatterebbe dal primo gennaio, intervento che però costa 23 miliardi di euro. 

"Bisogna ridiscutere con l'Europa alcuni vincoli in base ai quali, se fossimo costretti a sottostare, non potremmo fare niente di tutto quello che ci stiamo dicendo”, ha ammesso infatti il vicepresidente leghista del Consiglio in un punto stampa mentre il tavolo sulla manovra al Viminale con le parti sociali "è in pausa caffè". Un tavolo a cui sono presenti 46 sigle e tutto tutto lo staff economico del Carroccio (da il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti al viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia e dai sottosegretari Massimo Bitonci e Claudio Durigon al senatore padre della flat tax Armando Siri).

Salvini ha parlato di "piano straordinario per investimenti e infrastrutture e un coraggioso e sostanzioso taglio delle tasse”. Così, ammettendo la diversità di vedute con il ministro dell'Economia Giovanni Tria, “il governo chiederà flessibilità (sui conti pubblici, ndr) all’Ue”, perché "non vogliamo una manovra dove metto dieci miliardi da una parte, togliendoli dall’altra”, ha aggiunto il capo della Lega nel tavolo "non parallelo a quello di ieri (del premier Giuseppe Conte e del ministro Luigi Di Maio, ndr)” e che mira a “raccogliere le varie posizioni di tutto il mondo produttivo e dei lavoratori perché vogliamo un progetto per il Paese”.

Criticando le posizioni dell’alleato di governo sul salario minimo ("Prima viene il taglio delle tasse. Prima di redistribuire bisogna crearla la ricchezza”), Salvini è consapevole che il problema sono le coperture, vista una crescita del Pil allo 0,1% che rimarrà bassa anche a fine settembre quando, con la Nota di aggiornamento al Def, il governo sarà costretto a fare i conti con le nuove stime sul deficit. Base contabile che lo spingerà a chiedere nuova flessibilità a Bruxelles.

In più, senza dire come verrà compensata, la Lega ha messo sul tavolo con sindacati e associazioni datoriali anche "l'emininazione della Tasi (tassa comunale, ndr) che cuba un miliardo e per una riorganizzazione completa della tassazione sulla casa”.

"Servono coraggio e decisioni, concetti recepiti da tutti. E' il momento del coraggio e delle decisioni, non del tirare a campare, altrimenti arriviamo agli zero virgola" di crescita, è ancora una volta il proclama di Salvini. “La manovra economica non può essere un gioco delle tre carte, nel senso che gli sgravi non debbono essere recuperati con nuove misure”, ha aggiunto il capo della Lega. Ma il rebus esplosivo delle coperture per circa 40 miliardi di euro interventi, è ancora lì sul tavolo. Irrisolto. E le parti sociali ne sono consapevoli.

Poi, a fine giornata, l'ennesima dichiarazione che mira a stemperare i toni nella maggiranza e che in parte risolve un pezzo del rebus. "A noi interessa che un bel po' di gente abbia meno tasse, se si chiama flat tax o taglio del cuneo non importa, non sono ancorato ai nomi", ha precisato Salvini, al temine del tavolo con le parti sociali al Viminale.

L'unica cifra è stata fatta dal viceministro Garavaglia, con il sempre più probabile addio al bonus 80 euro introdotto dal governo Renzi. "Pensiamo a 10/15 miliardi di riduzione di tasse. A partire dal superamento del Bonus Renzi, che non vale dal punto di vista dell'accumulo contributivo per la pensione", ha spiegato il politico lombardo.