Economia
Sanità, Renzi: "Nessun taglio. Pronti a cambiare sulle prescrizioni"
Renzi frena le critiche sui tagli alla Sanità durante il question time alla Camera. "La misura non è colma: i dati sulla Sanità sono diversi" da quelli presentati da Sel, risponde il presidente del Consiglio alle critiche mosse dal partito guidato da Nichi Vendola.
"Nel 2002 erano 75 miliardi di euro del Fondo Sanitario Nazionale; erano 106 nel 2016, quest'anno sono 110, il prossimo anno saranno 111. Possiamo discutere su come impiegare questi denari, possiamo fare consultazioni web e chiedere ai medici. Se c'è da cambiare qualcosa nel provvedimento approvato qualche settimana fa sull'appropriatezza delle cure, siamo pronti a farlo, anche perché non dobbiamo dare l'impressione ai cittadini che si tagliano le cure. Dunque disponibilità totale a ragionare, discutere e confrontarsi. Gli stessi medici hanno reso noto, attraverso alcune società scientifiche che, ad esempio molte risonanze magnetiche non sono necessarie e che su 64 milioni di visite specialistiche il 10% non è appropriato".
Dalla Sanità alla ripresa economica, Renzi spiega che la missione è compiuta: l'Italia è salva. "Nel primo anno e mezzo di governo - dice - la priorità è stata il salvataggio dell'industria manifatturiera e il lavoro per passare dal segno meno al segno più di tutti gli indicatori economici. Questa prima fase aveva come scopo portare l'Italia fuori dalle sabbie mobili e ora possiamo dire: missione compiuta: 43 crisi industriali aperte. Un lavoro per passare dal segno meno a quello più in tutti i principali indicatori, dal Pil fino agli occupati che proprio oggi vedono un incremento di 60mila unità".
Infine, a una domanda sull'aumento delle spese di Palazzo Chigi, il premier ne smentisce l'aumento: "Ci sono dichiarazioni nella vostra domanda che sottolineano come vi sarebbe un aumento di spesa a Palazzo Chigi. Questo aumento è falso e facilmente smentibile. C'è una diminuzione di tre milioni di euro solo per le spese corrente. Le auto di servizio sono state ridotte a 15. La spesa è passata da 840mila euro nel 2013 a 230 mila nel 2015", rispondendo a una interrogazione dei Cinque stelle.